Giovedì 23 Aprile, prima degli altri stabilimenti italiani, la Whirlpool di Siena ha riavviato la produzione, in spregio ai decreti del governo ed alle richieste dei lavoratori. Per la Whirlpool Siena Il profitto viene primaditutto, certamente prima della salute!
La massa di lavoratori che ogni giorno si sposta, il 53% della forza lavoro secondo dati ISTAT, aumenterà. Ciò mette a rischio la salute tutta la collettività, perché si aggiunge a coloro che già affollano strade e mezzi pubblici.
Da mesi Potere al Popolo chiede che il lockdown sia applicato seriamente alle produzioni non essenziali. L’unica risposta è stata un decreto ridicolo che sta insensatamente prolungando i tempi della pandemia.
Un’interpretazione estremamente elastica del concetto di essenzialità consente ad esempio di produrre armi. Il decreto poi permette deroghe criminali concesse in base ad autocertificazioni delle aziende ai prefetti. Alle autocertificazioni seguono assordanti silenzi che valgono come assensi da parte delle prefetture.
Frigoriferi fondamentali
Questo è successo anche allo stabilimento Whirlpool di Siena. E’ stato consentito di riprendere la produzione di frigoriferi, non fondamentali perché destinati per la maggior parte all’esportazione. Ciò è accaduto nonostante le due lettere con le quali i lavoratori avevano chiesto al prefetto di Siena un parere scritto che non è mai arrivato.
Non bisogna però credere che alle istituzioni fosse sfuggita la preoccupazione dei lavoratori. Al rientro allo stabilimento c’era la DIGOS ad aspettarli per augurare loro un buon riavvio dell’attività. Una premura del tutto fuori luogo.
A lavorare giovedì sono andati quei lavoratori che si sono fidati dei delegati sindacali FIM e UILM. Queste due sigle, rompendo l’unità sindacale con COBAS e FIOM che aveva finora dato dei buoni frutti, si sono piegate al diktat aziendale.
Gli altri si sono giustamente astenuti dal lavoro, continuando quella lotta che tutti i lavoratori avevano iniziato insieme. A questi lavoratori va la solidarietà e la stima di Potere al Popolo.
Nessuna risposta dalle istituzioni
La risposta scritta richiesta al prefetto non è ancora arrivata, dimostrando ancora la considerazione che le istituzioni hanno per chi rischia la propria salute sul posto di lavoro.
Chi si chiedesse perché le misure restrittive, in Italia, non stiano dando i risultati visti altrove pensi anche a questa vicenda.
Potere al Popolo chiede al governo ed alle istituzioni locali che sia garantito il reddito d’emergenza a tutti i cittadini in difficoltà, che siano bloccati affitti e bollette con garanzia pubblica per chi affitta una sola casa.
Ancora troppi cittadini aspettano l’elemosina di 600€ o la cassa integrazione!
I soldi devono essere garantiti a chi ne ha bisogno per vivere!
Le produzioni non essenziali devono essere bloccate!
È ora di dare risposte ai lavoratori!