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Potere al Popolo! Toscana partecipa alla manifestazione indetta il prossimo 20 ottobre a Piombino, e sostiene lo sciopero generale che la federazione USB cittadina ha indetto in risposta alla richiesta dei comitati locali alla massima partecipazione. Il nodo centrale รจ la contrarietร allโinstallazione di un rigassificatore a largo, per ragioni non localistiche ma che hanno radici in una visione diversa di paese e nel modo in cui la classe dirigente vuole far pagare al territorio e ai lavoratori i costi della guerra.
Il governo Draghi ha indicato questโopera come โdi interesse nazionaleโ, unโattenzione che mai รจ stata data alle tante crisi aziendali che hanno impoverito il tessuto economico e sociale del territorio, innanzitutto nel settore siderurgico. Il rigassificatore in porto significherร un altro duro colpo, ad esempio, al settore ittico e a quello turistico, senza considerare gli enormi pericoli ambientali. Infatti, bisogna ricordare che lโarea รจ giร classificata come SIN (Sito di Interesse Nazionale) e sta ancora aspettando un intervento di bonifica strutturale. ร evidente che per chi governa esistono โinteressi nazionaliโ che contano piรน di altri.
Del resto, il partito unico della guerra e degli affari รจ unito nel sostegno a questa opera.
Il centrosinistra รจ da sempre in prima fila nel promuovere il ricatto tra ambiente e lavoro, ma anche i deputati pentastellati hanno votato a favore (a loro dire โper erroreโ) e la stessa Giorgia Meloni รจ intervenuta per mitigare le dichiarazioni di contrarietร del sindaco di Fratelli dโItalia, Francesco Ferrari. Alla faccia del sovranismo, ci sono i vincoli euro-atlantici a imporre questa scelta.
Il blocco NATO si รจ imbarcato nella guerra contro la Russia per mantenere la propria egemonia mondiale, e la UE porta avanti il conflitto a forza di sanzioni i cui costi vengono fatti pagare in bolletta alle classi popolari. Dimenticata la transizione verde, il rigassificatore viene presentato come la soluzione, con il solo interesse materiale dei produttori statunitensi di GLN. Ma la crisi sarร pesantissima per le famiglie e per la tenuta del tessuto produttivo del paese. La nostra via dโuscita รจ quella di far pagare alle multinazionali e alle aziende dellโenergia i costi della loro speculazione, e lavorare sin da subito per un diverso posizionamento internazionale, che promuova la pace e un nuovo sistema di relazioni internazionali fondato su rapporti complementari e non di rapina.