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FIRENZE: SULLE PIAZZE CONTRO LA GUERRA DELL’11 E DEL 12 MARZO

NARDELLA E IL PD SI CONTRADDICONO: O SI STA CON LA DIPLOMAZIA, O SI STA CON LE ARMI!

Come avrete letto, venerdì e sabato ci saranno due piazze contro la guerra. La prima, quella di venerdì 11 marzo, Firenze contro la guerra – Corteo cittadino, è stata chiamata dall’Assemblea cittadina contro la guerra, di cui siamo parte.
La seconda, quella di sabato 12 marzo, è stata lanciata da Dario Nardella nell’ambito di Eurocities.

Perchè due piazze, vi chiederete?

In realtà la piazza lanciata dal sindaco – che sta ricevendo ampio spazio sulla stampa, al contrario di quella di venerdì – sarà di fatto una manifestazione del centrosinistra guidata dal PD, la stessa compagine che ha votato insieme alla destra per l’invio di armi letali in Ucraina e per l’invio di migliaia di uomini negli stati confinanti, portando l’Italia tecnicamente in guerra con la Russia.
La piazza di venerdì –quella a cui noi di Pap aderiamo – è invece chiaramente PER la pace, CONTRO l’invio di armi in Ucraina e PER un ruolo attivo del nostro paese nello sforzo diplomatico, e dunque naturalmente in opposizione alla piazza di sabato. Chiediamo infatti uno sforzo diplomatico teso a ottenere il cessate il fuoco, la salvaguardia delle popolazioni coinvolte e un accordo che garantisca la sicurezza di tutti gli stati europei.
Per quanto ci riguarda è’ assurdo che questo sforzo sia attualmente portato avanti da stati non europei come Israele e Turchia (!!!), stati non esattamente pacifisti. Un trattato di pace è possibile a patto che i paesi europei non si facciano condizionare dall’appartenenza a quell’alleanza anacronistica che è la Nato (che andrebbe sciolta) e la smettano di soffiare sul fuoco come purtroppo sta facendo il Governo Draghi. Ne va della vita di milioni di persone, della nostra stessa sicurezza e delle condizioni di vita delle classi popolari di tutta Europa, vista l’impennata insostenibile dei prezzi dei carburanti.
Stamattina, esprimendosi sulle due piazze, Nardella ha chiesto di non “alimentare divisioni” e annuncia che la piazza di sabato è volta a “chiedere un’iniziativa diplomatica dell’Europa”. Siamo anche noi convinti che serva una risposta corale all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Ma è qui che Nardella e il Pd cadono in contraddizione: come si fa a ottenere diplomazia se l’unica cosa che ha fatto il Governo Draghi – col pieno sostegno del Pd di Nardella (ricordate Letta con l’elmetto?) – è stato inviare armi e uomini nelle zone di conflitto? Come si fa ad ottenere diplomazia se contemporaneamente si chiedono sanzioni che andranno a colpire il popolo russo e che già colpiscono gli oppositori di Putin fuggiti all’estero, mentre nulla viene fatto per rintracciare i fondi neri degli oligarchi nei paradisi fiscali? Forse, facendo un censimento finanziario dei paradisi fiscali, si ha paura di rompere le uova nel paniere ai nostri evasori e a coloro che in Italia hanno grossi legami con il “giglio magico” di Putin?
Caro Nardella, delle due l’una: o si sta con la diplomazia, o si sta con le armi. Non si può votare la guerra, e chiamarla pace.
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