LA SICILIA RISPONDE A CHI VOLEVA USARE LA NOSTRA TERRA COME PASSERELLA ELETTORALE: OLTRE UN MIGLIAIO IN PIAZZA A CATANIA CONTRO IL CIRCO MEDIATICO DELLE DESTRE DURANTE IL PROCESSO A SALVINI!
Sabato 3 ottobre è stata una giornata importante per la Sicilia. Durante il processo a Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona per i fatti del luglio 2019, le destre di questo paese pensavano di trasformare la nostra terra in una passerella elettorale, organizzando un circo mediatico a cui però in pochissimi, al di là dei militanti della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia accorsi da tutto lo Stivale, hanno preso parte.
Un flop che solo la stampa italiana poteva celebrare, oscurando invece la fantastica risposta delle siciliane e dei siciliani, accorsi in massa dall’altra parte della barricata, quella giusta, di chi ha ribadito con forza che non c’è nessuno spazio qui per chi semina discriminazione e odio contro i più deboli.
Proprio mentre si svolgeva il processo, infatti, un vasto corteo ha attraversato le strade adiacenti il tribunale, raccontando tutta la bellezza della nostra terra, che niente ha a che spartire con la Lega e i suoi alleati, ma nemmeno con chi prima e dopo il governo di cui Salvini era ministro dell’interno, ha operato in assoluta continuità: il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle.
Non basta un linguaggio meno violento per dirsi diversi dalle destre. Se ci governi insieme o se allo stesso modo attacchi il diritto alla libera circolazione delle persone, i diritti e le proteste delle lavoratrici e dei lavoratori, delle studentesse e degli studenti, di chi un lavoro non ce l’ha, sei solo l’altra faccia della stessa medaglia.
È per tutto questo che sabato oltre un migliaio di persone provenienti da tutta la Sicilia, per la gran parte giovanissime, sono scese in piazza nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria e all’enorme dispiegamento di forze dell’ordine che per giorni ha bloccato la città.
È per tutto questo che durante il corteo un pensiero speciale è andato a Modena, ai/alle 447 lavoratori e lavoratrici denunciati e sotto processo per aver scioperato, “colpevoli” di aver organizzato un picchetto fuori ai cancelli di Italpizza, ennesima dimostrazione di quanto i Decreti Sicurezza attacchino i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici!
Lo ribadiamo: non c’è spazio né in Sicilia, né altrove, per chi utilizza politiche discriminatorie, sessiste, xenofobe, razziste e antipopolari. Non c’è spazio per la Lega e per le destre, come non c’è spazio per i loro vecchi alleati del Movimento 5 Stelle e per il Partito Democratico, che ha massacrato le classi popolari del nostro paese, ha spalancato le porte ai decreti sicurezza e ancora oggi, al governo, non ha intenzione di abrogarli.
Di come sia andato il processo, invece, non parleremo. La magistratura farà ciò che gli compete e non scendiamo in piazza per chiedere che siano i tribunali a sconfiggere Salvini.
La nostra vittoria la costruiremo, come sempre, per le strade e nelle piazze, sui posti di lavoro, nelle scuole e nelle università, nei quartieri e nelle periferie.
Come ogni giorno, continueremo a lottare dal basso per costruire un tessuto sociale alternativo, privo di logiche sessiste, patriarcali, razziste e omofobe, fondato sulla solidarietà e l’aiuto reciproco.
Siamo davvero convinti, infatti, che l’unica strada per una società radicalmente diversa, fondata sul diritto alla felicità di tutte e tutti, sia possibile solo attraverso un lavoro di lungo periodo, un’alternativa che prende forma ogni giorno nelle nostre case del popolo e in migliaia di altri luoghi dove donne e uomini resistenti mettono in piedi con le proprie forze e senza nessun doppio fine reti solidali e mutualistiche, alternative culturali e sociali.
Credere in un futuro che possa essere migliore, profondamente diverso, in cui nessun* dovrà considerarsi “irregolare” o invisibile, dove non ci saranno sfruttat* o persone discriminate per il colore della pelle o per l’orientamento sessuale, significa costruire l’alternativa praticandola. Tutto il resto non ci riguarda.