“Militanti parassiti dell’ANPI”, “uccidere la sinistra”: non ci stupisce che Barsanti utilizzi un linguaggio violento e fascista, visto che fascista lo è, e non ci illudiamo che la posizione istituzionale lo richiami alla responsabilità. Uno schifo certo, ma non una sorpresa.
Nemmeno ci aspettiamo che Pardini, la cui amministrazione si regge sulla sua capacità di fare stare buone le forze politiche che ha caricato sul suo carrozzone, intervenga diversamente da come ha fatto, dimenticandosi i toni concilianti e benevoli con cui rispondeva ai quesiti dell’ANPI in campagna elettorale, dichiarandosi convinto antifascista.
Quello che invece preoccupa e che dovrà vedere attive tutte le forze antifasciste è ciò che emerge dal messaggio, molto chiaro, che Barsanti ha mandato sulla sua missione all’interno delle istituzioni: occupare la cultura e l’informazione che, secondo lui, sarebbero appannaggio della sinistra (magari!, ci viene da dire).
Ed è esattamente questo che sta facendo, con interventi particolarmente violenti che creino scalpore, come è accaduto per l’iniziativa con Eric Gobetti, ma anche attraverso iniziative istituzionali come la concessione del patrocinio all’Augusta, festival del revisionismo storico e dell’ideologia nera di Casapound.
Purtroppo, Barsanti non parte da zero per realizzare il suo obiettivo politico, e non rimane un caso isolato viste le recenti dinamiche politiche a livello nazionale.
Lucca è una città che ha passato almeno venti anni (tra Bulldog, Forza Nuova, il volto ripulito di Casapound e non solo) a sdoganare e legittimare il pensiero di stampo fascista, nonostante la sordità delle amministrazioni che si sono succedute – di centrodestra e centrosinistra – agli allarmi lanciati dagli attivisti antifascisti aggrediti e minacciati (fuor di metafora, questa volta).
E infatti, da consigliere comunale, Barsanti stesso aveva accolto ben volentieri e ringraziato la giunta di centrosinistra per l’appoggio unanime alla mozione per l’intitolazione di una piazza o una via a Norma Cossetto, questo sì esempio di mistificazione neofascista e di uso politico della storia, su cui proprio Gobetti ha fatto luce in maniera storicamente accurata.
Pure Buonriposi dovrebbe sapere che Eric Gobetti è uno storico affermato e uno dei massimi esperti sulla questione del confine orientale e avrebbe potuto esprimere soddisfazione per un’iniziativa di tale portata con centinaia di studenti e studentesse lucchesi, evitando di affrettarsi a rinnegarla per rispondere solerte ai richiami di Pardini e Barsanti.
Infine: non è che il vate del pragmatismo e della destra sociale usa le polemiche come dito per nascondere l’immobilità politica dell’amministrazione, un’immobilità fatta di lucine, cuori di San Valentino e decreti antibivacco?