Site icon Potere al Popolo

[NAPOLI] NESSUN ABUSO IN NOME DELL’EMERGENZA: LA LIBERTA’ D’INSEGNAMENTO NON SI TOCCA!

protesta buona scuola

Dall’inizio dell’emergenza coronavirus, i docenti hanno mostrato grande generosità, senso del dovere ed impegno. Di fronte avevano:
• indicazioni contraddittorie
• dirigenti scolastici spesso (non sempre) impreparati e avvezzi a scavalcare ogni regola
• confusione e protocolli completamente diversi tra una scuola e un’altra
In realtà, è emersa nuovamente la capacità dei docenti di lavorare anche nelle condizioni più difficili e solo grazie alla loro generosità e alla collaborazione degli studenti la scuola è stata in grado di non fermarsi, come ama ripetere la Ministra Azzolina. Tuttavia, proprio a causa della confusione che si è creata, riteniamo necessario sottolineare alcuni aspetti di fondamentale importanza.

Alcuni punti fermi

  1. LA DIDATTICA A DISTANZA (DAD) E’ VOLONTARIA (almeno fino al momento in cui scriviamo), e affidata al senso di responsabilità degli insegnanti: non può quindi essere resa obbligatoria, né per i docenti né per gli studenti, nelle sue modalità e non può mettere in discussione la libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione. I docenti non sono obbligati alle videolezioni, che tra l’altro presentano notevoli difficoltà tecniche indipendenti dalle capacità informatiche (linea Internet intermittente, piattaforme sovraccariche ecc) e non sono tenuti a rispettare l’orario di servizio in quanto non si trovano in classe ma in un contesto personale e familiare completamente diverso.
  2. SIAMO DI FRONTE A RICHIESTE SPESSO GRAVI, ILLEGITTIME, CONTRADDITORIE. La richiesta pervenuta a molti colleghi di lasciare le telecamere accese e lasciare la lezione in rete è palesemente illegale e viola il tanto sbandierato diritto alla privacy, nonché il famigerato GRPD del 2016, sul quale siamo stati tanto formati. Le indicazioni fornite da molte scuole, costringono gli studenti a passare ore di fronte ai videoterminali, in barba ad anni di educazione all’uso consapevole degli strumenti telematici. È assolutamente inammissibile, inoltre, la convocazione degli organismi collegiali, con annessa richiesta di iscriversi a piattaforme, a cui voler riconoscere addirittura carattere ufficiale. L’uso degli strumenti telematici compete all’insegnante e le modalità di svolgimento del suo lavoro non possono essere regolate da circolari o ordini di servizio del dirigente. È inaccettabile ed illegale (falso in atto pubblico) la richiesta di segnare le assenze ed improponibile procedere con le valutazioni.
  3. LA DAD NON PUÒ SOSTITUIRE LA PRESENZA. Le difficoltà oggettive che i docenti stanno affrontando dimostrano ancora una volta come il lavoro da casa non sia assolutamente praticabile se non in una situazione eccezionale come questa. Tanti si stanno fregando le mani al pensiero del business che potranno fare grazie all’implementazione della DAD nel futuro: per noi non è in alcun modo possibile! Le più grandi multinazionali dei big data, da Google a Microsoft, stanno utilizzando l’emergenza come cavallo di Troia per entrare definitivamente nel mondo dell’istruzione, in barba ad ogni tutela della privacy e dei diritti digitali degli studenti. Si licet parva cum magnis componere, anche la piccola Argo Software punta a ritagliarsi il suo ruolo. La DAD può salvare il salvabile in un contesto come quello attuale, e consente a ragazzi che si trovano in un percorso di crescita di mantenere un punto di riferimento in un momento così complesso, ma in condizioni non emergenziali non è possibile fare scuola senza il contatto diretto con gli studenti, senza il dialogo e la relazione, che nessuno spazio virtuale potrà mai garantire. I fanatici del rigore e i teorizzatori del favoloso mondo dello smart working si rassegnino: questo modello in un contesto ordinario produrrebbe disastri.
  4. LA DAD NON E’ INCLUSIVA, anzi ricalca e acuisce le differenze sociali e territoriali presenti in Italia, riproponendo un modello di scuole di serie A e serie B ed acuendo ulteriormente il divario Nord/Sud. La DAD penalizza ulteriormente gli studenti più deboli come gli alunni BES ed ancor più i diversamente abili, non sempre messi nella possibilità o non in grado di padroneggiare gli strumenti telematici, e che in generale, hanno ancora più bisogno, dal punto di vista umano e didattico, del rapporto diretto e continuo con l’insegnante di sostegno ed i docenti curricolari.
  5. COME SI PUÒ PROSEGUIRE, SECONDO NOI? Ribadiamo innanzitutto che l’adesione da parte di docenti e studenti non può che essere volontaria. L’unica valutazione possibile è quella formativa, per la sommativa ci si deve attenere agli ultimi dati “in presenza”. Per le classi che si apprestano a svolgere l’esame di maturità e per tutto il triennio, proponiamo la cancellazione del sistema dei crediti. Non è possibile, inoltre, in questa fase, presentare né rimodulare programmazioni. Se non siamo in grado di sapere in che modo si concluderà l’anno scolastico, su quali basi potremmo presentare programmazioni che abbiano un minimo di credibilità?

Riconosciamo la straordinarietà della situazione. Rivendichiamo come docenti il senso di responsabilità dimostrato dalla categoria, ma ribadiamo che l’eccezionalità degli eventi non può autorizzare ministri, tecnici del MIUR e dirigenti scolastici, a scavalcare le regole. Non possono pretendere di imporre metodologie ed attività non previste dal contratto nazionale di lavoro e dal Testo Unico della Scuola, al momento uniche fonti normative, insieme alla Costituzione, cui i docenti sono tenuti a fare riferimento per il loro lavoro.

La crisi attuale, come ogni crisi, palesa l’esistenza di due schieramenti

Da un lato ci sono coloro che stanno ponendo le basi per trasformare l’emergenza in atto in opportunità per la definitiva distruzione del sistema pubblico dell’istruzione, la fine della libertà d’insegnamento e la resa senza condizioni al neoliberismo; dall’altro migliaia di insegnanti, donne e uomini dotati di grande volontà e senso del dovere, che continuano a difendere il carattere di fondamentale umanità della relazione educativa e la sua irriducibilità alle esigenze del profitto, tentando di non interrompere il dialogo pedagogico con i loro alunni pur in condizioni realmente difficili.
La pandemia ha reso e renderà sempre più evidenti le contraddizioni della società ingiusta e piena di squilibri in cui viviamo: noi abbiamo scelto di stare dalla parte della democrazia, dell’uguaglianza, della libertà. Stiamo dalla parte della vita umana.
POTERE AL POPOLO-TAVOLO SCUOLA NAPOLI

Exit mobile version