Finalmente, in seguito alla sentenza della Corte d’Appello del giugno 2022, il Comune di Firenze ha dovuto modificare le regole interne per l’assegnazione della residenza alle persone che abitano in edifici occupati.
Si tratta di centinaia di nuclei familiari non in grado di pagare un affitto in una città sempre più esclusiva come Firenze, che finiscono in mezzo a una strada, ma che grazie ai movimenti per il diritto all’abitare della nostra città hanno trovato un tetto sulla testa. Checchè ne dicano la destra (e il Pd che governa la nostra città), chi “occupa” va a riempire edifici vuoti da anni (proprietà di immobiliaristi, banche o del pubblico), quelli sì, occupati dai detentori di capitale in nome della speculazione edilizia, che ha come corollario l’aumento spropositato del prezzo degli affitti.
Nel 2014, Lupi, Ministro del Governo Renzi, aveva tolto agli occupanti il diritto di richiedere la residenza, favorendo così la grande speculazione immobiliare e negando il diritto alla casa a centinaia di migliaia di persone nel nostro paese. Una linea dura ulteriormente inapsrita a Firenze dall’assurdità del regolamento di accesso alla residenza, che ha già provocato migliaia di cancellazioni di senza fissa dimora, con le gravi conseguenze in termini di accesso alle cure mediche, all’istruzione pubblica, al reddito e ai diritti politici. Grazie a questa determina dirigenziale a Firenze le famiglie in occupazione possono a tutti gli effetti essere considerate dei senza fissa dimora e dunque richiedere la residenza “virtuale” in via del Leone 35.
Una vittoria raggiunta grazie all’impegno di Giuseppe Cazzato, storico militante del Movimento di Lotta per la Casa, e all’associazione degli Avvocati di Strada. Una piccola goccia di speranza di cui Lorenzo Bargellini sarebbe stato felice, nell’imbarbarimento generale del mercato degli affitti che, in barba alle promesse del periodo pandemico, la nostra città sta vivendo.