Il settore dello spettacolo dal vivo vive da troppo tempo una situazione di precarietà. Anni di politiche neoliberiste hanno prodotto un continuo smantellamento di tutele per tutte le operatrici e gli operatori del settore, nonché un costante disinvestimento statale che ha portato, oltre che a un abbassamento dei livelli occupazionali, a una difficile sussistenza per le piccole realtà culturali.
L’emergenza sanitaria iniziata a marzo ha fatto emergere con forza tutte le criticità preesistenti. Le misure che il Governo ha messo in atto per le lavoratrici e i lavoratori sono state, e continuano ad essere, inique e insufficienti.
Sono uno specchio di quanto la politica ignori le reali condizioni contrattuali e di vita di chi svolge la propria professione nell’ambito dello spettacolo e della cultura.
I sussidi una tantum, in alcuni casi ancora non elargiti e non riuscendo a coprire la platea degli addetti ai lavori, sono irrisori per poter sostenere una esistenza dignitosa.
Oltre a questa beffa, anche un danno: la tanto pubblicizzata riapertura del 15 giugno è stata, come ampiamente previsto, una falsa ripartenza. Poche sono state le produzioni ripartite e le professionalità coinvolte, come emerge dalle inchieste condotte dalle lavoratrici e lavoratori. Il livello occupazionale si attesta intorno al 50%, di questa metà la media di giornate lavorative effettuate è intorno alle 10.
L’ulteriore chiusura di teatri, cinema, sale concerti e in generale luoghi dello spettacolo, decretata dal nuovo DPCM ha esasperato gli animi di chi già lavorava in maniera intermittente e non continuativa (nei fatti da precaria o precario), o addirittura non era riuscito ancora a riprendere la propria professione.
Le nostre proposte
- ISTITUZIONE DI UN REDDITO DI EMERGENZA: il settore necessita nell’immediato dell’istituzione di un reddito di emergenza che duri fino alla piena ripresa delle attività, presumibilmente la fine del 2021.
- NUOVI MODELLI DI INDENNITÀ: parallelamente occorre lavorare a livello strutturale per l’introduzione di nuovi modelli di indennità che tuteli le lavoratrici e lavoratori nei periodi non contrattualizzati, considerando l’ atipicità del loro settore, oltre che a una nuova visione di investimenti e di politica culturale che superi l’attuale sistema del FUS.
- STABILIZZAZIONE DI PRECARI E PRECARIE: è necessario stabilizzare i precari delle fondazioni Lirico Sinfoniche, oltre che estendere le tutele di maternità, malattia e disoccupazione agli autonomi, che in questo settore lo sono esclusivamente per motivi contrattuali.
- CASSETTO PREVIDENZIALE PER EDUCATRICI ED EDUCATORI bisogna istituire un codice ex-enpals per i formatori delle arti e dei mestieri dello spettacolo superando così la disuguaglianza creata da un doppio cassetto previdenziale.
Come chiediamo da mesi e promesso, ma disatteso, da questo Governo, queste misure devono essere discusse a un tavolo interministeriale con Ministero del Lavoro, Mibact e Presidenza del Consiglio, a cui siedano sia le rappresentanze sindacali che i movimenti autonomi dei lavoratori e delle lavoratrici del settore spettacolo e cultura, in cui si discuta di una realtà e certa ripartenza in sicurezza.
Per queste ragioni e con questi contenuti scenderemo in piazza al fianco di lavoratrici e lavoratori il prossimo 30 Ottobre, nella giornata di mobilitazione indetta dai sindacati confederali. Sono numerose le critiche che muoviamo a questi sindacati, sia sul mondo del lavoro che su quello dello spettacolo, pensiamo però che prima di tutto sia necessario far circolare queste parole d’ordine all’interno del settore lavorativo, che per anni ha visto una totale lontananza da pratiche di lotta, e che nel corso dell’ultimo anno si è fortemente riattivato, la testimonianze sono le decine di appuntamenti da Marzo ad oggi.
Al di là delle sigle sindacali c’è bisogno di una forte presa di coscienza e di attivazione in questo settore, per un’organizzazione come Potere al Popolo è necessario essere presenti in questi momenti di piazza al fianco di chi si mobilita.
Siamo altresì consapevoli di non essere gli unici sofferenti in questo periodo di emergenza ed è per questo che, auspicando un unione delle precarie e precari, ci teniamo a dare la nostra solidarietà alle altre lavoratrici e lavoratori in lotta.
Potere al Popolo! Cultura e Spettacolo