Un disastro di proporzioni inaudite il nubifragio e la tromba d’aria di ieri: allagamenti, crolli, più di 500 alberi distrutti, il giardino Giusti devastato. Sindaco e giunta si difendono parlando di imprevedibilità ed eccezionalità del fenomeno e si auto-assolvono da qualsiasi responsabilità.
Ma quello successo ieri è stato il quarto evento simile in pochi mesi. Tutte le volte ad essere colpita è stata la parte est della città: Veronetta, Borgo Venezia, via XX Settembre, San Nazaro, lungadige porta Vittoria. Oltre ai portoni Borsari di cui proprio il sindaco aveva vantato i lavori e la messa in sicurezza salvo essere impietosamente smentito dai fatti. Ieri però i danni sono stati ovunque: ma in questi mesi l’amministrazione che cosa ha fatto? Assolutamente nulla.
L’attività di ordinaria amministrazione e di ripulitura del sistema fognario è stata poca e malfatta, la cura per il verde pubblico inesistente, l’allarme per i cambiamenti climatici addirittura ridicolizzato e contrastato. A novembre dello scorso anno il deputato e consigliere comunale della Lega Comencini organizzava il convegno dai toni negazionisti “cambiamenti climatici e informazione scientifica”, all’hotel Due Torri, con il patrocinio di Serit. Ma se “prevenzione” per questo tipo di fenomeni è una parola sconosciuta, “sicurezza” viene invece usata a getto continuo.
Un passo avanti si potrà fare quando “sicurezza” vorrà dire cura e manutenzione del territorio, corretta gestione idro geologica, stop al consumo di suolo, alla grandi opere, alle opere inutili per i cittadini.
Ma la situazione della città è grave anche per le condizioni delle aziende partecipate. Agsm è senza presidente dopo lo scontro sul mancato allargamento alla multiutility lombarda A2A; Amia è investita da uno scandalo e ha un ex presidente ai domiciliari; Acqueveronesi certo non ha brillato per efficienza nella gestione del sistema fognario. Aggiungiamoci anche Atv, senza un piano per i trasporti in linea con le norme anti Covid, che a pochi giorni dalla riapertura delle scuole parla di “bus a capienza completa” quando non ha fatto ancora ripartire il servizio serale.
Crisi ambientale e pandemia fanno venire al pettine i tanti nodi e i tanti problemi di una città che sembra senza guida e senza direzione. Le politiche securitarie sono l’esatto contrario della sicurezza, grandi opere e consumo di suolo le premesse per nuovi disastri su un territorio già abbondantemente disastrato. Verona non può continuare ad essere governata dall’incuria e dall’abbandono: Sboarina e la sua giunta devono dimettersi!