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[TORINO] DIBATTITO INTERNAZIONALISTA SULLA PALESTINA

CON LA PALESTINA FINO ALLA VITTORIA
UNO SGUARDO INTERNAZIONALISTA PER ORGANIZZARCI E CONTINUARE A SOSTENERE LA LOTTA E LA RESISTENZA DEL POPOLO PALESTINESE
GIOVEDI’ 7 NOVEMBRE H 20 in CASA DEL POPOLO ESTELLA (TORINO, VIA MARTINETTO 5H)

Dallo scorso 7 ottobre, data strumentalmente utilizzata da Israele per lanciare l’offensiva finale di un progetto di colonizzazione e genocidio iniziato da oltre 70 anni, l’azione violenta e oppressiva dello stato sionista ai danni del popolo palestinese è stata subito sostenuta da tutti i governi occidentali e dai media a loro seguito.

Da quel giorno però milioni di persone sono scese in piazza in centinaia di città di tutto il mondo, in solidarietà al popolo palestinese e per chiedere un immediato cessate il fuoco.

Dopo oltre 45 giorni di assedio da parte di Israele sulla striscia di Gaza e sulla Cisgiordania, con orribili e violenti bombardamenti che non hanno risparmiato ospedali, scuole, ambulanze, provocando l’uccisione di oltre 15 000 tra civili, medici, giornalisti, donne e 6500 bambini, lo scorso 24 novembre é stata proclamata una pausa umanitaria, con cessazione delle ostilità, di 4 giorni (poi prolungata).

Una tregua che però non ci fa tirare un sospiro di sollievo. Abbiamo infatti visto gli spari da parte dei militari israeliani sulle famiglie che accorrevano ad accogliere la liberazione degli ostaggi palestinesi e gli spari sulla folla che provava a tornare nel Nord di Gaza verso le proprie case, così come la continuazione dei bombardamenti a Sud di Gaza, nonostante Israele continui a proclamarla zona sicura.

Le dichiarazioni di ministri o ex ministri israeliani, sicuri del silenzio e della complicità dei governi occidentali, stanno diventando sempre più esplicite. Il fidato e influente consigliere governativo Giora Eiland definisce tutti i palestinesi come “obiettivi accettabili e meritevoli di punizioni”, nominando anche “gli addetti ospedalieri, i dirigenti scolastici e l’intera popolazione di Gaza”, e a chi gli fa notare che sono in atto gravi epidemie a causa dei bombardamenti israeliani risponde che queste “avvicineranno sempre di più la vittoria”.

Se questa è la strategia ormai palesata dell’entità sionista e dei governi occidentali al suo seguito, non così la pensano i popoli del mondo.

Anche nel nostro Paese migliaia di persone sono scese in piazza contro l’azione colonizzatrice di Israele. Dopo le occupazioni delle principali Università italiane, da Napoli a Padova, da Roma a Torino, e l’azione dei portuali di tutto il mondo che hanno bloccato le armi verso Israele, continuiamo a scendere in piazza, prendere parte al sostegno della lotta e della resistenza palestinese e a cercare di tenere alta l’attenzione sul genocidio in corso ai danni del popolo palestinese, soggiogato da una politica di apartheid da oltre 70, convintə che non ci sarà mai pace sotto occupazione e che l’unica soluzione possibile possa essere solo politica, raggiungibile solo attraverso la fine dell’occupazione.

A Torino siamo scesi in piazza ogni settimana con la comunità palestinese e abbiamo preso parte alle varie iniziative di agitazione e sostegno nelle università e nei diversi punti della città dove è stato possibile esporre una bandiera palestinese o denunciare il genocidio in corso, sanzionando le aziende multinazionali che appoggiano Israele (come Carrefour, Mc Donald e Burger King), nell’ambito della campagna di boicottaggio promossa da Bds.

Il 25 novembre a Roma abbiamo partecipato al corteo di Non Una di Meno con parole chiare: “Senza libertà per le donne palestinesi nessunə è liberə”.

E, tuttavia, proprio in quel contesto abbiamo assistito a qualcosa che non possiamo ignorare: l’aggressione a una giovane compagna palestinese, Maya Issa, solo perché sventolava una bandiera palestinese. Come denunciato anche dai Giovani Palestinesi di Italia, quella a Maya non è la prima aggressione delle ultime settimane. Constatiamo, infatti, una sempre maggiore criminalizzazione della solidarietà per il popolo palestinese e una sempre più crescente discriminazione anti-palestinese e anti-araba, che tocca alti picchi di sentimento islamofobo. A fomentare questi sentimenti di odio, la narrazione totalmente schiacciata a favore dell’entità sionista, portata avanti dai media mainstream  e dai governi occidentali.

È per tutti questi motivi che, pur continuando a prendere parte alla mobilitazione, riteniamo necessario proporre momenti di discussione e approfondimento, per riacquistare lucidità e prepararci al futuro. Dopo una prima iniziativa incentrata sui fatti storici e l’attualità della questione palestinese, organizzata in Casa del Popolo Estella il  23 ottobre, abbiamo, infatti, bisogno di informarci e discutere su come andare avanti, provando ad estendere lo sguardo oltre i nostri orizzonti. Per far questo, vogliamo confrontarci con chi può fornirci un approfondimento internazionale e internazionalista sulle mobilitazioni in sostegno della Palestina, con specifico riferimento all’azione dell’Assemblea dei Popoli e alle dinamiche politiche e di mobilitazione del mondo arabo e islamico. Vogliamo, inoltre, soffermarci sul che fare? dopo questi primi due mesi di mobilitazione, individuando percorsi e modalità di lotta a sostegno della causa palestinese, e comprendere come fare in modo che la lotta di un popolo oppresso diventi la lotta di tutti i popoli oppressi nel mondo.

Ne discutiamo con:

  • Viola Carofalo – Esecutivo Potere al Popolo
  • Maurizio Coppola – Assemblea dei Popoli
  • Alba Nabulsi, giornalista italo-palestinese
  • Alex – Bds Torino
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