Toscana

[Siena] É il momento di Potere al Popolo

A Siena, per diversi, cruciali, decenni, Mps, banca e Fondazione, e politica sono stati complementari. Fino a fare della Fondazione un’erogatrice di welfare state e un pesante motore clientelare cittadino.

Siena è una realtà paradigmatica nel contesto delle città a trazione monocolore rosso sin dal dopoguerra e nello scenario più ampio regionale e italiano.

E’ una città che ha brillato per alti standard di qualità della vita, bassissima disoccupazione, fanalino di coda nelle graduatorie sulla insicurezza e la criminalità.

Ha avuto dalla sua un tessuto sociale cittadino innervato dalla rete mutualistica delle Contrade. Anomalia sana dentro un corpo che si stava ammalando insieme alla Banca e ai tentacoli della politica.

Si trova oggi con una crisi di identità senza precedenti, con un crack finanziario bancario che ha prosciugato le sorgenti di risorse e le buone ricadute occupazionali.

E’passata da una crisi di bilancio della prestigiosa Università degli Studi a una flessione occupazionale e di qualità dell’Azienda Ospedaliera che ha rispecchiato in toto la politica di svendita ai privati promossa a livello regionale dal Governatore Rossi (LeU).

Siena si trova oggi con un PD, partito padrone della città, prima PdS, poi Ds, in forte crollo di consensi, un’opposizione di centrodestra, spesso complice e aggrovigliata col sistema di potere, divisa in più schieramenti e liste, un’esplosione di civismo che spesso nasconde qualunquismo e trasformismo. Si ritrova con due sedi di partiti neofascisti, CasaPound e Forza Nuova, in pieno centro storico e in forte presa sull’immaginario giovanile locale. Si sveglia, dopo l’era d’oro degli anni ’80 e ’90, con periferie distanti dalla città, piccoli dormitori isolati e privi di servizi, Centri Giovanili chiusi e assenza di prospettiva e progettualità sulle nuove generazioni ricche di migranti e di figli di migranti.

Siena si ritrova “normale”. Con una crisi occupazionale che ancora deve dare i suoi morsi più feroci, ma che già fa sentire i denti su Bassilichi e Whirlpool e MPS stesso.

Dunque un pieno paradigma della città rossa (gradualmente sempre più rosa) preda degli appetiti trasversali di poteri come la Finanza e la Massoneria e laboratorio della crescente privatizzazione dei beni comuni.

E si trova davanti un bivio: da una parte la reazione qualunquista e di destra, ferocemente avversa agli stranieri, agli studenti fuori sede, alle innovazioni ambientali, alla messa in atto di una riappropriazione pubblica delle risorse e delle possibilità. Una reazione montante, disordinata ma pericolosa, che fa il paio con la gestione “moderata” dell’esistente da parte delle forze politiche in crescente faida interna al Partito Democratico.

Dall’altra una possibilità, l’unica, di cambiamento da sinistra. Una pratica e un percorso che rispondono al malcontento e alla crisi con il loro governo dal basso. Dalla società e dal territorio alla politica, e non viceversa. Questo è Potere al Popolo Siena, questa è la scommessa da giocare, entro il quadro non esaustivo delle elezioni comunali, in condivisione con la lista Sinistra per Siena (già in Consiglio Comunale sui banchi dell’opposizione), e dentro lo scenario più ampio del territorio e delle sue potenzialità. Connettere forze e legami a partire da valori e pratiche di auto-aiuto. Sostenere con consapevolezza nuova e radicale i lavoratori delle poche aziende locali, in forte crisi, e puntare sull’unione tra precari, studenti, migranti, cittadini delusi dalla politica e dall’amministrazione del Partito Democratico, dalle reti clientelari e dai centri di potere che innervano clan e gruppi che speculano sul caro-casa, sul turismo, sullo sport.

Potere al Popolo è l’unica difesa al neofascismo borghese e al crollo inesorabile della tenuta sociale derivante dalle crisi liberiste e dalle svendite dei beni comuni.

Potere al Popolo, di fronte al paradigma senese, non è più un’anomalia, è una reale necessità.

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