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SIAMO STATI SPIATI E INFILTRATI DALLA POLIZIA

Per ben dieci mesi un giovane agente, a poco tempo dal suo giuramento, ha partecipato riunioni, manifestazioni di piazza, assemblee nazionali, volantinaggi, alla nostra vita quotidiana. Alla vita di un’organizzazione – un partito politico – fondamenta della nostra Costituzione.

In un’intervista a Fanpage (che ringraziamo) abbiamo raccontato le dinamiche dell’operazione: un giovane pugliese, studente fuorisede, decide di partecipare alle nostre attività politiche e sociali, in maniera estremamente precisa e assidua. Non mancava mai agli appuntamenti, eppure sfuggiva a qualsiasi momento di socialità coi suoi coetanei, a qualsiasi dettaglio sulla sua vita personale, attuale o pregressa. Profili social quasi vuoti, nessun legame costruito in mesi e mesi. Assai strano per un giovane di quell’età, tanto da insospettire proprio le persone che si trovavano più spesso in sua presenza.

A quel punto abbiamo deciso di approfondire la cosa. Facendo delle ricerche è venuta fuori la sua assunzione in Polizia, al termine del corso, con tanto di nominativo, data di nascita e punteggio. Come ricostruisce Fanpage, si tratterebbe di un agente figlio di poliziotto, con altri parenti in Polizia, entrato in servizio nel 2023. La sua presa di incarico sarebbe avvenuta due mesi dopo, a quanto riportato dai documenti del Ministero dell’Interno.

Per fugare dubbi su possibili omonimie, nella ricerca si è risaliti, attraverso alcuni sui contatti social, ad altri amici, anche loro poliziotti. E da lì ci siamo ritrovati online le foto del giuramento in Polizia, ma anche foto di feste ed incontri con altri colleghi. Tutti in divisa.

Mentre raccogliamo informazioni, arriva il 1°maggio. Alla fine della manifestazione cittadina, per puro caso, questa persona viene vista, da un nostro attivista, entrare in un ristorante e fermarsi a parlare per circa 15 minuti con delle persone vestite in giacca e cravatta ad un tavolo, in quello che ci è parso essere un momento di possibile scambio di informazioni.

A quel punto, alla luce di questi elementi, abbiamo allontanato il giovane, spiegandogli, ovviamente, che non era più gradito nei nostri spazi e nelle nostre attività quotidiane. Lui non ha provato nemmeno a chiedere spiegazioni, salvo poi effettuare una telefonata in un secondo momento, ad un attivista, e restare in silenzio buttando giù la cornetta quando gli è stato chiesto delle foto del suo giuramento…

Abbiamo ricostruito brevemente lo storico di questa vicenda perché confermerebbe un’operazione di spionaggio e infiltrazione di un partito politico che, se ordinata dal Governo, si configurerebbe come un attentato alla democrazia e alla sicurezza di tutta la cittadinanza perpetrato dalle più alte sfere dello Stato.

Pochi mesi fa, la pubblicazione dell’inchiesta di Fanpage “Gioventù Meloniana” svelava come tra i giovani di FDI fossero ancora attualissimi saluti romani, cori razzisti etc. Nei giorni successivi Giorgia Meloni dichiarò che “infiltrarsi nelle riunioni dei partiti politici è un metodo da regime”. In realtà se un giornale fa un’inchiesta su un partito politico, di regime non c’è nulla.

Ma che diciamo quando a infiltrare un’organizzazione democratica come un partito politico sono gli stessi apparati dello Stato? Non sono metodi da regime che mettono in questione l’operato dell’intero governo?
Giorgia Meloni crede sia consentito al Ministero degli Interni di infiltrare un partito politico?
Non crede, il ministro Piantedosi, che la situazione, se iniziamo a unire i puntini, sia piuttosto inquietante? Prima la notizia dello spionaggio tramite lo spyware Paragon a danno di giornalisti (Fanpage) e organizzazioni non governative (Mediterranea), ora l’infiltrazione di un partito politico. Dobbiamo pensare che questo Governo non è in grado di tollerare alcuna forma di dissenso al punto da dover ricorrere a metodi da regime?

Perché questa operazione? Chi l’ha decisa, pianificata, ordinata? Vogliamo davvero che il nostro Paese si trasformi in un regime autocratico?

Oggi è capitato a noi, ma non riguarda “semplicemente” Potere al Popolo, né un singolo consesso di attivisti e militanti. Questa storia riguarda tutti: riguarda l’idea di “democrazia” che hanno in mente gli apparati di Stato e di Governo, un modello di società sempre più reazionario, repressivo, autoritario.
Fenomeni di questo tipo non sono nuovi, purtroppo, nella memoria dei movimenti  in Italia e in tutto il mondo: operazioni che tentano di reperire informazioni, di distruggere e rallentare percorsi di lotta, di gettare discredito e isolare militanti e attivisti dal corpo vivo della società.

Di quale democrazia parliamo se lo Stato con le sue forze repressive ti entra in casa, ti spia, ti infiltra, mentre produce alla luce del sole i decreti sicurezza che criminalizzano e attaccano ferocemente le lotte sindacali, le realtà sociali e autorganizzate, il diritto al dissenso? Il quadro si fa più inquietante se pensiamo che lo stesso Decreto sicurezza che è andato ieri in approvazione definitiva, contiene una norma che potenzia le attività sotto copertura dei servizi segreti, consentendo agli agenti non solo di partecipare alle organizzazioni considerate dagli inquirenti eversive, ma anche di dirigerle e guidarle, persino arruolando nuovi membri. Nei fatti si è dato l’ok a operazioni di criminalizzazione e repressione molto sofisticate.

Tutte le nostre attività sociali avvengono alla luce del sole e coinvolgono migliaia di cittadini, tutte le rivendicazioni e le battaglie politiche a cui ci dedichiamo le portiamo avanti a testa alta.

Non siamo noi a doverci nascondere, è chi difende i privilegi dei potenti, chi protegge gli sfruttatori, chi soffia sui venti di guerra, giustifica un genocidio e vorrebbe silenziare qualsiasi forma di ribellione a doverlo fare.

Ecco perchè facciamo appello a tutte le compagne e i compagni, attiviste e attivisti, alle realtà che quotidianamente lavorano per migliorare la società in cui viviamo, e a chiunque abbia a cuore un minimo che si garantiscano le libertà di organizzarsi e dissentire collettivamente in democrazia, i fondamenti minimi di uno stato di diritto, chiedendovi di dare voce a questa notizia, di prendere posizione, di non far passare sotto silenzio quello che è accaduto e che può accadere ancora.

Uniti siamo tutto!

FAQ:

  • Perché usava la sua vera identità e non una di copertura?
    Non si può più usare facilmente una identità di copertura perché se in una organizzazione si presenta un ragazzo di vent’anni senza social o con account aperti da poco parte subito il sospetto. Meglio dunque “ripulire” social esistenti da contenuti o amicizie sospetti e presentarsi in modo realistico: è esattamente quello che è stato fatto in questo caso.
  • Non poteva essere semplicemente un poliziotto di sinistra che non ha comunicato la sua professione per paura di essere allontanato?
    No, per diversi motivi. Un poliziotto non si espone pubblicamente attaccando davanti alle forze dell’ordine i manifesti per rinominare le strade, parlando in pubblico al megafono, accendendo fumogeni, stando tra le prime file ai cortei anche in situazione di tensione tipo Giro d’Italia, perchè verrebbe certamente riconosciuto dai colleghi e subirebbe sanzioni disciplinari. Senza contare che non si capisce quando lavorasse, essendo sempre presente.
SIAMO STATI SPIATI E INFILTRATI DALLA POLIZIA

COMUNICATO STAMPA

Potere al Popolo: “SIAMO STATI SPIATI E INFILTRATI DALLA POLIZIA”

Granato: “Non è l’attacco a uno specifico partito politico, ma ai più basilari diritti democratici”

Per ben dieci mesi un giovane agente, a poco tempo dal suo giuramento, ha partecipato a riunioni, manifestazioni di piazza, assemblee nazionali, volantinaggi, attacchinaggi, alla vita quotidiana di Potere al Popolo (PaP). Una di quelle organizzazioni – un partito politico – fondamento della costituzione antifascista.

A rilevarlo è Giuliano Granato, portavoce nazionale di Potere al Popolo, che dichiara: “Il tentativo di infiltrazione è avvenuto a Napoli. Questa persona è un ragazzo di 21 anni che si è presentato a noi come uno studente fuorisede. Ci ha detto che nell’anno precedente aveva studiato all’Università di Bari, ma quando abbiamo fatto delle verifiche abbiamo scoperto che sì stava studiando, ma alla scuola di Polizia. Facendo una ricerca approfondita abbiamo scoperto che questa persona aveva due vite: da una parte la storia che conoscevamo, dall’altra una persona con foto in divisa di Polizia, al giuramento, in diverse feste con i suoi colleghi. Questo ci ha dato la certezza.

Quando gli abbiamo fatto presente che non era gradito e che avevamo compreso quello che stava succedendo, anziché provare a dare spiegazioni, semplicemente ha risposto ‘buona giornata’, ed è andato via.

Ha partecipato a tutti i fronti di lotta che abbiamo, all’assemblea nazionale di PaP, alle battaglie contro gli sfratti, alle riunioni e manifestazioni. Un’operazione” continua Granato “che, se ordinata dal Governo, si configurerebbe come un attentato alla democrazia e alla sicurezza di tutta la cittadinanza perpetrato dalle più alte sfere dello Stato.”

“Rivolgiamo queste domande a Meloni e Piantedosi: è consentito che il Ministero degli Interni infiltri un partito politico? Non è che tra DL Sicurezza e queste operazioni vi sia scappato il dito sui tasti del ‘copia incolla’ delle ‘leggi fascistissime’?”

“Non èl’attacco a uno specifico partito politico, ma alle fondamenta di uno Stato democratico e di diritto. Questo colpisce tutte e tutti noi. Perché questa operazione? Chi l’ha decisa, pianificata, ordinata? Vogliamo davvero che il nostro Paese si trasformi, passo dopo passo, in un regime autocratico?” conclude Granato.

Potere al Popolo: “WE WERE SPYED AND INFILTRATED BY THE POLICE”

Granato: ‘This is not an attack on a specific political party, but on the most basic democratic rights.’

For ten months, a young police officer, shortly after being sworn in, participated in meetings, street demonstrations, national assemblies, leafleting, postering and the daily life of Potere al Popolo (PaP) – a political party which is the foundation of the anti-fascist constitution.

This was revealed by Giuliano Granato, national spokesperson for Potere al Popolo, who stated: “The infiltration attempt took place in Naples. This person is a 21-year-young man who introduced himself to us as a student living away from home. He told us that he had studied at the University of Bari the previous year, but when we checked, we discovered that he was indeed studying, but at the police academy. By making a deeper research, we discovered that this person had two lives: on the one hand, the story we knew, and on the other, a person with photos in police uniform, taking the oath, at various celebrations with his colleagues. This confirmed our suspicions.

When we told him that he was not welcome and that we understood what was going on, instead of trying to explain himself, he simply said “have a nice day” and left.

He participated in all our struggles, in the national assembly of PaP, in the battles against evictions, in meetings and demonstrations. An operation,‘ Granato continues, ’which, if ordered by the government, would constitute an attack on democracy and the security of all citizens perpetrated by the highest echelons of the state.”

“We put these questions to Prime Minister Meloni and Interior Minister Piantedosi: is it permissible for the Ministry of the Interior to infiltrate a political party? Is it not the case that, between the Security Decree and these operations, you have slipped up and ‘copy-pasted’ the ‘fascist laws’?”

“This is not an attack on a specific political party, but on the foundations of a democratic state governed by the rule of law. This affects all of us. Why this operation? Who decided, planned and ordered it? Do we really want our country to be transformed, step by step, into an autocratic regime?” concludes Granato.

Potere al Popolo: «HEMOS SIDO ESPIADOS E INFILTRADOS POR LA POLICÍA»

Granato: «No es un ataque a un partido político concreto, sino a los derechos democráticos más básicos.»

Durante diez meses, un joven agente, poco después de prestar juramento, participó en reuniones, manifestaciones, asambleas nacionales, reparto de folletos, pegada de carteles y en la vida cotidiana de Potere al Popolo — un partido político que es la base de la Constitución antifascista.

Así lo ha revelado Giuliano Granato, portavoz nacional de Potere al Popolo, quien declara: «El intento de infiltración tuvo lugar en Nápoles. Se trata de un joven de 21 años que se presentó ante nosotros como un estudiante fuera de su ciudad. Nos dijo que el año anterior había estudiado en la Universidad de Bari, pero cuando lo comprobamos descubrimos que sí estaba estudiando, pero en la academia de policía. Tras realizar una investigación exhaustiva, descubrimos que esta persona tenía dos vidas: por un lado, la historia que conocíamos y, por otro, una persona con fotos en uniforme de policía, en la jura del cargo, en diferentes fiestas con sus compañeros. Esto nos dio la certeza.

Cuando le hicimos saber que no era bienvenido y que habíamos comprendido lo que estaba pasando, en lugar de intentar dar explicaciones, simplemente respondió «buen día» y se marchó.

Participó en todos los frentes de lucha que tenemos, en la asamblea nacional del PaP, en las batallas contra los desahucios, en las reuniones y manifestaciones. Una operación —continúa Granato— que, si fuera ordenada por el Gobierno, se configuraría como un atentado contra la democracia y la seguridad de toda la ciudadanía perpetrado por las más altas esferas del Estado».

«Dirigimos estas preguntas a Primera Ministra Meloni y al Ministro del Interior Piantedosi: ¿está permitido que el Ministerio del Interior se infiltre en un partido político? ¿No es que entre el DL Seguridad y estas operaciones se les ha escapado el dedo en el botón de ‘copiar y pega’ de las ‘leyes fascistísimas’?»

«No se trata de un ataque a un partido político concreto, sino a los cimientos de un Estado democrático y de derecho. Esto nos afecta a todos y a todas. ¿Por qué esta operación? ¿Quién la ha decidido, planificado y ordenado? ¿Realmente queremos que nuestro país se convierta, paso a paso, en un régimen autocrático?», concluye Granato.

Potere al Popolo: « NOUS AVONS ÉTÉ ESPIONNÉS ET INFILTRÉS PAR LA POLICE »

Granato : « Ce n’est pas une attaque contre un parti politique spécifique, mais contre les droits démocratiques les plus fondamentaux ».

Pendant dix mois, un jeune agent, peu après sa prestation de serment, a participé à des réunions, des manifestations, des assemblées nationales, des distributions de tracts, des affichages, à la vie quotidienne de Potere al Popolo (PaP) – a un parti politique qui fait part des fondements de la constitution antifasciste.

C’est Giuliano Granato, porte-parole national de Potere al Popolo, qui le révèle et déclare : « La tentative d’infiltration a eu lieu à Naples. Cette personne est un jeune homme de 21 ans qui s’est présenté à nous comme un étudiant hors site. Il nous a dit qu’il avait étudié à l’université de Bari l’année précédente, mais lorsque nous avons vérifié, nous avons découvert qu’il étudiait effectivement, mais à l’école de police. Grâce à une recherche plus approfondie nous avons découvert que cette personne menait une double vie : d’un côté, l’histoire que nous connaissions, de l’autre, une personne avec des photos en uniforme de policier, lors de la cérémonie de prestation de serment, à différentes fêtes avec ses collègues. Cela nous a confirmé nos soupçons.

Lorsque nous lui avons fait remarquer qu’il n’était pas le bienvenu et que nous avions compris ce qui se passait, au lieu d’essayer de s’expliquer, il a simplement répondu « bonne journée » et il est parti.

Il a participé à tous nos combats, à l’assemblée nationale de PaP, aux luttes contre les expulsions, aux réunions et aux manifestations. Une opération, poursuit Granato, qui, si elle avait été ordonnée par le gouvernement, constituerait une atteinte à la démocratie et à la sécurité de tous les citoyennes et citoyens perpétrée par les plus hautes sphères de l’État. »

« Nous posons ces questions à la Première Ministre Meloni et au Ministre de l’Intérieur Piantedosi : le ministère de l’Intérieur a-t-il le droit d’infiltrer un parti politique ? N’est-ce pas que, entre la nouvelle loi sur la sécurité et ces opérations, vous avez appuyé par erreur sur le bouton ‘copier-coller’ des ‘lois fascistes’? »

« Il ne s’agit pas d’une attaque contre un parti politique spécifique, mais contre les fondements mêmes d’un État démocratique et de droit. Cela nous touche toutes et tous. Pourquoi cette opération ? Qui l’a décidée, planifiée, ordonnée ? Voulons-nous vraiment que notre pays se transforme, pas à pas, en un régime autocratique ? », conclut Granato.

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