Nel tardo pomeriggio di martedì 30 luglio un vasto incendio ha interessato l’area militare di Persano, nel comune di Serre, in provincia di Salerno, dove erano stoccate le oltre 6mila tonnellate di rifiuti rientrati dalla Tunisia da ormai quasi due anni.
Un altro disastro ambientale che fa rivenire a galla una vicenda di malaffare e traffici illeciti di rifiuti a livello internazionale iniziata quattro anni fa, quando la dogana tunisina scoprì delle irregolarità nelle dichiarazioni del contenuto dei container pieni di rifiuti nel porto di Sousse.
La scoperta causò un terremoto giudiziario in Tunisia che colpì alte cariche pubbliche, tra cui l’allora ministro dell’ambiente, che finì agli arresti.
Su quest’altra riva del Mediterraneo, invece, il silenzio. Tolte le denunce di alcuni giornalisti locali, di poche associazioni, della consigliera regionale campana di opposizione Marì Muscarà e dell’ex deputato tunisino eletto in Italia Majdi Karbai.
Potere al Popolo è stato tra i primi – e tra i pochissimi – a denunciare le responsabilità della Regione Campania, costruendo una mobilitazione insieme al Partito dei Lavoratori Tunisino.
La nostra denuncia portò nel maggio 2021 anche a un’interrogazione parlamentare tramite l’allora senatrice Paola Nugnes.
Da lì la vicenda è tornata nel dimenticatoio, nonostante il procedimento giudiziario avviato dalla procura di Potenza, per riapparire nel marzo scorso con la notizia dell’arresto di nove persone coinvolte, tra cui un funzionario della regione.
Ora, un nuovo nefasto capitolo di questa storia, che lascia aperti interrogativi inquietanti.
Servirebbe aprire finalmente una discussione sulle responsabilità politiche. La gravità della vicenda, con l’incendio avvenuto “casualmente” appena dopo il dissequestro dell’area in seguito alla conclusione delle indagini, merita l’attenzione non solo giudiziaria, ma soprattutto politica, in una Campania in cui il ciclo dei rifiuti ha segnato importanti conflitti e resta questione irrisolta.
“Siamo il Paese delle tre scimmiette: i poteri politici, economici e mediatici non vedono, non sentono, non parlano. Nessuno si era accorto di un imponente traffico illegali di rifiuti. Nessuno si è assunto la responsabilità di un disastro ambientale esternalizzato sulla sponda Sud del Mediterraneo, dopo aver devastato a sufficienza la nostra terra, una volta ‘felix’. Ora arriviamo al paradosso di un incendio in un sito militare: cioè dove massima dovrebbero essere attenzione e sicurezza. De Luca, la Regione, le istituzioni, faranno finta di niente anche stavolta?”