Il nostro Polesine, la provincia cenerentola del Veneto, anzi, dell’intero Nord Italia, forse dell’Italia intera..
Che cosa si aspetta il Popolo polesano dalle prossime elezioni? Stando all’aria che si respira in giro, alla crescente ripulsa per la politica in quanto tale, a prescindere dai diversi orientamenti ideologici dei partiti che la incarnano (ma le ideologie hanno ancora qualche peso nelle decisioni dei partiti e nella scelta degli elettori?), si direbbe che non si aspettino nulla di buono.
Prevalgono scetticismo, cinismo e rassegnazione: lo testimonia senza equivoci l’astensionismo ormai dilagante registrato nelle ultime tronate elettorali. Molti dei candidati che i partiti presentano qui in Polesine non sono neppure polesani, ma paracadutati direttamente dalle segreterie nazionali.
In questo qualunquismo generalizzato (tanto, sono tutti ugnali!) ci si dimentica la dura constatazione che “anche se tu non ti interessi di politica, è la politica che si interessa di te!”, come a dire che senza la politica non si può stare.. anche se, per ritrovare una Politica istituzionale di qualità, dobbiamo risalire quantomeno a prima di Tangentopoli, quella specie di “colpo di mano” che ha spazzato via la I^ Repubblica e con essa un’intera classe dirigente.
Ma quali sono le effettive, concrete e sostanziali differenze programmatiche tra le varie forze politiche che parteciperanno alle ormai imminenti elezioni? Ebbene, fatte piccole eccezioni, dieri nessuna, atteso che tanto lo schieramento di centrosinistra quanto quello di centrodestra portano avanti senza incertezze e nonostante gli enormi danni prodotti negli ultimi trent’anni, politiche di stampo fortemente liberista.
Ce ne siamo accorti sulla nostra pelle grazie alle politiche distruttrici di diritti e stato sociale attuate dal governo di “centrosinistra” guidato da Renzi con Jobs Act, “Buona” Scuola, Sblocca Italia, Appropriatezza delle prestazioni sanitarie, e dal suo predecessore Monti, con la legge Fornero che ha ulteriormente alzato l’età pensionabile e ridotto le prestazioni pensionistiche.
Con simili politiche, quando mai i giovani potranno ambire ad un posto di lavoro stabile e adeguatamente remunerato?! Oggi i giovani più intraprendenti non hanno altra via per trovare un futuro che andare a cercar fortuna all’estero; la così detta fuga di cervelli: segno tangibile di un paese alla totale deriva, senza nessuna prospettiva di futuro. L’intero ceto politico della così detta II^ Repubblica, anche se con gradi di responsabilità non uniformi, ha scippato il futuro non solo ai giovani, coloro che ne hanno maggior interesse, ma all’intero paese, immiserito economicamente e socialmente incattivito.
Non contenti dei danni prodotti per legge ordinaria, Napolitano, Renzi, Boschi, sostenuti da una pletora di altri politici di “centrosinistra” (ad iniziare da quel Prodi che attuò senza remore la privatizzazione dell’IRI, il più grande complesso industriale d’Europa, facendolo a pezzi e svendendolo agli amici, avviando di fatto la deindustrializzazione del paese), hanno tentato il “colpo mortale” cercando di realizzare una pasticciatissima modifica costituzionale in senso presidenzialista, nella sostanza dettata dalla grande finanza globalizzata, che un parlamento dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale di fatto approva e che solo il Popolo italiano, attraverso il referendum celebrato il 4 dicembre 2016, con un’altissima affluenza alle urne, ha sonoramente bocciato!
Anche coloro che hanno recentemente costituito Liberi e Uguali, rompendo l’ambizioso progetto del “Brancaccio” di mettere insieme tutta la sinistra e mettendo insieme a freddo e in base ad una decisone di vertice, il ceto politico di alcuni partitini della supposta sinistra, con in testa personaggi ultra compromessi da politiche liberiste e guerrafondaie quali D’Alema e Bersani, non sembrano affatto intenzionati a rompere col modello basato sul dogma del libero mercato e si dicono pronti, dopo le elezioni, ad allearsi con il principale e più convinto artefice delle politiche liberiste e liberticide attuate in Italia, il Partito Democratico!
Una specie di “specchietto per le allodole” per i sentimentali della sinistra, che di sinistra ha solo l’etichetta.
Venendo al Movimento 5 Stelle, che ha avuto gioco facile ad ottenere larghi consensi denunciando giustamente le enormi nefandezze attuate in forma bipartisan dagli omologhi schieramenti del centrodestra e centrosinistra, esso si presenta come una scelta da fare a scatola chiusa, dato che le decisioni sono assunte in modo del tutto opaco (alla faccia della supposta democrazia diretta e trasparente che dovrebbe essere assicurata dalla loro piattaforma informatica) e non ha mai dichiarato che genere di politiche sociali e sul lavoro intende adottare, volto com’è a racimolare consensi a destra come a sinistra, anche se, pure un questo caso, si tratta di una forza politica dichiaratamene volata al libero mercato.
Ebbene, in questo quadro desolante finalmente una forza politica effettivamente alternativa allo stato attuale di cose si presenterà alle prossime elezioni: si chiama molto esplicitamente “Potere al Popolo”, a richiamare l’art. 1 della nostra amata Costituzione repubblicana. Eh sì, perché, anche se tutti sembrano esserselo dimenticato, l’Italia è una democrazia, vale a dire che la “Sovranità appartiene al Popolo”.
Potere al Popolo ha un programma che si basa proprio sull’attuazione della Costituzione, la nostra Legge fondamentale scritta con il sangue degli antifascisti e presto dimenticata nei cassetti della politica dei partiti. Vuole restituire dignità a tutte le persone che vivono in questo paese, a partire dagli ultimi, i più colpiti dalla crisi in atto ormai da dieci anni, iniziando col restituire loro i diritti sanciti dalla Carta: il diritto al lavoro, all’assistenza sanitaria, alla scuola pubblica, alla pensione, alla casa, alla tutela del risparmio dallo sciacallaggio delle banche, alla salvaguardia dell’ambiente nel quale viviamo; in una parola, il diritto al futuro!
Tornando al nostro Polesine e a cosa i suoi abitanti possono attendersi dalle prossime elezioni, possiamo dire che questo dipenderà molto da loro (oltre che dall’equità del sistema mediatico attraverso il cui filtro le informazioni sulle diverse “offerte” politiche vengono veicolate), dalla capacità di discernere la profonda differenza che connota Potere al Popolo rispetto a tutte le altre forze politiche: oltre al netto contrasto al liberismo imperante e alla restituzione dei diritti costituzionale, il principio della democrazia interna al quale intende conformarsi e che è la sola, vera garanzia che le scelte e le priorità della sua azione saranno decise dalla base, dagli attivisti, dai simpatizzanti e dagli elettori: solo così le politiche di Potere al Popolo saranno e rimarranno quelle volute dalla sua base e non da una segreteria o un manipolo di dirigenti.
Solo così i Polesani, come gli abitanti di tutti i territori marginali, poveri, dimenticati dalla politica, potranno avere voce in capitolo e vedere affrontati i problemi che li assillano.
Tutto ciò tuttavia ha una contropartita, e cioè il fatto che le persone che intendono sostenere Potere al Popolo dovranno impegnarsi a ragionare con la propria testa e ad esprimere la propria opinione con la partecipazione attiva alla vita politica, senza pensare di poter delegare ciò ad un gruppo dirigente, a una segreteria e men che meno ad un leader, “all’uomo solo al comando”.
Non sarà facile uscire dalla gravissima crisi in cui siamo stati condotti, ma solo agendo insieme, dal basso, all’unisono, caricandoci ogn’uno del peso che possiamo reggere, potremo avviare la riscossa democratica che sola potrà salvarci!
Allora, non resta altro da dire che Potere al Popolo, Potere ai Polesani!
Rovigo, 2 febbraio 2018
Vincenzo Pellegrino – candidato di Potere al Popolo in Polesine