Mentre periodicamente l’Amministrazione Comunale di Rimini pubblicizza l’avanzamento dei lavori per la costruzione e l’ammodernamento di tre Asili Nido dislocati nel territorio comunale, grazie ai fondi del PNRR, con l’avvicinarsi dell’estate si affaccia la preoccupazione per i genitori riminesi sulle modalità di poter conciliare famiglia, vita e lavoro nel periodo della chiusura delle scuole, una necessità che è ancor più sentita in un comune a forte vocazione turistica balneare come il nostro.
Si scopre così che, quasi in silenzio, il Comune ha deciso di cambiare le carte in tavola per l’estate 2024. Nella scorsa annata il comune organizzò dei Centri Estivi Comunali per la fascia d’età 3-6 anni per un massimo di 200 minori su tre plessi (Il Galeone, Il Volo e Le Margherite) per l’intero periodo di Luglio ed Agosto con una retta complessiva di € 452,00, con frequenza aperta a tutti i bambini, residenti e non nel Comune di Rimini.
In una dichiarazione del 3 Agosto 2023, la vicesindaca con delega alle politiche educative affermava: “nel dettaglio il Comune integrerà per la prossima estate l’offerta privata con l’organizzazione di un nido estivo per 73 posti e un servizio per l’infanzia 3-6 anni con circa 200 posti”.
Presumiamo che tale dichiarazione fosse riferita alla stessa estate 2023 perché, per l’estate 2024 il Comune ha previsto, ad oggi, qualcosa di diverso: un servizio di continuità per i bambini già iscritti e frequentanti i servizi per l’infanzia (nidi e scuole infanzia comunali) nell’a.s. 2023/2024, dettagliatamente per il periodo: 01 LUGLIO – 26 LUGLIO 2024 e al 30% della capienza media dei medesimi servizi nell’a.s. 2023/2024.
Si scopre così che, quasi in silenzio, il Comune ha deciso di cambiare le carte in tavola per l’estate 2024. Nella scorsa annata il comune organizzò dei Centri Estivi Comunali per la fascia d’età 3-6 anni per un massimo di 200 minori su tre plessi (Il Galeone, Il Volo e Le Margherite) per l’intero periodo di Luglio ed Agosto con una retta complessiva di € 452,00, con frequenza aperta a tutti i bambini, residenti e non nel Comune di Rimini.
In una dichiarazione del 3 Agosto 2023, la vicesindaca con delega alle politiche educative affermava: “nel dettaglio il Comune integrerà per la prossima estate l’offerta privata con l’organizzazione di un nido estivo per 73 posti e un servizio per l’infanzia 3-6 anni con circa 200 posti”.
Presumiamo che tale dichiarazione fosse riferita alla stessa estate 2023 perché, per l’estate 2024 il Comune ha previsto, ad oggi, qualcosa di diverso: un servizio di continuità per i bambini già iscritti e frequentanti i servizi per l’infanzia (nidi e scuole infanzia comunali) nell’a.s. 2023/2024, dettagliatamente per il periodo: 01 LUGLIO – 26 LUGLIO 2024 e al 30% della capienza media dei medesimi servizi nell’a.s. 2023/2024.
Si crea così una forte discriminazione tra gli utenti dei servizi per l’infanzia comunali e quelli dei servizi per l’infanzia statali o privati, una guerra tra bambini che non giova a nessuno e che, peraltro, rischia di avere una copertura estremamente ridotta (nell’Avviso di interesse non vi sono indicazioni numeriche se non quella del 30% della capienza media) ed un costo nettamente superiore in quanto per il solo mese di Luglio è prevista una tariffa unica di Euro 252,00 senza riduzioni legate all’ISEE, un aspetto non trascurabile in quanto va contro alla tanto sbandierata volontà dell’amministrazione di venire incontro alle fasce sociali più deboli, sempre più presenti nel nostro territorio dove i redditi sono tra i più bassi della regione e il costo della vita tra i più alti.
Ci chiediamo, e chiediamo all’amministrazione,se questa “sperimentazione” sia effettivamente sostitutiva dei Centri Estivi Comunali per l’intero periodo estivo e cosa abbia spinto il Comune a questa “sperimentazione” che segna indiscutibilmente un passo indietro in termini di accessibilità, di durata e di costi.
Ci chiediamo, e chiediamo all’amministrazione,se questa “sperimentazione” sia effettivamente sostitutiva dei Centri Estivi Comunali per l’intero periodo estivo e cosa abbia spinto il Comune a questa “sperimentazione” che segna indiscutibilmente un passo indietro in termini di accessibilità, di durata e di costi.