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La prossima pandemia è in arrivo, è tempo di prendere la crisi ecologica seriamente

“126 ricercatori svizzeri vogliono portare all’attenzione dei loro concittadini l’evidenza scientifica del legame tra l’emergere delle nuove epidemie e il turbamento dell’ambiente naturale causato dall’uomo”.

La pandemia dovuta al Covid-19 è stata inimmaginabile per molti e ha dato origine al peggior tipo di teorie cospirative. Per molti ricercatori, comunque, la diffusione di una simile epidemia non è stata una sorpresa. All’inizio del 2018 l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva persino aggiunto la “Malattia X” nella sua lista del piano delle malattie prioritarie. Aveva invitato i governi a pianificare in anticipo e fermare i processi che causano le epidemie di massa, invece di limitarsi a fronteggiare tali malattie una volta emerse.

Molti laboratori in giro per il mondo stanno concentrando i loro sforzi nel comprendere le dinamiche epidemiologiche delle malattie infettive emergenti come il Covid-19. Alcune pandemie si sono già verificate, ed è quasi certo che altre ne seguiranno. I problemi di salute, sanità, sociali ed economici che stiamo scoprendo e con i quali stiamo avendo esperienza proprio adesso sono enormi. Ma non sono solo questi i problemi che dobbiamo risolvere.

L’attuale epidemia appartiene al gruppo delle zoonosi, o malattie che collegano natura selvaggia, animali domestici e uomo. L’umanità incontrerà sempre specie virali, microbiche e parassitarie rispetto le quali non è già adattata né preparata.

E’ stimato che le circa 5400 specie di mammiferi presenti nel mondo ospitano circa 460 000 specie di virus, la maggior parte dei quali devono ancora essere adeguatamente descritti. La maggior parte di questi virus sono innocui per l’uomo. Ciononostante, una piccola percentuale di specie infettive rappresenta un formidabile gruppo di aggressori. Per anni, abbiamo avuto a che fare con HIV, Ebola, Dengue, Zika, Chikungunya, febbre di Lassa, SARS, H5N1, H1N1 e molte altre malattie emergenti che, in quanto meno spettacolari, non hanno fatto notizia. Ma il loro numero sembra essere in costante aumento da mezzo secolo, e le epidemie stanno diventando sempre più frequenti.

I mammiferi selvatici oggi rappresentano solo il 5% dei mammiferi terresti in termini di biomassa, mentre l’uomo e gli animali domestici costituiscono il rimanente 95%. Qualcuno potrebbe essere portato a credere che il rischio che i virus passino dagli animali selvatici all’uomo sta quindi diminuendo. Invece sta avvenendo il contrario a causa dell’impronta pervasiva dell’umanità in ogni angolo del nostro pianeta. Come notato dalla Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBS) nel suo Global Assessment Report del 2019, l’impronta umana a livello globale sta diventando problematica, con il 75% degli ecosistemi terrestri e più del 65% di quelli marini modificati in modo significativo dalle attività umane. Queste alterazioni stanno severamente frammentando i paesaggi naturali e conducendo verso una perdita di diversità preoccupante. La conseguente perturbazione delle catene alimentari delle specie animali selvatiche può causare cambiamenti comportamentali che spingono alcune specie a utilizzare risorse collegate alle attività umane, aumentando quindi il rischio che i patogeni possano venire trasmessi agli uomini o agli animali domestici.

I virus che stanno minacciando l’umanità oggi stanno sfruttando questa espansione globale delle interconnessioni tra i loro potenziali ospiti. Per esempio, uno di questi virus stava completando il suo ciclo di vita in una popolazione di pipistrelli da qualche parte in Asia nell’autunno del 2019. Ed è emerso in un mercato cinese alcuni mesi prima della diffusione globale del Marzo 2020. Sembra che il virus attualmente conosciuto come SARS-CoV-2 sia entrato in contatto con un altro virus trasportato dai pangolini, prendendo durante il processo un gene che lo rende particolarmente aggressivo nei confronti dell’uomo.

Le pandemie sono solo una delle sfaccettature del cambiamento globale. Altrettanto preoccupante è l’estinzione di massa delle specie causate dalle trasformazioni degli ambienti naturali, incluse la perdita degli habitat, l’estrazione delle risorse, la diffusione dei contaminanti in aria, acqua e suolo, e i cambiamenti climatici. Ci troviamo oggi di fronte alle conseguenze delle nostre azioni, risultato delle scelte economiche e politiche prese dalla nostra specie. Raggiungere uno sviluppo sostenibile richiederà differenti scelte da parte nostra – scelte che preservino, invece di distruggere, gli ambienti naturali. Così come fa l’IPCC per il clima, l’IPBS pubblica una vasta gamma di dati e informazioni scientifiche che i governi possono utilizzare per conoscere le sfide legate alla conservazione degli ecosistemi e della biodiversità, e capire come fronteggiarle. Le persone e le organizzazioni della società, a partire da funzionari eletti e politici, dovrebbero trarre vantaggio da queste informazioni per attuare politiche nazionali e sovranazionali commisurate alle sfide che affrontiamo.

Questo bisogno di una azione politica accende inevitabilmente i riflettori sugli ostacoli legati a una migliore gestione delle nostre interazioni con la biosfera e considerazioni sui limiti di sostenibilità. Noi firmatari invitiamo i rappresentanti politici ad agire senza indugio sulle cause di questa drammatica pandemia al fine di prevenire future epidemie, e adottare un approccio sistemico ampio che consideri sia i nostri bisogni che le nostre interazioni con gli organismi viventi.

Al fine di apportare i cambiamenti necessari, chiediamo misure innovative per contrastare i cambiamenti climatici, proteggere la biodiversità, preservare la foresta pluviale e gli habitat naturali terrestri e acquatici, e di fare il possibile per promuovere un uso sostenibile dei suoli, così come misure economiche tali da permetterci di ridurre significativamente la nostra impronta ambientale.

Qui il link originale: https://www.eawag.ch/en/news-agenda/news-portal/news-detail/the-next-pandemic-is-coming-its-time-to-take-the-ecological-crisis-seriously/

Firmatari (in ordine alfabetico):
Prof. Alexandre Aebi (UNINE), Prof. Jake Alexander (ETHZ), Prof. Raphaël Arlettaz (UNIBE), Prof. Sven Bacher (UNIFR), Prof. Andrew Barry (EPFL), Prof. Jordi Bascompte (UZH), Prof. Tom Battin (EPFL), Prof. Alexis Berne (EPFL), Prof. Rizlan Bernier-Latmani (EPFL), Prof. Cleo Bertelsmeier (UNIL), Prof. Louis-Félix Bersier (UNIFR), Prof. Marie Besse (UNIGE), Prof. Wolf Blanckenhorn (UZH), Dr Kurt Bollmann (WSL), Dr Med. Riccardo Bondolfi, Dr Florian Breider (EPFL), Dr Jakob Brodersen (EAWAG), Prof. Alexandre Buttler (EPFL), Prof. Marc Chesney (UZH), Dr Nathalie Chèvre (UNIL), Prof. Philippe Christe (UNIL), Prof. Sandra Citi (UNIGE), Prof. Elena Conti (UZH), Dr Luiz F. De Alencastro (EPFL), Prof. Jacques Dubochet (UNIL), Prof. Peter Duelli (WSL), Dr Andreas Fliessbach (FIBL), Prof. Marion Fresia (UNINE), Dr Luca Fumagalli (UNIL), Prof. Blaise Genton (Unisanté), Prof. Jaboury Ghazoul (ETHZ), Dr. Christophe Giobellina (HUG) , Prof. Adrienne Grêt-Regamey (ETHZ), Prof. Charlotte Grossiord (EPFL-WSL), Prof. Benoît Guery (CHUV), Dr Thomas Guillaume (Agroscope), Prof. Antoine Guisan (UNIL), Dr Philippe Hauser (CHUV), Prof. Janet Hering (EAWAG-EPFL-ETHZ), Dr Felix Herzog (Agroscope), Dr Angelika Hilbeck (ETHZ), Prof. Christof Holliger (EPFL), Dr Marcel Hunziker (WSL), Prof. Bastiaan Ibelings (UNIGE), Dr Mauro Jermini (Agroscope), Prof. Vincent Kaufmann (EPFL), Prof. Laurent Keller (UNIL), Prof. James Kirchner (ETHZ), Prof. Christian Klug (UZH), Prof. Tamar Kohn (EPFL), PD Dr Eva Knop (Agroscope), Prof. Jacob Koella (UNINE), Prof. Barbara König (UZH), Dr Maike Krauss (FIBL), Prof. Michael Krützen (UZH), Prof. Anna Liisa Laine (UZH), Prof. François Lefort (HEPIA), Prof. Anthony Lehmann (UNIGE), Prof. Laurent Lehmann (UNIL), Prof. Michael Lehning (WSL-EPFL), Prof. Peter Linder (UZH), Dr Jean-Luc Loizeau (UNIGE), Dr Josep Oriol Manuel (CHUV), Dr Pierre Mariotte (Agroscope), Dr Oliver Martin (ETHZ), Dr Blake Matthews (EAWAG), Prof. Michel Mayor (UNIGE), Prof. Anders Meibom (EPFL), Prof. Peter Messerli (UNIBE), Prof. Pascal Meylan (UNIL), Prof. Edward Mitchell (UNINE), Dr Marco Moretti (WSL), Prof. Heinz Müller-Schärer (UNIFR), Prof. Athanasios Nenes (EPFL), Prof. Pascal Niklaus (UZH), Dr Martin Obrist (WSL), Prof. John Pannell (UNIL), Prof. Christian Parisod (UNIBE), Dr Davnah Payne (UNIBE-GMBA), Prof. Raffaele Peduzzi (UNIGE), Dr Sandro Peduzzi (UNIGE), Prof. Loïc Pellissier (ETHZ-WSL), Prof. Owen Petchey (UZH), Dr Bertrand Piccard (Fondation Solar Impulse), Dr Francesco Pomati (EAWAG), Prof. Jérôme Pugin (HUG), Prof. Sergio Rasmann (UNINE), Prof. Andrea Rinaldo (EPFL), PD Dr Anita Risch (WSL), Prof. Marc Robinson-Rechavi (UNIL), Prof. Alexandre Roulin (UNIL), Prof. Walter Salzburger (UNIBAS), Prof. Marcelo R. Sanchez-Villagra (UZH), Prof. Ian Sanders (UNIL), Prof. Maria J. Santos (UZH), Prof. Michael Schaepman (UZH.World Biodiv.Forum), Prof. Gabriela Schaepman-Strub (UZH), Prof. Florian P. Schiestl (UZH), Prof. Bernhard Schmid (UZH), Prof. Knut Schmidtke (FIBL), Prof. Christian Schöb (ETHZ), Prof. Rainer Schulin (ETHZ), Dr Martin Schütz (WSL), Prof. Tanja Schwander (UNIL), Prof. Ole Seehausen (UNIBE-EAWAG), Prof. Irmi Seidl (UZH-WSL), Prof. Sonia I. Seneviratne (ETHZ), Prof. David Shore (UNIGE), Prof. Vera Slaveykova (UNIGE), Dr Dr Eva Spehn (Acad.Suisse.Scie.Nat.), Prof. Konrad Steffen (WSL-ETHZ-EPFL), Dr Serge Stoll (UNIGE), Dr Lucius Tamm (FIBL), Prof. Joseph Tarradellas (EPFL), Dr Josh Van Buskirk (UZH), Prof. Marcel Van Der Heijden (Agroscope/UZH), Prof. Erica Van De Waal (UNIL), Prof. Urs Von Gunten (EPFL-EAWAG), Dr Jean-pierre Vermes (CentroMedico TI), Dr Pascal Vittoz (UNIL), Ing. Agr. Gaby Volkart (Ateliernature), Prof. Gretchen Walters (UNIL), Prof. Alex Widmer (ETHZ), Prof. Walter Wildi (UNIGE), Prof. Yvonne Willi (UNIBAS), Dr Sonia Wipf (CH Nat.Park), Prof. Niklaus ZIMMERMAN (WSL/ETHZ)

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