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[PISA] REARM EUROPE: COME PRENDERE AL POPOLO PER DARE AI FABBRICANTI DI MORTE!

Opponiamoci all’industria bellica e a chi la rappresenta!
Per continuare a portare avanti un lavoro di analisi e confronto che alimenti la costruzione di un’opposizione politica e sociale alle politiche di guerra e a chi le porta avanti anche a livello locale siamo appuntamento venerdì 28 marzo alle 17.30 in Piazza Garibaldi a Pisa, verso le prossime mobilitazioni.
In stretta continuità con la manifestazione del 15 marzo in Piazza Barberini, contro riarmo europeo, economia di guerra e “difesa comune”, realizzata nel pomeriggio successivo alla nostra assemblea nazionale a Roma saremo nuovamente in piazza il prossimo 5-6 aprile a Bologna.
In questa nuova occasione di mobilitazione, con una manifestazione alternativa, ci opporremo a quella “per l’Europa”, chiamata dai Sindaci Lepore di Bologna e Funaro di Firenze in continuità(loro) con la piazza guerrafondaia del 15 Marzo in Piazza del Popolo a Roma.
All’iniziativa del 28 marzo a Pisa interverranno:
Carlo Tombola per l’Osservatorio Weapon Watch, con una relazione sulle filiere delle produzioni belliche in Toscana, dove istituzioni locali e regionali sostengono aziende come Leonardo S.p.A. con fondi pubblici e alimentano l’indotto delle basi militari.
Simone Selmi dell’Unione Sindacale di Base, per denunciare la falsa promessa che il riarmo crei posti di lavoro, e per rilanciare giornata di mobilitazione del 5 aprile a Roma in p.za Santi Apostili contro il riarmo e per alzare i salari.
Il Movimento No Base per la mobilitazione di primavera contro la nuova base militare voluta dai Governi Draghi/Meloni, così come da Giani e Conti, per la quale si intendono investire 520 milioni di euro nell’area CISAM del parco di San Rossore, finanziata con fondi sottratti ai programmi sociali di coesione e sviluppo.
Cambiare Rotta, organizzazione giovanile comunista, impegnata nella costruzione di opposizione giovanile e studentesca fuori e dentro gli atenei alla militarizzazione dell’ università e della ricerca, oggetto di contestazione anche del prossimo sciopero studentesco del 4 aprile.
Inoltre, sarà disponibile per l’acquisto l’opuscolo “Fermare la guerra in casa”, che contiene gli atti dell’iniziativa promossa da Potere al Popolo! Toscana nel Dicembre 2024.
In un quadro di crisi del costo della vita e povertà dilagante, gli investimenti devono andare ai servizi pubblici, alla sicurezza sul lavoro, alle pensioni e alla risoluzione della crisi climatica e sociale, non alle armi.
Negli ultimi anni, le classi dominanti europee hanno intensificato la militarizzazione dei territori, della società e dell’economia, a scapito delle classi lavoratrici. Con i governi di ogni colore, in stretta continuità l’uno con l’altro, sono stati stanziati in questi anni miliardi di euro per gli aumenti delle spese militari, per l’invio di armi e sostegni militare all’Ucraina, per le missioni militari a sostegno di Israele, come l’Aspides, con un consenso trasversale tra i partiti di tutto l’arco parlamentare, in modo alternato tra chi oggi è ieri era al governo e oggi all’opposizione(compresi Partito Democratico e Movimento 5 Stelle)
In queste settimane, tale processo ha subito una nuova e inquietante accelerazione: prendendo a pretesto il nuovo corso politico statunitense, che sotto la guida Trump sembra orientato al disimpegno dal teatro europeo per fomentare l’escalation sionista in Palestina, l’Unione Europea ha annunciato un ambizioso piano di riarmo da 800 miliardi di euro, destinato a potenziare le capacità militari dei Paesi membri e a creare un’industria della difesa sempre più integrata a livello continentale.
L’Europa sostiene una tendenza alla guerra basata su una presunta superiorità morale e tecnologica, alimentando uno scontro di civiltà tra “buoni” e “cattivi”, con accuse selettive a Cina e Russia mentre ignora le violazioni al diritto internazionale da parte di Stati Uniti e Israele. Il riarmo è giustificato come difesa dei “valori europei”, ma nasconde interessi strategici e una visione colonialista di “civilizzazione” degli altri popoli. Questa narrativa, che disumanizza i nemici e reprime le critiche con accuse di “putinismo” o “antisemitismo”, applica doppi standard nella giustizia internazionale, giustificando violenze come il genocidio dei palestinesi.
In Italia, il piano ReArm Europe ha trovato un ampio sostegno trasversale tra i principali partiti politici, con Fratelli d’Italia e Forza Italia che si trovano a votare SI al Parlamento Europeo insieme a metà degli eurodeputati del Partito Democratico. Proprio il PD, apparentemente spaccato, si è ricompattato nel Parlamento Italiano con una risoluzione sul riarmo, più realista del re, che critica l’attuale proposta di Von Der Layen per ottenere un maggior “coordinamento e all’integrazione della capacità industriali europee e dei comandi militari”.
In questo quadro, il Governo Meloni accelera sul progetto di riconversione del settore automotive (in profonda crisi di valorizzazione) verso il settore bellico, per sostituire i cingolati alle automobili e integrare l’industria dei veicoli a uso civile con quella delle armi. Un esempio è la joint venture multimilionaria di Leonardo SpA con la tedesca Rheinmetall per la produzione di mezzi corazzati. Questa riconversione, che ègià in atto da tempo e che ora subirà una netta accelerazione, potrebbe coinvolgere anche imprese e istituzioni che operano sul territorio toscano, come la sussidiaria Pier Pump Thechnologies che produce componentistica proprio per Rheinmetall.
La militarizzazione dell’economia e della società europea sta contribuendo a destabilizzare gli equilibri internazionali, aggrava le disuguaglianze, e compromette il benessere delle classi lavoratrici. È necessario costruire un’opposizione sociale e politica per contrastare questa deriva, promuovendo un’alternativa alla guerra e alla logica del profitto. Per questo motivo, in più di diecimila sono scesi in piazza a Roma il 15 Marzo scorso al fianco di Potere al Popolo e a oltre 100 singoli e realtà promotrici, ribadendo la proposta fatta all’Assemblea Nazionale di Potere al Popolo della costruzione di una grande manifestazione nazionale a maggio: per la pace, per l’uscita dalla Nato, al fianco della Resistenza palestinese, contro tutti i progetti di riarmo, compresa l’idea di Difesa comune europea, che nell’attuale assetto dell’Unione corrisponderebbe alla costituzione di una forza di repressione contro i popoli all’interno e all’esterno dell’UE.
In un quadro di crisi del costo della vita e povertà dilagante, gli investimenti non servono per le armi, ma per servizi pubblici, per la sicurezza sul lavoro, per le pensioni, per risolvere la crisi climatica e sociale, e per costruire un’Europa ponte di pace e solidarietà.
La pace si costruisce insieme: appuntamento il 28 marzo h.17.30 in Piazza Garibaldi a Pisa!
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