Calati i riflettori sulla Piaggio, Colaninno espelle i precari e taglia il salario ai lavoratori, con il placet di fim fiom uilm
Il 22 maggio tutti a Roma, contro Draghi, il G20 e i padroni come Colaninno.
Alcuni mesi fa sulla Piaggio si erano accesi i riflettori dei media locali e nazionali che con grande entusiasmo avevano sbandierato che nell’azienda di Pontedera avrebbero ricominciato ad assumere. In quella occasione avevamo denunciato che tali assunzioni erano il segnale inequivocabile che le grosse aziende avevano continuato a macinare profitti anche in tempo di pandemia, sfruttando i lavoratori e senza alcuna garanzia di sicurezza, come i tragici avvenimenti degli ultimi giorni hanno chiaramente dimostrato.
In realtà, come già denunciato dall’USB, Colaninno invece di assumere continua ad espellere dalle sue fabbriche le decine di operai con contratto a termine a cui era stata promessa un’assunzione che non si è mai verificata. E non va dimenticato che a questi devono essere necessariamente aggiunte quelle lavoratrici che dovevano essere state reintegrate in fabbrica già dieci anni fa e che per far valere i propri diritti, nel più bieco silenzio della politica e dei sindacati confederali, sono state costrette ad occupare il tetto del Palazzo Blu di fronte all’azienda!
E così la Piaggio, non paga di macinare profitti e di estromettere lavoratori, e forte di un contratto integrativo al ribasso firmato insieme ai soliti sindacati concertativi Fiom, Fim e Uilm perennemente inchinati di fronte al padrone, ha recentemente comunicato che ai suoi dipendenti quest’anno non verrà elargito alcun premio di produzione che, ricordiamo, rappresenta un importante voce di integrazione salariale.
Le motivazioni addotte riguarderebbero il mancato raggiungimento degli obbiettivi tra cui, tra l’altro, la mancata “soddisfazione del cliente”, paradossalmente imputata ai lavoratori e non, come sarebbe logico aspettarsi, all’incapacità progettuale dell’azienda stessa.
Insomma: assunzioni a tempo, sfruttamento, mancato reintegro occupazionale e salariale…
Tutto questo si pone perfettamente in linea e trova la sua legittimazione tra le pieghe delle politiche economiche e sociali di questo governo, guidato dal commissario Draghi alzato sul piedistallo non certo da un parlamento totalmente prono, ma dall’Unione Europea a cui lui ed una maggioranza unificata da destra a sinistra devono rispondere. La recente approvazione del Piano di Ripresa e Resilienza conferma anzi la volontà di utilizzare l’emergenza sanitaria come un’arma per aumentare profitti e potere del sistema delle grandi imprese come la Piaggio, che ha continuato a fare affari “privati” anche grazie ai soldi pubblici. Il tutto in totale disprezzo di pensionati, precari, piccoli imprenditori e lavoratori considerati “carne da macello” lasciati in questo momento di crisi ad impoverirsi sempre di più.
È ora di dire basta! Potere al Popolo anche per questo ha aderito convintamente alle giornate di mobilitazione che culmineranno in uno sciopero della Sanità indetto da USB per il 21 maggio ed in una manifestazione nazionale nella successiva giornata di sabato 22 maggio, che si terrà nel rispetto delle regole per la salute, per far sentire la voce ad un palazzo della politica e del potere che non ha imparato nulla dalla pandemia e vuole imporci una riorganizzazione complessiva del sistema economico fondata sugli stessi presupposti che hanno favorito il disastro sanitario e sociale che ci ha colpito.
Saremo in piazza contro la politica degli affari e contro il governo Draghi che ne è espressione, per i vaccini e la sanità pubblici, per la giustizia sociale e il diritto di tutte e tutti a lavorare e vivere dignitosamente senza rischiare salute e vita e chiediamo a tutte le forze politiche e sociali a livello locale di condividere l’appello già firmato da numerosi partiti, associazioni e movimenti a livello nazionale.
Saremo in piazza anche per l’assunzione dei precari della Piaggio, quelli “storici” e i neo assunti
Potere al Popolo! Pisa