Gli equilibri di bilancio primeggiano ancora una volta sul diritto alla salute, di tutti, operatori sanitari e di conseguenza dei cittadini ai quali dovrebbe essere assicurato il diritto a curarsi. La regione Toscana chiama al “riequilibrio” di bilancio e lo fa di fatto “tagliando” anche il fabbisogno di personale sanitario. Secondo la regione questo Covid ci ha fatto spendere davvero troppo, è quindi necessario che anche l’Aoup, rimpolpi le casse attraverso un piano di rientro di 5 anni.
A partire dal 2023 tutte le aziende sanitarie e ospedaliere saranno obbligate al vincolo finanziario del “piano di riequilibrio”, mettendo nero su bianco anche il proprio fabbisogno di personale: le aziende, in concreto, dovranno, a partire dal calcolo delle cessazioni previste (es. pensionamenti, mobilità o licenziamenti) calcolare le risorse per le assunzioni future, senza mai sforare il budget.
Per l’Aoup questo si tradurrà non solo in una “prevista” diminuzione del personale che diminuirà da un totale di 4767 a un totale 4761 dipendenti, ma allungamento anche nei tempi di assunzione; i dati ci ricordano infatti che le assunzioni previste nel 2024 sono slittate nell’anno corrente e quelle dell’anno corrente slitteranno del 2026.
Mentre quindi i P.S. dei nostri ospedali si affollano per mancanza di personale, le liste di attesa aumentano rendendo il diritto alla cura un miraggio, mentre i nostri operatori sanitari soffocano schiacciati e costretti da condizioni di lavoro indecoroso e turni di lavoro massacranti, la regione fa orecchie da mercante.
Nessuna delle manovre economiche pensate dalla nostra regione ha risposto alle richieste dei lavoratori e dei cittadini; perché mentre nel Febbraio 2023 i medici chiedevano le venisse riconosciuta anche solo la dignità per il lavoro svolto e l’accesso a cure dignitose per i cittadini, la regione piangeva cassa e si preparava al piano di riequilibro-rientro economico.
Non rimane niente del modello sanitario pubblico, accessibile e garantito, ma si definisce, ai nostri occhi in modo sempre più chiaro, un modello aziendalistico e privatizzato.
Se dovessimo soffermarci poi, sulla tipologia di assunzioni, è ancora più evidente il disinvestimento degli operatori sanitari nell’apparato pubblico, dai dati emerge che chi rimane è per processi di stabilizzazione e chi viene assunto lo è per la maggior parte in somministrazione (per assunzioni da agenzie private) e a P. iva. Aumenta la dirigenza, diminuiscono i medici, gli infermieri rimangono più o meno stabili e gli OSS diminuiscono drasticamente. Non sarà qualche letto in più o l’appoggio agli enti volontari della croce rossa o della pubblica assistenza a risolvere il grave problema sanitario toscano.
In 11 anni sono 1,7 miliardi euro in meno per medici, infermieri e OSS toscani, dal 2022 la Toscana, per la spesa per unità di personale, si attesta al di sotto della media nazionale: 52.003 euro contro una media nazionale di 57.140 euro e già nel 2023 il 5,6% delle famiglie toscane ha rinunciato alle prestazioni sanitarie.
Bassi salari e inaccessibilità alle cure, questa è la situazione sanitaria in toscana oggi!
Come Potere al Popolo! Rivendichiamo una Sanità Nazionale Pubblica, non solo gratuita, ma umana e egualitaria, che punti alla tutela del singolo individuo e della collettività; crediamo e chiediamo come cittadini, che la sanità sia bene comune e non bene di consumo!
Pretendiamo un modello di Sanità che ponga fine alle privatizzazioni, alla mercificazione e che sia contrario ad ogni forma di autonomia differenziata.
La lotta per il diritto alla salute non può che affiancarsi a quella della difesa e la tutela dei cittadini, dei territori, alle lotte sui luoghi di lavoro con i lavoratori e contro il loro sfruttamento. Di fronte alle scelte economiche e finanziare dei governi e delle regioni che si sono succeduti fino ad oggi, che vedono carovita e investimenti bellici al primo posto, rivendichiamo un modello sanitario sostenibile e aperto a tutti, che abbatta i costi e barriere, e che investa nella prevenzione, nell’assistenza, qualità ed efficacia.