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[PARMA] CELEBRARE IL 25 APRILE SIGNIFICA DIRE NO ALLA GUERRA E AL GENOCIDIO: COS’È DAVVERO SUCCESSO VENERDÌ A PARMA DURANTE IL CORTEO

Venerdì abbiamo contestato la presenza di alcune associazioni sioniste che per la prima volta hanno deciso di sfilare a Parma in occasione del 25 Aprile. Lo abbiamo fatto perché siamo stanchi di vedere usare lo sterminio degli ebrei perpetrato dal nazismo e dai suoi satelliti europei, come la triste Repubblichina di Saló, come un lasciapassare per lo stato di Israele per poter compiere un genocidio impunemente. Nel corteo del 25 Aprile non può esserci spazio per chi sostiene che i civili palestinesi meritano il massacro perché durante il cessate il fuoco non hanno dato informazioni utili alla liberazione degli ostaggi, riteniamo che esista un limite alla decenza.

Per cui non è stata contestata la Brigata ebraica che ha combattuto 80 anni fa in Italia per un mese, inquadrata nell’esercito britannico, ma il tentativo di far passare il sionismo, e quindi il genocidio dei palestinesi, come parte del patrimonio della Resistenza. Per queste ragioni ci siamo limitati a chiedere che non venisse esposto lo striscione, inneggiante al sionismo con la scritta “anche loro 5000 sionisti liberarono l’Italia”, non certo il gonfalone della brigata ebraica. E le accuse di antisemitismo sono ormai ridicole: chi sostiene con piú veemenza Israele anche di fronte all’orrore di 100 mila morti in un anno e mezzo sono proprio gli eredi di quel fascismo che la brigata ebraica è venuta a combattere, ma a quanto pare si è antisemiti solo se si contesta Israele.

È semplice spiegare il perché quasi nessuno abbia espresso solidarietà o vicinanza a queste organizzazioni sioniste e perchè, al contrario, la loro presenza sia stata contestata, non da “manifestanti pro Palestina affiancati da gruppi di antagonisti” ma da una determinata e diffusa indignazione popolare: perché è stata una provocazione grossolana e questa volta è andata male.

Venerdì c’è stata una parte consistente della città che celebrando la Liberazione ha voluto dire no alla guerra e no al genocidio, che sono due tratti essenziali del fascismo, vederli e combatterli nel presente ci è sembrato il modo migliore per provare ad essere all’altezza del coraggio di chi 80 anni fa salì in montagna a combattere contro un regime marcio e crudele.

Pensiamo sia l’unico modo possibile per celebrare il 25 Aprile.

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