La proposta di recupero dell’ex AMCM ancora una volta mostra come la necessità di recuperare spazi pubblici della città per restituirli ad una dimensione sociale confligga con il rapporto che le amministrazioni pubbliche tengono con portatori di interessi privati.
Parliamo di conflitto perché il recupero del cinema estivo, del teatro delle passioni e degli spazi urbani per restituire una piazza alla cittadinanza si scontra con politiche abitative e commerciali che sono strettamente connesse con l’intera operazione di recupero dell’ex AMCM fino al punto di condizionarne lo sviluppo limitandone le potenzialità.
La vera domanda da porsi è questa: che tipo di rigenerazione urbana avremmo potuto realizzare all’ex AMCM senza il condizionamento dei privati? Ci si risponderà che senza il denaro dei privati non sarebbe stato possibile il recupero, ma proprio qua sta la differenza fra un’amministrazione che si muove dentro le compatibilità economiche imposte dalle politiche liberiste e chi, come noi, ha un’altra idea non solo di città ma dei rapporti economici che la sorreggono.
Le politiche abitative che emergono dall’operazione ex AMCM sono ancora una volta vincolate all’interesse immobiliare, e così l’intento di calmierare i prezzi di mercato porta a edificare nuove abitazioni in zone pregiate e su terreni vergini con operazioni pienamente inserite in quella logica di mercato speculativa che a parole si dice di volere contrastare.
Anche in questo caso si riproducono quelle dinamiche che hanno determinato una città con migliaia di abitazioni vuote mentre i prezzi degli alloggi rimangono inaccessibili per tutti coloro – giovani in primis – che hanno lavori precari, saltuari o sono disoccupati.
Le politiche commerciali rispondono a dinamiche attente più agli interessi dei gruppi della grande distribuzione piuttosto che al commercio di vicinato, con conseguenze negative sul tessuto sociale che sono pagate da una città che perde spazi vivi e si impoverisce di punti diffusi di distribuzione raggiungibili senza necessariamente dover ricorrere all’auto.
A fronte di questa situazione, una sempre più larga parte della cittadinanza chiede un deciso cambio di passo. Una parte di questi cittadini ha manifestato in piazza Grande, dopo un corteo partito proprio dall’ex AMCM, per chiedere una città diversa, in cui l’interesse pubblico viene prima di quello privato.
Potere al Popolo ha aderito perché siamo convinti della necessità di un profondo cambiamento, necessario per avere una città che, come è stata in passato, sia di nuovo un esempio per la qualità dei servizi e per l’attenzione alla dimensione pubblica.