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MINISTERO DEGLI ESTERI CENSURA L’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI CORDOBA PER UNA BANDIERA PALESTINESE!

Pochi giorni fa dalle pagine ufficiali dell’Istituto Italiano di Cultura di Córdoba, organismo del locale consolato italiano in Argentina, sono stati eliminati i contenuti video relativi a un’iniziativa di cultura gastronomica che nei mesi scorsi aveva visto la partecipazione di Chef Rubio. La censura avveniva poche ore dopo che lo stesso Rubio aveva condiviso gli stessi video sui propri canali social, lanciando un messaggio di solidarietà verso la Palestina e riprendendo un momento dell’iniziativa in cui semplicemente indossava una maglietta con la bandiera palestinese.

Il ministero ha imposto all’Istituto la cancellazione dai suoi social network di ogni traccia dell’evento culturale, un omaggio alla porchetta di Ariccia organizzato in occasione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo. Rubio vi aveva preso parte in quanto cuoco e divulgatore, e per tutta la durata dell’iniziativa si era limitato a fare il proprio mestiere senza esprimere nessuna opinione politica.

Denunciamo il gesto arbitrario di rappresaglia e censura contro Gabriele Rubini, colpevole solo di aver espresso in altro contesto opinioni antisioniste e difformi dalla linea di governo. Una vera e propria damnatio memoriae per gli oppositori politici, che nega anche solo l’ombra della pluralità di pensiero di una democrazia. In questo clima di guerra interna ed esterna, il patentino di “idoneità” viene riconosciuto solo ai contenuti e alle iniziative organici alla linea bellicista della NATO, condannando all’oblio gli ospiti sgraditi alle politiche del governo.

Totale legittimazione ricevono invece i personaggi che nelle ambasciate e in tutte le istituzioni sostengono Israele e quindi la pulizia etnica della popolazione palestinese. Negli stessi giorni in cui uno stato sovrano come il Sud Africa ha richiesto al tribunale dell’Aia la condanna del genocidio in corso con oltre 24 mila morti.

Come Potere al Popolo condanniamo senza se e senza ma questo clima intimidatorio e di censura. A Gabriele Rubini va la nostra solidarietà. L’unica misura accettabile per ripristinare il normale svolgimento del lavoro delle istituzioni culturali del ministero è la ripubblicazione immediata dei contenuti rimossi. Non tollereremo il silenziamento preventivo degli elementi di dissenso, non incroceremo le braccia di fronte a un clima di repressione e guerra che sta pervadendo ogni sfera della vita sociale e istituzionale, con un’arbitrarietà senza precedenti, mentre il Parlamento prosegue sulla sua linea bellicista e si appresta a votare nuovamente l’invio di armi all’Ucraina.

Il Ministro Tajani dovrà rispondere in Parlamento di quanto accaduto. Altrimenti dovremo credere, dopo l’astensione dal voto della risoluzione ONU per il cessate il fuoco, che il nostro governo sostenga attivamente la cancellazione della Palestina, un paese riconosciuto dalla stessa ONU, dalle mappe e dalla Storia.

Continuiamo a sostenere il diritto della Palestina all’esistenza. Di fronte alla resistenza quotidiana di un popolo che da oltre 75 anni non ha mai smesso di lottare, abbiamo il dovere di agire con tutti i mezzi a nostra disposizione. Boicottiamo le aziende e gli enti coinvolti nel genocidio. Denunciamo la complicità del nostro governo e dei paesi occidentali con il massacro in corso.

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