Ieri è stata un’altra giornata importante, iniziata la mattina con il presidio sotto il Tribunale per portare solidarietà ai 21 imputati al processo per avere respinto Salvini in via Erbosa 5 anni fa. Tra gli imputati, compagni di Potere al Popolo.
La sera, un corteo determinato (e “waterproof”, resistente agli idranti della Polizia) ha manifestato contro l’ennesima provocazione di Salvini a Bologna, rinchiuso in Palasport blindato dalle forze dell’ordine, plastica dimostrazione di quanto sia amato in questa città.
Il corteo ha però saputo cogliere un punto politico oltre la provocazione elettorale di Salvini in sé. Tanti interventi durante il percorso hanno attaccato chi a Salvini gli ha aperto la strada, con le politiche di austerità prima e quelle repressive poi, con le lacrime e sangue che hanno creato le condizioni per la guerra fra poveri, con i primi “pacchetti sicurezza”, con gli sgomberi delle realtà sociali in città come in tutta Italia, con la repressione dei movimenti… Insomma, un corteo contro la Lega e contro il PD, sempre più palesemente due facce della stessa medaglia, d’accordo su tutta la linea (autonomia differenziata, grandi opere, precarietà del lavoro, repressione) con pochissime sfumature stilistiche.
È per rompere con questo finto binomio, che è nei fatti un partito unico, che abbiamo sentito la necessità di portare avanti il progetto di Potere al Popolo anche nelle prossime elezioni regionali dell’Emilia-Romagna. Nella contesa fra due partiti uguali che lottano per chi rappresenta meglio gli interessi dei borghesi e degli industriali, noi portiamo avanti una proposta politica che vuole rappresentare gli interessi politici del popolo, dei lavoratori, precari, disoccupati, studenti, abitanti delle periferie.
Andiamo avanti, coerentemente con le lotte da cui siamo nati.