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Le indagini di Potere al popolo Livorno sugli scandali intorno alla gestione dei rifiuti

Nel consiglio comunale del 24 febbraio, la nostra consigliera Aurora Trotta ha discusso la nostra mozione di Potere al Popolo (poi approvata all’unanimità) che impegna il sindaco a chiedere alcuni chiarimenti sull’iter autorizzativo delle concessioni e autorizzazioni che sono passate dalla vecchia Ra.Ri., all’attuale Ireos, chiedendo anche che vengano ascoltati in Commissione i vertici di Eni, di Ireos, i comitati dei quartieri nord e un responsabile della Regione Toscana.
Come sappiamo i vertici della Ra.Ri. sono indagati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze nell’inchiesta Dangerous Trash per vari reati, tra i quali spicca l’associazione per delinquere finalizzata al traffico di rifiuti, ricordiamo tutti la terribile telefonata in cui si diceva che poco importava se sarebbero morti dei bambini. A seguito di quell’inchiesta con il processo ancora in corso, l’azienda è passata alla società Ireos. Ma che tipo di società è questa che è arrivata a Livorno e si occupa di smaltimento di rifiuti nella nostra città e a cui ad esempio hanno affidato lo smaltimento dei detriti pericolosi derivati dallo smantellamento dei resti del Ponte Morandi?

La società Ireos e precisamente 3 dei suoi vertici (Fumagalli, Robello e Munari), sono indagati dalla procura di Potenza nell’inchiesta ENI-Val d’Agri nel centro ENI di Viggiano, partita nel 2015, per smaltimento illecito di rifiuti e ci risulta che nel processo in corso, il pubblico ministero abbia chiesto 3 anni di condanna per ciascuno (da una visura camerale che abbiamo richiesto in data 22/06/2020, Munari Emilio risultava ancora presidente del Consiglio di Amministrazione e Robello Massimo procuratore).

Molti documenti si trovano anche su internet, ad esempio a qui.

  • Dando per scontata la presunzione di innocenza di ogni imputato, ci chiediamo cosa cambia tra la gestione Ra.Ri con presunzione di smaltimento illecito e con l’arrivo di Ireos con i vertici indagati per lo stesso reato?
  • Possibile che si sia concessa con tale leggerezza la voltura delle autorizzazioni, senza controllare chi sarebbe venuto a gestire nella nostra città una componente così delicata dal punto di vista ambientale, ma allo stesso tempo così remunerativa? E soprattutto, visto che la RaRi ci risulta smaltisse anche gli scarti dell’inceneritore, se la volontà della regione (pagg 5 – 6 – 7) sarebbe quella di costruire un inceneritore dentro Eni, ha senso riproporre il modello Eni/Ireos sotto inchiesta in Basilicata?
  • Possibile che il Tribunale e la Regione non fossero a conoscenza delle indagini riguardanti Ireos e i suoi vertici? Come mai anche la politica regionale ha taciuto su tutto ciò? Eppure la cosa era addirittura passata dal Parlamento con la “Commissione parlamentare d’inchiesta parlamentare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati” DOC XXIII n° 25 della XVII legislatura del 20 febbraio 2017 (vedi citazioni di Ireos e dei suoi vertici alle pag. 54 – 62 – 63 – 66 – 67).
  • E come se non bastasse su Ireos c’era stata anche la segnalazione nella relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia (pagg 2 – 3) con Prot. 12720/2017/PNA del 12 aprile 2017 dei rischi su Ireos e i suoi vertici (ma in effetti le è stato affidato come detto, anche lo smaltimento di parte dei detriti del Ponte Morandi).
  • Eppure nella Commissione di inchiesta finalizzata alle discariche sotto sequestro e al ciclo dei rifiuti in Toscana presieduta da Giannarelli e da Gazzetti come vice presidente, quando si cita il passaggio da Ra.Ri. a Ireos a pag 92 – 93, nessun accenno alle indagini sull’azienda genovese, viene mosso.

Ma facciamo un passo indietro.

A seguito degli stravolgimenti di Ra.Ri. per le indagini partite dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, l’azienda è stata posta in Concordato ed è stata aggiudicata dalla società Ireos di Genova nel 2019.
La Società RA.RI srl e la Soc. IREOS Spa hanno stipulato, con scrittura privata in data 7 agosto 2019, un contratto di affitto di azienda per l’impianto di via Fabbri 5/7 nel Comune di Livorno, che impegna IREOS ad acquistare lo stabilimento entro il 31/12/2022.
Insomma il primo nulla osta è stato posto proprio dal Tribunale che non ha avuto nulla da eccepire almeno per quanto riguarda il passaggio di proprietà.

Ma in seguito, in data 25 ottobre 2019 la società IREOS spa ha avanzato alla Regione Toscana richiesta per la voltura dell’Autorizzazione Integrale Ambientale, originariamente rilasciata dalla Provincia di Livorno (Atto Dirigenziale n. 100 del 12/06/2014) alla società RA.RI per l’esercizio delle attività di gestione rifiuti presso l’impianto di via Fabbri 5/7 e RA.RI srl nella medesima data ha comunicato la variazione della titolarità dell’autorizzazione a favore di IREOS. A seguire IREOS Spa, in data 26 novembre 2019, ha trasmesso alla Regione Toscana, attraverso il SUAP di Livorno, la documentazione integrativa necessaria alla voltura, richiesta dal Settore servizi pubblici Locali, Energia e Inquinamenti (che è risultata esaustiva).

Restano le prescrizioni:

  •  assolvimento da parte del nuovo gestore a tutte le prescrizioni contenute nei provvedimenti di diffida di cui ai decreti della Regione Toscana (n. 1973 del 15/02/2019 e n. 5746 del 19/04/2018), compresa pertanto la realizzazione e la messa in esercizio del sistema supplementare di abbattimento delle SOV (approvato dalla Regione Toscana con d.d. 8140/2017);
  •  nulla osta della Regione Toscana, da rilasciarsi a seguito di verifica, da parte di ARPAT Dipartimento di Livorno, della corretta realizzazione di tutti gli interventi e adempimenti prescritti nei decreti di diffida, nonché dell’assolvimento a tutte le disposizioni contenute all’AIA n. 100/2014 e successive modifiche e integrazioni.
  •  eventuale presentazione della VIA

La Regione Toscana, con Decreto dirigenziale n. 3705/2020, decreta di rilasciare alla società IREOS s.p.a. nulla osta allo svolgimento delle operazioni di campionamento e classificazione dei rifiuti presenti presso l’impianto nel rispetto delle modalità contenute nell’elaborato denominato “piano di campionamento e piano preliminare di gestione rifiuti”, datato 14 novembre 2019, così come modificato dall’elaborato “integrazione al piano di campionamento e piano preliminare di gestione rifiuti datato 14 novembre 2019”, con esclusione dei rifiuti ancora sotto sequestro.

La Regione Toscana decide inoltre di impartire una serie di prescrizioni che ridefiniscono il percorso per l’ottemperanza al decreto di diffida n. 1973/2019, e di rinviare lo svolgimento delle operazioni di campionamento e classificazione di rifiuti sottoposti a sequestro preventivo, che risultano ancora stoccati presso l’impianto al perfezionarsi delle seguenti condizioni:

  •  dissequestro da parte dell’autorità giudiziaria;
  •  parere favorevole di ARPAT sulle modalità di campionamento;
  •  nulla osta della Regione Toscana.

Ultimo, ad oggi, il Decreto dirigenziale n. 7672/2020 la Regione Toscana prende atto della modifica presentata da IREOS Spa, relativa al progetto del sistema di abbattimento delle SOV da realizzare presso l’impianto ubicato nel comune di Livorno via Fabbri riferite a tutte le disposizioni e prescrizioni, così come definite e integrate.
Prescrive a IREOS Spa la presentazione di un aggiornamento del modello di dispersione, che dovrà essere trasmesso, prima della messa in esercizio dell’impianto di abbattimento delle SOV, a Regione Toscana e ARPAT.

La Regione Toscana, ricorda, infine, che la corretta realizzazione e messa in esercizio dell’impianto supplementare di abbattimento delle SOV è una delle condizioni per il rilascio del nulla osta alla ripresa dei conferimenti prevista dal decreto di voltura dell’AIA n. 20800 del 18.12.2019.

Quello che noi ci domandiamo è in sostanza, quale sicurezza hanno i cittadini nella gestione del ciclo di rifiuti?

Siamo sicuri che tutti gli iter amministrativi siano stati corretti? E’ politicamente opportuno, aver concesso il rinnovo delle autorizzazioni a questa società? Viste queste indagini sul traffico illecito di rifiuti, ha senso a livello regionale insistere nel dare un inceneritore a Livorno in gestione nelle mani di Eni? Queste domande sono quelle che abbiamo girato al sindaco nella nostra mozione, incaricandolo di chiedere chiarimenti alla Regione e venire a riferire in Consiglio Comunale ed alla città.

Potere al Popolo Livorno

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