Da molti anni è in elaborazione un “Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile”, in sigla PUMS.
Esso ha attraversato svariati cicli amministrativi, fino alla richiesta al Ministero per ottenere il finanziamento. Il Ministero ha chiesto che venisse presentato un progetto e che fosse anche pubblicato sul sito del Comune. Ottemperato tale obbligo con un progetto di introduzione di filobus, il finanziamento è stato concesso.
MA…
Il piano prevede anche assurdità di natura tecnica, come avevamo riportato già quest’autunno. Si progetta ad esempio di mettere una fermata per filobus lunghi 18 metri dove lo spazio è del tutto insufficiente, come sul ponte sul Molinassi in via Merano. Addirittura successivamente è stato chiesto al Ministero che sia autorizzata la circolazione di mezzi lunghi 24 metri. Un’altra assurdità è la riduzione a mezza corsia in piazza Montano, comune ai veicoli diretti sia in via Reti sia in via Cantore, nonostante nelle due attuali corsie ci siano già file chilometriche in molte ore della giornata!
Hanno dichiarato di aver scelto il filobus invece del tram perché meno costoso, ma hanno chiesto il finanziamento per affiancargli, in Valbisagno, una tranvia sopraelevata dai costi elevatissimi. Fra l’altro, mentono quando dicono che questo “skytram” non sottrarrà spazio alla strada, perché dovranno ben essere previsti ascensori e scale fisse e mobili per chi deve raggiungere le fermate o il suolo da esse!
Hanno già cambiato idea sui veicoli da utilizzare, in quanto ora vorrebbero utilizzare bus elettrici a batteria invece dei filobus, con una ulteriore riduzione della capienza e costi di esercizio molto più salati.
Quello su cui non hanno cambiato idea è la riduzione e frammentazione del servizio.
Alcuni esempi di come verrebbe macellato il servizio fuori dal centro secondo il piano pubblicato sul sito del Comune è riportato nelle immagini allegate. Per “tranquillizzare” l’utenza, i dirigenti di AMT hanno detto che quello no, non è un progetto definitivo, che dove colpire potrà essere discusso, ma che bisogna rassegnarsi!
L’idea di città delle giunte almeno da Pericu in poi è sempre stata quella della città otto-novecentesca, con un centro e delle periferie, mentre Genova, da quando le sono stati accorpati i comuni limitrofi, è sempre. stata una città policentrica, già predisposta alla nostra epoca di decentramenti, delocalizzazioni, strutture produttive ad amministrative distribuite sul territorio.
Lo dimostra l’insistenza delle affermazioni circa il (presunto) miglioramento del servizio in centro, a fronte del disagio causato dal taglio del percorso di molte linee che collegano i municipi a Genova Centro e dalle relative necessità di trasbordo, nonché la riduzione delle frequenze delle linee periferiche. Il trasbordo comporta una ovvia perdita di tempo, difficoltà per chi ha ridotte capacità motorie, maggiore esposizione alle intemperie; talvolta non è nemmeno possibile la coincidenza sullo stesso marciapiede.
Lo dimostra anche il fatto che la proposta di rendere il trasporto pubblico gratuito tramite una tassa di scopo, cosa rivelatasi illegale, è stata ridotta a rendere gratuito il trasporto pubblico solo in centro; chi proviene dalle aree periferiche dovrà comunque pagare. Questo favorisce il mezzo privato per chi può permetterselo e lo dimostra anche la grande quantità di parcheggi che la Giunta propone in centro: a Principe, a Ponte Parodi, persino su una apposita chiatta da ancorare alle spalle del Mercato del Pesce!