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FRANCIA, PROSEGUE LA MOBILITAZIONE CONTRO LA RIFORMA DELLE PENSIONI DI MACRON. 4 POSSIBILI SCENARI

francia pensioni

“49.3”: è l’articolo della Costituzione gaullista con cui il Governo francese ha deciso di imporre la sua riforma scelerata delle pensioni senza voto al parlamento. Cosa può succedere ora? È ancora possibile vincere? Un piccolo riassunto per chi vive in Italia:

Opzione 1. Le mobilitazioni continuano e si rafforzano e costringono il governo a non applicare la legge (difficile ma non impossibile; è successo con il CPE nel 2006). L’intersindacale, che ad oggi rimane unità, ha già annunciato un altro giorno di sciopero e mobilitazioni giovedì prossimo. Ma ci vorrà molto di più per far piegare il governo: bisogna bloccare l’economia del paese. In tutti i settori lavoratori e lavoratrici continuano a mobilitarsi, ma con inflazione e povertà in aumento, è più difficile che mai;

Opzione 2. Una mozione di sfiducia depositata in Assemblea nazionale (il Parlamento francese) dalle opposizioni passa. È difficile perché ci vuole la maggioranza assoluta di 287 voti, ma non impossibile; nella storia della 5a Répubblica è successo una sola volta nel 1962; se succede cade il governo (ma non Macron). Le mozioni passeranno al voto lunedì 20 marzo;

Opzione 3. La Corte costituzionale francese invalida la legge. É molto probabile perché la maggioranza presidenziale ha utilizzato talmente tanti trucchetti legislativi per imporre la legge, che questa è davvero molto poco legittima, anche dal punto di vista strettamente legale/istituzionale. É la legge più importante del mandato di Macron, eppure non è stata mai votata dall’Assemblea nazionale;

Opzione 4. La Nuova Unione Popolare (Nupes), indice un “referendum d’initiative partagée”, una specie di Referendum di iniziativa popolare. É molto difficile perché occorre raccogliere 4,7 milioni di firme per costringere il Governo a permettere l’utilizzo di questo strumento, credo non sia mai stata usata come soluzione perché è molto difficile raggiungere le firme. Però vista l’opposizione determinata e massiva a questa riforma, non è impossibile (non la vuole più del 70% dei francesi ed oltre il 90% della popolazione attiva).

À suivre!

Aurélie Dianara

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