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COSA STA ACCADENDO AL SETTORE BANCARIO? SIAMO ALLA VIGILIA DI UNA NUOVA CRISI?

Accade che la banca statunitense Silicon Valley Bank (Svb) é andata gambe all’aria mentre altre banche regionali, sempre negli Usa, sono in difficoltà.
Ciò ha provocato un certo panico sui mercati che ha investito prima i listini d’oltreoceano e poi quelli europei.

Perché Svb si è “accappottata”?

Svb è una banca che ha una clientela composta principalmente da società nello specifico Startup e Venture Capital.
Sono società capitanate da quei simpatici personaggi, eroi dei nostri tempi ora anche protagonisti di molte serie, sempre a caccia di quattrini per finanziare qualche idea destinata a “rivoluzionare” il mondo e soprattutto a far arricchire qualcuno.
Gente che, dietro lauti compensi, raccoglie soldi in giro, soldi che finivano depositati presso banche come la Svb.
In questi anni di tassi bassi e politiche monetarie espansive di soldi ne sono girati a gogo e i depositi sono aumentati costantemente.
La Svb con i soldi che arrivavano comprava titoli di stato a lunga scadenza e obbligazioni ipotecarie garantite dal governo federale così poteva atteggiarsi di esser super solida dato che investiva in titoli “sicuri”.

Come al solito quando le cose vanno bene nessuno si preoccupa di nulla.
La Svb non si è preoccupata molto della scarsa/inesistente diversificazioni sia per quanto concerne la clientela che per quanto riguarda gli investimenti.
È evidente a tutte e tutti che se hai un solo tipo di clienti e quel segmento va in difficoltà anche tu sei in difficoltà e allo stesso modo se hai un solo tipo di investimenti e quei titoli perdono valore ti trovi nei guai.
Se accadono entrambe le cose contemporaneamente è la tragedia ed è effettivamente quello che è accaduto alla Svb.
A seguito delle strette monetarie operate dalle banche centrali per fare fronte all’inflazione, infatti, i flussi di denaro hanno cominciato a diminuire. I fondi raccolti da Startup e Venture Capital sono stati sempre di meno mentre i costi si alzavano.
Così i clienti hanno cominciato a ritirare i depositi.
A quel punto Svb per fare fronte ai prelievi è stata costretta a vendere parte dei titoli che aveva in portafoglio.

Piccolo problema:
a causa dell’impennata dei tassi quei titoli valevano molto meno rispetto a quando erano stati acquistati e si è creato un buco.
A questo punto, solo a questo punto, le agenzie di rating si sono accorte della situazione.
Svb ha provato allora a fare un aumento di capitale ma ciò ha solo aumentato il panico tra la clientela ed è partita la virtuale corsa a gli sportelli per ritirare tutto quello che eccedeva i 250.000 dollari che é la soglia dell’assicurazione federale sui depositi.
Tenete presente che il 96% dei clienti aveva più di 250.000 dollari quindi la banca è stata prosciugata.
Anche le autorità di vigilanza hanno dormito e solo quando la situazione è esplosa sono intervenute.
Al momento sono saltate Svb e Signature Bank.

Dopo una prima fase di incertezza il Dipartimento del Tesoro Usa ha deciso che verranno garantiti tutti i depositi e i costi non saranno a carico dei contribuenti ma del sistema bancario.
In pratica con il cerino in mano sono rimasti solo gli azionisti delle banche e quelli che detenevano crediti minori non garantiti.

CONSIDERAZIONI VELOCI:
– le agenzie di rating così come le autorità di vigilanza si confermano totalmente inutili
– in Usa la normativa continua ad essere carente soprattutto per le banche più “piccole”
– probabilmente sarò smentito ma non credo che la situazione sia anche solo lontanamente paragonabile a quella dell’esplosione della bolla speculativa dei subprime
– quello che è accaduto testimonia però che siamo in una fase estremamente complicata e le strette monetarie avranno conseguenze molto pesanti che puntualmente graveranno sulla pelle di lavoratrici e lavoratori.

Gianpiero Laurenzano (esecutivo di Potere al Popolo!)

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