Oltre due anni fa De Luca annunciava a gran voce un piano di assunzioni per 10mila unità nelle pubbliche amministrazioni campane.
Ad oggi è attiva una sola procedura concorsuale per l’assunzione di circa 2.200 dipendenti. Questa procedura – particolarmente complessa – prevedeva una prova preselettiva, una selettiva, un tirocinio di 10 mesi, un’ulteriore prova scritta ed una prova orale. La complessità e la farraginosità di questa procedura ha fatto sì che ad oggi solo circa 1800 candidati stanno svolgendo il tirocinio, quindi meno dei posti messi a bando.
Per questi motivi i tirocinanti hanno avanzato la richiesta, fatta propria anche da diverse sigle sindacali e dagli enti locali, di un radicale snellimento della procedura.
Facendo seguito a tali pressioni il governo, in un decreto legge varato il primo aprile, ha previsto l’opportunità di completare il concorso campano senza ulteriori prove concorsuali.
Nonostante ciò la commissione interministeriale RIPAM – che si occupa di questa procedura – ha recentemente comunicato in una nota che “come sollecitato in una lettera inviata dal Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca” il concorso si concluderà con un’ulteriore prova scritta da sostenere entro giugno. Il provvedimento, accolto con soddisfazione dal ministro Brunetta, pone gravi incertezze sull’esito del concorso, soprattutto se si tiene conto della tempistica eccessivamente ristretta e delle modalità ancora incerte con le quali si svolgerà l’ultima prova.
Le pubbliche amministrazioni, che dovrebbero essere cabina di regia e motore di sviluppo di un territorio, registrano una drammatica carenza di organico ed un’età media del personale straordinariamente elevata, in conseguenza di un prolungato blocco delle assunzioni e di criminali politiche di austerità.
A tal proposito basta pensare al caso della Regione Campania e del Comune di Napoli, i quali hanno registrato una riduzione di circa un terzo del personale negli ultimi anni; non si tratta di esempi isolati in quanto l’intera Pubblica Amministrazione italiana può contare su un numero di dipendenti ben al di sotto degli altri Paesi economicamente avanzati.
Quindi, per far fronte a queste drammatiche criticità della pubblica amministrazione, chiediamo a tutti gli attori istituzionali coinvolti di adottare le misure necessarie affinché la procedura si concluda senza ulteriori prove e con l’assunzione immediata di tutti i concorrenti.
Chiediamo inoltre che venga portato avanti il piano di assunzione attraverso l’utilizzo della graduatoria degli idonei relativa alla seconda prova e la successiva attivazione di una nuova procedura concorsuale che si svolga nel pieno rispetto dei principi costituzionali affinché vengano recuperate integralmente le carenze d’organico delle varie amministrazioni periferiche e nel contempo sia salvaguardato il diritto all’occupazione in questo momento di profonda crisi economica.
Per questo motivo Potere al Popolo sostiene l’appello del coordinamento sindacale dei borsisti volto ad evitare che la decisione adottata dal RIPAM porti ad un’ulteriore aggravio della procedura concorsuale, rigettando invece il maldestro tentativo di chi sta provando a scardinare l’unitarietà della mobilitazione promuovendo soluzioni che non rappresentano in alcun modo la volontà della grande maggioranza dei tirocinantI.
Questo è solo un primo passo per fermare lo sciagurato disegno di far diventare l’accesso al pubblico impiego una forma di cliente della politica,
CI VEDIAMO MARTEDÌ 20 IN PIAZZA. Seguiranno aggiornamenti a breve.