Lombardia

[Cologno Monzese] Sui prossimi passi di Potere al Popolo

Cari compagni e compagne, abbiamo letto il comunicato del 24 giugno sulle prospettive di Potere al popolo e ci teniamo a farvi notare che il punto sull’uso di una piattaforma web, così come riportato nel comunicato, ci sembra molto superficiale e poco chiaro. A nostro parere ci sono in particolare due piani principali che andrebbero affrontati a riguardo: uno politico, e un altro, in realtà non slegato, di tipo pratico.

Piano politico

Pensiamo che la questione di adottare piattaforme digitali non sia secondaria per un movimento politico che dice di voler stare dentro le lotte e che fa proprie parole ormai disprezzate dai più come solidarietà e mutuo soccorso. Proprio per questo crediamo che Potere al popolo debba avere tra i suoi obiettivi quello di far uscire concretamente dall’isolamento le persone, farle incontrare e discutere faccia a faccia, senza quelle intermediazioni tecnologiche che a nostro avviso stanno invece contribuendo a quell’isolamento che vorremmo rompere. Servono sempre più, come era scritto anche nel manifesto scritto per la campagna elettorale, pratiche che facciano “da palestra per le classi popolari” e per formare attivisti; l’uso di una piattaforma web, se non è pensato bene, secondo noi rischia di andare proprio nella direzione opposta, e creare disimpegno anziché coinvolgimento.

Piano pratico

Pensiamo che la scelta di usare una piattaforma digitale, soprattutto per i processi decisionali, ponga una serie di interrogativi di grande rilievo, a cui il comunicato non dà risposta: chi gestirà fisicamente la piattaforma? Come sarà deciso? Sono previsti provvedimenti per verificare l’identità dei votanti e che siano realmente attivisti di Potere al popolo? Quali e chi li farà rispettare? Come sarà deciso chi saranno queste persone, se ci saranno? Con quali criteri? Che peso avranno le decisioni prese tramite la piattaforma digitale? Saranno prioritarie, complementari, consultive rispetto a quelle delle assemblee “reali”? In base a quali criteri sarà deciso? Chi non ha accesso a internet, non possiede mezzi informatici o semplicemente non ha dimestichezza con il loro uso, potrà ugualmente partecipare ai processi decisionali o ne sarà di fatto escluso?

Ci sarebbero tante altre domande ma il punto fondamentale è che secondo noi la questione dell’uso di una piattaforma digitale non è affatto secondaria e serve una discussione serena, costruttiva e, soprattutto, faccia a faccia per sviscerare tutti i dubbi e le argomentazioni pro o contro il suo uso.

Si potrebbe dar voce alle singole assemblee territoriali esistenti sul tema?

A tal proposito ci teniamo a far notare che anche il metodo ci ha lasciati un po’ dubbiosi: pensiamo che in situazioni non emergenziali siano sempre preferibili discussioni anche lunghe e animate volte a creare il consenso più ampio possibile alle accelerazioni e a quelle che a noi sembrano – forse a torto – decisioni unilaterali e verticistiche. Potere al popolo nasce dalla base per dare voce alla base, ai territori, a tutti quelli che sono stati esclusi dalla politica istituzionale in questi anni. Sarebbe un peccato riproporre anche al nostro interno dinamiche poco piacevoli e in contraddizione con quelli che, almeno finora, sono i principi di questo nascente soggetto politico. Soggetto politico che secondo noi rappresenta ad ora la sola concreta possibilità di un’opposizione sociale alternativa ai partiti “di sinistra” istituzionali.

Con affetto, i compagni e le compagne di Potere al popolo di Cologno monzese

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