Dalla giunta Castello una strana concezione di solidarietà.
Cosa è successo con la petizione comunale che abbiamo lanciato, nell’autunno dell’anno scorso, in solidarietà con la Palestina e la città gemellata di Bethlehem?
Il consiglio comunale aveva bocciato la petizione popolare e approvato un ordine del giorno di mera facciata proposto da Sinistra Ecologista insieme al PD.
Nei fatti sindaco, giunta e maggioranza di centro “sinistra” mettono ai margini la nostra iniziativa popolare per intestarsi un’azione politica di copertura che non compromette le alleanze, le complicità, la loro linea di sostanziale silenzio e l’assenza di concreta solidarietà nei confronti di Bethlehem e della Palestina.
Per comprendere quello che è accaduto e sta accadendo a Chivasso è utile tornare un momento indietro, allo scorso giugno.
Iniziamo da mercoledì 25 giugno quando si svolse il consiglio comunale durante il quale era stata discussa e votata la petizione che avevamo presentato, sostenuta da oltre un centinaio di firme di cittadinə chivassesi, per chiedere di portare solidarietà concreta al popolo palestinese e alla città di Bethlehem in Cisgiordania, gemellata con Chivasso dal 2016.
Come promotori della petizione popolare, avevamo assistito all’intera seduta del consiglio comunale, anche perché la discussione sulla petizione era stata inserita al punto 12, quasi in fondo all’odg.
Quello che era andato in scena a giugno, che poi si è ripetuto nei mesi successivi, era il solito teatrino a cui la politica istituzionale ci ha abituato in questi ultimi decenni. A Chivasso i protagonisti sono soprattutto i componenti della maggioranza di centro “sinistra”, stretti in quella che in passato poteva sembrare la contraddittoria alleanza fra PD e Sinistra Ecologista ma che, invece, si è da tempo dimostrata una consolidata unione dai falsi intenti.
Cosa è successo durante la seduta di quel mercoledì sera?
A consiglio comunale in svolgimento eravamo stati raggiunti in platea dall’assessore Fabrizio Debernardi, in quota Sinistra Ecologista, che aveva voluto anticiparci l’esito della votazione in merito alla petizione, riferendoci che non sarebbe stata approvata, o meglio sarebbe stata bocciata dal consiglio comunale.
Questo perché, al successivo punto 13, aveva continuato a spiegarci l’assessore, confermando quel che già avevamo intuito, era stato inserito un ordine del giorno, proposto proprio da Sinistra Ecologista, che nel testo comprendeva alcune delle nostre istanze. Anche questa volta, come accaduto già in precedenza, l’anticipazione dell’assessore di SE era stata un tentativo di mediare con noi per smorzare possibili nostre rivendicazioni e provare a convincerci della bontà della loro iniziativa consiliare.
Nelle settimane precedenti, a margine della conferenza stampa che avevamo chiamato davanti al municipio, in concomitanza con il precedente consiglio comunale di maggio, eravamo già stati raggiunti dall’assessore Debernardi e dal presidente del Consiglio comunale Alfonso Perfetto (PD) che ci invitavano a consegnare le firme prima dell’inizio della seduta consiliare, per farcele protocollare, con la proposta di integrare e far confluire le nostre istanze all’interno di una mozione sulla Palestina a cui, a detta loro, SE insieme al PD, stavano lavorando da alcuni mesi e che avrebbero presentato a breve. Già allora riscontrammo il tentativo degli esponenti della maggioranza di centro “sinistra” di sedare la discussione sulla nostra petizione per provare a intestarsi qualcosa di cui ancora non conoscevamo il contenuto. La mozione di cui ci avevano anticipato si è poi tradotta in un ordine del giorno portato in consiglio e inserito al punto 13 dell’odg della seduta, proprio appena dopo la discussione sulla nostra petizione.
Giunti al punto 12 dell’odg per la discussione sulla petizione, avvalendosi dell’ausilio della forza pubblica, il presidente del consiglio comunale Alfonso Perfetto (PD) ci ha subito costretto a ritirare la bandiera palestinese che avevamo appena esposto per l’occasione (nonostante la stessa fosse esposta appena sopra di noi, fuori dal balcone del municipio per iniziativa della stessa amministrazione comunale, poi ritirata all’indomani) e, dopo le dichiarazioni di voto della consigliera Veronica Davico (SE) e del capogruppo del PD Stefano Mazzer, non ci è stato nemmeno consentito di intervenire in qualità di promotori, per dibattere e ribattere sulle esternazioni dei due consiglieri intervenuti. Ai voti il consiglio comunale ha bocciato all’unanimità la petizione popolare e nel tentativo di esprimere il nostro dissenso siamo stati censurati dal presidente del consiglio e dall’intervento della forza pubblica presente in sala che si è frapposta fisicamente dinanzi a noi.
Al punto 13 successivo, l’ordine del giorno proposto da SE insieme al PD, ad oggetto, “riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano”, è stato, invece, approvato dal consiglio con la maggioranza.
Nei fatti la nostra petizione viene bocciata e successivamente viene approvato un ordine del giorno di copertura, portato da SE insieme al PD, quando già erano trascorsi 20 mesi dall’inizio del genocidio a Gaza e 18 mesi dalla lettera che, nel dicembre del 2023, il sindaco Castello riceveva dal suo omologo della città di Bethlehem in Palestina, gemellata con Chivasso dal 2016.
Un ordine del giorno che viene portato in consiglio con tempismo perfetto, e quanto mai sospetto, dalla maggioranza di centro “sinistra” in consiglio, dopo quasi due anni di sostanziale silenzio e proprio in concomitanza con l’approdo della nostra petizione. È risultata evidente la volontà politica di mettere ai margini la nostra petizione, davvero troppo radicali le nostre istanze per loro, per intestarsi un’inconsistente iniziativa consiliare sulla Palestina, a cui sono stati costretti ad arrivare per la pressione che abbiamo adoperato dal basso.
Nel contenuto il testo proposto da SE non può nemmeno definirsi la brutta copia di quello della petizione popolare. Un ordine del giorno arretrato sia nelle premesse che nelle richieste. Il consiglio, nonostante decine di migliaia di morti palestinesi ammazzati e Gaza rasa al suolo ancora non si esprimeva e, ancora adesso, dopo la falsa e già violata tregua imperialista proposta da Trump, fa fatica a esprimersi sul genocidio in corso e non condanna nettamente lo stato terrorista di Israele. Nel testo approvato non viene chiesta l’interruzione dei rapporti commerciali con Israele, non viene portata solidarietà alcuna alla città di Bethlehem gemellata con Chivasso, per cui, fra le istanze contenute nella nostra petizione, avevamo chiesto almeno 1.000 euro di finanziamento per un campo profughi in quella zona, e il sindaco Castello non risponderà alla lettera ricevuta dal suo omologo nel dicembre del 2023.
Il 26 giugno, il giorno dopo che si è malamente consumata la discussione in consiglio sulla solidarietà a Bethlehem e alla Palestina, che ha visto l’esito della bocciatura per la nostra petizione e l’approvazione di un’inconsistente ordine del giorno portato da SE insieme al PD, come accennato prima, sono stati immediatamente rimossi sudario per Gaza e bandiera palestinese appesi dal balcone del municipio e annunciati a gran voce i giorni precedenti. Un chiaro segnale che era tutto funzionale alla loro propaganda e la loro propaganda era finita o si prendeva una pausa estiva.
Poche settimane dopo, a Torino, in consiglio comunale, viene presentata da AVS una mozione comunale sostanzialmente identica all’ordine del giorno approvato a Chivasso. Lo stesso identico testo, con alcune integrazioni che rispondono alle particolari istanze territoriali, per una mozione comunale. Anche in questo caso la mozione viene approvata dalla maggioranza di centro “sinistra”, anche in questo caso per rispondere alla crescente pressione che arrivava dal basso attraverso le mobilitazioni di piazza portate avanti dai collettivi che fin dalla prima ora si erano schierati accanto alla resistenza del popolo palestinese.
Sicuramente la nostra pressione dal basso ha costretto la maggioranza di centro “sinistra”, e in particolare Sinistra Ecologista, a doversi esprimere più esplicitamente sulla Palestina per evitare di lasciare a noi l’iniziativa. Quello che però emerge è una politica istituzionale, sia a livello nazionale come a livello locale, che continua ad essere complice e allo stesso tempo, attraverso azioni e iniziative di facciata, tenta di intercettare un’opinione pubblica ormai massivamente schierata accanto al popolo palestinese, contro il genocidio e lo stato terrorista di Israele.
Volendo misurare con una sintesi la solidarietà portata dall’amministrazione comunale in questi mesi a Chivasso, abbiamo assistito, nell’ordine, dapprima:
- agli attacchi ricevuti in pubblica piazza durante i volantinaggi per promuovere la petizione, contestualmente alla raccolta firme che avevamo lanciato, e ai volantini letteralmente strappati dalle mani con l’infondata accusa di fare disinformazione;
- all’ostruzionismo politico attraverso controlli a orologeria di polizia locale e forze dell’ordine e permessi per i banchetti negati o concessi in posizione molto defilata rispetto all’area mercatale, per tentare di emarginare la nostra azione
poi, quando la nostra petizione aveva ormai raggiunto l’obiettivo minimo di 50 firme, abbiamo assistito:
- alle iniziative di facciata organizzate da Sinistra ecologista e AVS come “voci da Gaza”;
- all’adesione dell’amministrazione comunale ai “50 mila sudari per Gaza” e, nei giorni successivi, alla bandiera palestinese esposta dal balcone del municipio. Tutte iniziative sbandierate a gran voce.
Quando la petizione è stata presentata in comune, abbiamo ancora dovuto assistere:
- all’ordine del giorno portato in consiglio da SE e PD (approvato) in concomitanza con la discussione della nostra petizione che, invece, è stata bocciata;
- alla rimozione immediata della bandiera palestinese e del sudario per Gaza il giorno appena dopo il vergognoso consiglio comunale del 25 giugno (ormai con l’approvazione della loro mozione farsa avevano assolto al compitino di facciata)
Dalle settimane successive sono continuati gli annunci sterili rispetto all’adesione a iniziative a cui l’amministrazione di Chivasso si è sempre solo accodata, come nel caso della mobilitazione on line lanciata per il 26 luglio scorso dal comune gemellato di Bethlehem per denunciare carestia e morte nella striscia di Gaza. In un comunicato diramato dal sindaco e dai canali istituzionali del comune si annunciava la partecipazione e il contestuale suono delle campane della Collegiata Santa Maria Assunta.
Successivamente, il 17 ottobre, c’è stato l’incontro fra il sindaco Castello e l’attuale sindaco di Bethlehem Maher Canawati in cui sostanzialmente vi è estato l’ennesimo annuncio dell’amministrazione di Chivasso su possibili nuove forme di cooperazione e collaborazione in risposta al genocidio nella striscia di Gaza e alla conseguente profonda crisi umanitaria, sociale ed economica vissuta dalla città gemellata in Cisgiordania. Nell’occasione il sindaco Castello ha consegnato al suo omologo Canawati una medaglia raffigurante lo stemma della città e alcuni cimeli provenienti dalla basilica della natività dell’omonima frazione di Betlemme a Chivasso. Davvero un grande sforzo solidale dopo due anni di genocidio e le crescenti violenze coloniali in Cisgiordania denunciati al sindaco Castello sia dal suo attuale omologo Maher Canawati che dal suo predecessore Hanna Hanania attraverso la lettera, ancora senza risposta, inviata nel dicembre del 2023.
Noto alle cronache locali è diventato anche il vergognoso paragone portato dall’assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e verde pubblico Fabrizio Debernardi, sempre lui, che è riuscito ad accostare le macerie per la demolizione dell’ex consorzio agrario nei pressi di Via Po a quelle della distruzione totale a Gaza, provocate dallo stato terrorista di Israele. L’attenzione mediatica nasce da un post che ha pubblicato sul suo profilo facebook e che non è passato inosservato, suscitando subito polemiche. Un accostamento, quello tentato dall’assessore, che voleva rimarcare come le macerie per la demolizione dell’ex consorzio agrario siano costruttive e a beneficio della comunità, diversamente da quelle della distruzione e del genocidio di Gaza. Un accostamento che, invece, nasconde una raccapricciante variante sul piano regolatore, proprio contro la collettività e a solito favore di privati e multinazionali. In quell’area, infatti, sorgerà l’ennesimo centro commerciale al posto dell’iniziale progetto di edilizia residenziale che prevedeva 70 nuovi alloggi. Fra le varie insegne che sorgeranno nella nuova piattaforma commerciale c’è anche quella del noto fast food statunitense Burger King, peraltro in un ‘area adiacente al complesso delle scuole primarie e secondarie Marconi. Se non fosse per l’ennesimo favore alle multinazionali a scapito della comunità locale e se non fosse anche per un concetto di educazione alimentare e alla cultura del consumo a cui moltə cittadinə hanno già fatto riferimento, non avrebbe almeno dovuto sfuggire la complicità di Burger king con Israele nel sostegno all’apartheid del popolo palestinese, anche attraverso cospicue donazioni all’IDF, l’esercito israeliano. Un vero paradosso se pensiamo al paragone portato dall’assessore, accentuato ancora di più dal fatto che lo scorso 21 maggio, proprio l’assessore, insieme al suo gruppo di Sinistra ecologista e Sinistra Italiana di Chivasso organizzò in sala consiliare l’iniziativa “Voci da Gaza” in cui, fra i relatori, venne invitato anche Alex A. di BDS, il movimento di boicottaggio disinvestimento e sanzioni, che proprio in quell’occasione invitava al boicottaggio delle multinazionali complici del genocidio e dell’apartheid fra cui anche Burger King.
L’ultima pantomima è andata in scena domenica scorsa, 26 ottobre, una marcia della pace con partenza da Chivasso, ritrovo in Piazza della Repubblica, fino a frazione Betlemme, organizzata sempre dal gruppo di Sinistra Ecologista e Sinistra Italiana che ha visto sfilare, in in testa al corteo, l’assessore Debernardi insieme al sindaco Castello e altri rappresentanti istituzionali dai comuni limitrofi. La premiata e consolidata ditta (PD, Sinistra ecologista) è ormai specializzata nei proclami propagandistici per nascondere la reale assenza di azioni politiche solidali, pur avendo avuto più di una possibilità per appoggiarne o metterne in atto di concrete e incisive.
A confermare ulteriormente questa vergognosa e ipocrita politica, o meglio, questa propaganda istituzionale, ci sono anche le testimonianze di un gruppo consiliare di opposizione che si è visto bocciare per ben due volte alcune proposte concrete:
- la prima proposta, bocciata senza esitazione, lanciata in occasione del consiglio comunale del 29 luglio, chiedeva di finanziare un ospedale di Hebron che si starebbe attrezzando per curare i bambini palestinesi mutilati e destinare il 5×1000 del Comune di Chivasso (poche migliaia di euro su un bilancio di 50 milioni e con un avanzo di 2 milioni, ovvero un impegno più che sostenibile) a vere iniziative di solidarietà sul posto. A tal proposito il sindaco si è esplicitamente espresso dicendo che le iniziative proposte dal comune “sono più che sufficienti”;
- la seconda mozione, anch’essa bocciata, prevedeva di destinare parte dell’avanzo di bilancio a un capitolo di spesa dedicato alla “cooperazione Internazionale” per finanziare progetti sanitari e formativi in Cisgiordania. Anche in questo caso il sindaco Castello ha dichiarato espressamente che il Comune “non è rimasto fermo” facendo l’elenco di tutte le iniziative di facciata, ovvero: sit in, sottoscrizioni di appello, bandiere e lenzuoli esposti con la clessidra, ordini del giorno farsa.
Entrambi i respingimenti trovano analogia e si inseriscono sulla stessa linea che ha portato alla bocciatura in consiglio della petizione popolare che, fra le varie istanze, chiedeva almeno 1.000 euro di finanziamento per il campo profughi di Al-Azzeh a Bethlehem.
Tutto questo ci conferma come annunci, iniziative, mozioni e ordini del giorno provenienti dalla maggioranza di centro “sinistra”, caratterizzate da arretratezza e sterilità di contenuti, siano solo una copertura e un tentativo che, come accade a livello nazionale con il campo largo, composto da PD cinque stelle e AVS, tenta di salire sul carro delle oceaniche mobilitazioni di piazza che hanno segnato l’inizio di questo autunno, come non se ne vedevano da decenni, grazie a due scioperi generali nazionali, quello del 22 settembre e del 3 ottobre, e dalla grande manifestazione nazionale del 4 ottobre, chiamati da USB, l’unione sindacale di base, che raccogliendo l’appello lanciato dai lavoratori portuali del CALP, collettivo autonomo dei lavoratori portuali di Genova, sono riusciti, nell’intento di bloccare tutto il paese in solidarietà con la Global Sumud Flotilla, contro il governo Meloni e le sue complicità con lo stato genocida e terrorista di Israele. L’attuale stato di agitazione e la mobilitazione collettiva che stiamo vedendo e vivendo si è potuta costruire partendo dalle mobilitazioni inizialmente meno partecipate della prima ora, ben prima e appena dopo il 7 ottobre. Tutto questo partendo dal basso, dalle lavoratrici e dai lavoratori, dalle studentesse e dagli studenti di questo paese. Solo partendo dal basso si è potuto risvegliare il sentimento popolare per una possibile lotta di classe, adesso rappresentata dalla lotta per una Palestina libera, e verso un nuovo conflitto sociale per troppo tempo rimasto in letargo.
Sulla scia di queste grandi mobilitazioni, noi continueremo a tenere alta l’attenzione, non solo nelle grandi città ma anche nei territori come il Canavese, partendo da Chivasso. Scenderemo ancora in piazza e utilizzeremo ogni strumento consentito, anche nelle sedi istituzionali, efficace a smascherare tutta l’ipocrisia partitica, continueremo a esercitare la nostra pressione dal basso per sollecitare azioni di concreta solidarietà, interrompere ogni relazione con lo stato terrorista di Israele e porre fine al genocidio del popolo palestinese.
Proprio per questo raccogliamo l’appello lanciato a livello nazionale delle “100 assemblee permanenti operative per Gaza” per lanciarlo anche a Chivasso e nel resto del Canavese
A differenza loro sapremo sempre da che parte stare, Palestina libera dal fiume fino al mare!
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