Dopo lo slittamento dell’udienza prevista per metà marzo, causa Covid, i lavoratori Ltm-Abate insieme allo sportello contro lo sfruttamento sul lavoro di Potere al Popolo Catania sono tornati a farsi sentire con un presidio all’ispettorato Territoriale del Lavoro di Catania.
Il presidio arriva in seguito a una richiesta di ispezione avanzata all’ispettorato del lavoro un anno e mezzo fa e a cui non è mai stato dato seguito. L’ispezione è stata richiesta al fine di dimostrare ciò che l’inchiesta giornalistica portata avanti insieme a MeridioNews ha già dimostrato mesi fa: il magazzino, da cui i lavoratori scesi in piazza sono stati licenziati per esubero, continua, in realtà, ad essere in funzione e il carico di lavoro non è mai diminuito! Ciò, di fatto, al di là dei vari altri fattori presi in considerazione nel ricorso, renderebbe nullo e illegittimo il licenziato perpetrato da parte di Ltm e di Abate!
Dopo un’intensa mattinata di lotta in cui vari lavoratori sono intervenuti alzando la voce contro l’indifferenza mostrata dall’ispettorato nei loro confronti, e in generale verso le condizioni di sfruttamento lavorativo in cui si trova la nostra città e la nostra regione, il direttore Corsaro, a capo dell’ispettorato, è stato costretto ad aprire le porte.
Nonostante una discussione lunga e a tratti nervosa, probabilmente per l’eco generato dalle varie inchieste che hanno coinvolto ultimamente l’ispettorato, il direttore Corsaro non ha accettato di assumere nessuna posizione pubblica né di rendere pubblici gli impegni presi durante l’incontro. Per questo motivo il presidio si è concluso con la promessa, questa si pubblica, di continuare a monitorare l’operato dell’ente e di tornare a settembre per verificare il rispetto degli impegni presi e portare avanti il percorso iniziato ieri: la lotta per un ispettorato realmente al servizio delle lavoratrici e ai lavoratori!
Nel frattempo i lavoratori Ltm-ABATE e lo sportello di Potere al Popolo – Catania non si fermano e in questi giorni si renderanno protagonisti di altre battaglie per ottenere giustizia. Sindacati, Sindaco e tutti gli enti coinvolti dovranno rendere conto del loro silenzio e della loro accondiscendenza verso gli imprenditori coinvolti in questa incredibile, ma non inusuale, vicenda.
Uniti Siamo Tutto, Divisi Siamo Niente!