Ieri sera Potere al Popolo è stato con le centinaia di persona che si sono trovate nella Piazza Maggiore di Bologna per portare e unire le voci delle categorie che stanno soffrendo di più questa crisi: precari, lavoratori in nero e in grigio, il mondo dello spettacolo, partite IVA più o meno false, lavoratori “garantiti” che non vedono la cassa integrazione da Marzo e tanti altri. La chiamata di USB ha radunato persone e categorie che rifiutano di farsi rinchiudere in mille corporazioni diverse in lotta tra di loro per avere i “ristori” concessi col contagocce da Conte.
Tutte queste storie diverse hanno portato una richiesta e una soluzione comune: un reddito universale e la tassazione sui grandi patrimoni per finanziarlo. Da Amazon a Ferrero, vogliamo che questa crisi sia pagata da chi ha accumulato ricchezza mentre il paese sprofondava nella crisi sanitaria e nella più grande recessione mai registrata. In questi mesi questa crisi l’abbiamo pagata noi, con i nostri affitti, i nostri mutui e le nostre bollette che sono andate avanti anche quando non potevamo più lavorare, quando le nostre attività sono state chiuse, sospese o rallentate.
Da Piazza Maggiore ci siamo mossi verso la prefettura, per portare le nostre richieste e le nostre proposte ai rappresentanti del governo nazionale, perché crediamo che bisogna smetterla con questo balletto imbarazzante tra regioni e governo centrale. Le chiusure necessarie vanno fatte e non ne possiamo più di vederle contrattate da presidenti delle regioni (da Fontana a De Luca passando per il presidente della conferenza stato-regioni Bonaccini) che sanno pensare solo all’immediato tornaconto di tenere aperto qualche giorno in più per avvantaggiarsi sui concorrenti. Non è possibile aspettare le sei di sera per sapere se e quando il governo si degnerà di annunciare in quale zona ricade una regione, non è possibile aspettare le trattative sottobanco che fanno miracolosamente diventare “zona gialla” regioni col sistema sanitario sull’orlo del collasso.
L’abbiamo sentito in piazza da chi lavora nella sanità: il virus è pericoloso, ma come in passato sono state affrontate altre emergenze avremmo potuto affrontare anche questa se non avessimo distrutto il sistema sanitario, se non avessimo privatizzato quello su cui si può fare profitto e sottofinanziato i servizi pubblici di base. Anche nella regione Emilia-Romagna delle “eccellenze sanitarie” siamo già al punto in cui medici e infermieri devono andare a lavorare anche se contagiati, anche senza dispositivi di protezione individuali.
Continueremo a essere in mobilitazione, nelle forme necessarie alla situazione, per tutto il tempo necessario. Questo sabato parteciperemo all’Assemblea per la Salute del Territorio in Piazza del Nettuno alle 16 e nelle mobilitazioni di chi sta pagando questa crisi senza avere nessuna colpa. Continueremo a lavorare per allargare la mobilitazione a tutti i settori colpiti, contro ogni ricatto tra salute e reddito, per guarire la salute pubblica, per riprenderci quello che ci è stato tolto!