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[BOLOGNA] DAL PATTO LEPORE-PIANTEDOSI ALLE OSSESSIONI DI SALVINI: ROMPIAMO LA FILIERA DELLA REPRESSIONE

Il ministro Salvini parlerà col ministro Piantedosi “per sgomberare i centri sociali occupati dai comunisti” a Bologna.

Come a ogni campagna elettorale, Salvini spiega la sua ossessione contro ogni forma di opposizione sociale e politica, non è certo una sorpresa che queste sparate vengano dal governo erede della fiamma tricolore che sta approvando il DDL 1660.

D’altra parte l’inasprimento del clima repressivo non è una novità neanche a Bologna, della nostra città da due anni l’ordine pubblico è gestito dal patto Lepore-Paintedosi, con una continua concertazione tra sindaco, prefettura e questura. Non è un caso che la sfilata del neofascisti sia avvenuta strumentalizzando i tragici eventi avvenuti negli scorsi mesi proprio in Piazza XX Settembre, per i quali Lepore ha chiesto l’intervento dell’esercito a Piantedosi.

C’è bisogno di mettere finalmente in discussione la filiera repressiva che coinvolge la destra e il campo largo, una logica che fa disastri sociali su cui poi possono trovare terreno fertile i fascisti, sia quelli col look da squadristi sia quelli in giacca e cravatta.

Una logica repressiva che abbiamo visto in azione sui problemi sorti a Bologna, basta ricordare le manganellate piovute sugli attivisti del parco Don Bosco, gli arresti col taser, i DASPO urbani e così via.

Serve l’esatto contrario di quello che con parole diverse vogliono Lepore e Salvini: non serve l’esercito delle strade, servono spazi pubblici vivi, servono servizi sociali rifinanziati, serve ricucire il tessuto della vera sicurezza, sicurezza sociale, ambientale e sul lavoro.

Per questo a livello nazionale e locale Potere al Popolo continuerà a costruire un fronte di lotta per i diritti sociali, contro l’approvazione in Senato del DDL 1660 e contro il rinnovo del Patto Lepore-Piantedosi in scadenza a gennaio.

Iniziamo dando un segnale concreto già il prossimo weekend votando e facendo votare Federico Serra alle elezioni regionali dell’Emilia Romagna, per rompere con lo schema proposto dagli altri due candidati rappresentativi del partito unico degli affari garantiti dalla repressione.

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