Comunicato politico di Potere al Popolo Bologna
La notizia è di pochissimi giorni fa: un’inchiesta ricostruisce le relazioni “di favore” tra la prefettura di Padova e la cooperativa Edecco, che si occupa di accoglienza ai migranti e che gestiva alcuni tra i più (tristemente) famosi lager di prima accoglienza. Ora però quest’ennesima storia di sfruttamento si arricchisce di particolari di una certa importanza.
Quando è venuta alla luce la vicenda di questo infame sodalizio, siamo stati in molti ad aver nasato che si trattasse di una rete in cui erano caduti solo pesci piccoli. Ed infatti ecco spuntare dimensioni via via più grandi. È la frase di Patrizia Impresa, ex prefetto di Padova e attualmente prefetto di Bologna, ad essere in tutti i giornali oggi: “ne abbiamo fatte di porcherie”.
Solita storia -direte in tanti- in cui uomini e donne di potere utilizzano la propria posizione per lucrare sui più deboli. È successo con le risate degli imprenditori subito dopo il terremoto dell’Aquila, dopo le inondazioni di città senza piani regolatori, è successo nel massacrare la dignità dei lavoratori dell’Ilva (ci ricordiamo quando furono costretti a scegliere tra la loro salute e il loro posto di lavoro?) e di quelli Alitalia, è successo con i Benetton che alzano i pedaggi delle autostrade ma non garantiscono i controlli. Perché se crollano i ponti a morire non sono mai loro, mica ci abitano sotto loro…
Ed è così che in questi giorni sono di nuovo i richiedenti asilo a tornare alla ribalta sulle cronache dei quotidiani italiani. Ma non si parla questa volta di lager in Libia finanziati con i fondi europei, nessun accordo con dittatori: in queste ore sta emergendo il risvolto su “suolo patrio” delle politiche di cui Minniti e Salvini sono i migliori interpreti. E oggi il ministro dell’Interno non può andare più di tanto all’attacco, perché la prefetta è stata rimossa qualche mese fa, è vero, ma per ricoprire l’incarico di vicecapo di gabinetto proprio del nuovo ministro per poi essere trasferita i primi di luglio a capo della prefettura della nostra città: doppia promozione dunque.
Il punto secondo noi però è un altro. Di uomini e donne di potere senza scrupoli ce ne saranno sempre, così come catastrofi naturali ed errori umani sono sempre dietro l’angolo. Il punto è progettare, costruire, coordinare un’impalcatura sociale e politica che tuteli la vita umana e non il profitto, che sia in grado di reagire prontamente alle calamità, di combattere alla radice la corruzione, che sia in grado -in ultima analisi- di essere utile a tutte le persone e non ai profitti. Questo un privato non lo può fare. Non c’è un privato buono e uno cattivo: c’è solo il privato, che per definizione pensa ai suoi interessi “privati”.
Il privato farà i suoi comodi nel mondo dell’accoglienza, li farà nel gestire l’energia elettrica, l’acqua, il gas, li farà con una compagnia di bandiera e un’azienda strategica, una casa automobilistica o una società di trasporti.. è questo il punto. Noi vogliamo il controllo pubblico, il controllo popolare di tutti i settori che pian piano in questi anni sono stati esternalizzati e privatizzati, tanto a sinistra quanto a destra.
Non ci basteranno promesse (post)elettorali però, perché sappiamo bene che per operare una ripubblicizzazione dei settori primari e strategici per l’Italia non basta sbandierarlo per qualche giorno dopo tragedie come quella di Genova. Bisogna avere un progetto politico, una visione chiara dei propri nemici, bisogna non aver paura di indicare nel Pareggio di Bilancio in Costituzione e nell’Unione Europea una gabbia. Potere al popolo l’ha già fatto. A breve ci vediamo in piazza… appuntamento il 20 ottobre.
Nazionalizzare ora e subito!
Nazionalizzare i beni collettivi e i settori strategici!
Verso la manifestazione nazionale del 20 ottobre!