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[BOLOGNA] ABORTO NEGATO, VIOLENZA DI STATO: RIFINANZIARE I CONSULTORI SUBITO, ABORTO LIBERO SICURO E GRATUITO, RU486 IN TUTTI I CONSULTORI!

Pubblichiamo il testo dell’intervento tenuto durante l’azione “Aborto negato, violenza di stato” di mercoledì 6 novembre davanti all’AUSL di Bologna.

Come Potere al Popolo, compagne, donne e libere soggettività, come lavoratrici e disoccupate, come giovani e studentesse siamo oggi di fronte all’AUSL di Bologna, come già abbiamo fatto alla Casa della Salute di San Donato, per ribadire forte e chiaro che vogliamo il rifinanziamento dei consultori subito, che vogliamo un aborto libero sicuro e gratuito, che vogliamo il governo Meloni e le sue care associazioni antiabortiste (le cosiddette “pro-vita”) fuori dai consultori. E siamo qui anche per dire che ci siamo rotte le ovaie delle promesse elettorali del PD sui nostri diritti e i nostri corpi, come se non fossero già al governo di questa Regione.

È notizia di pochi giorni fa che l’Emilia Romagna è pronta per avviare l’aborto farmacologico in telemedicina con un solo accesso in consultorio e siamo qui per dire che monitoreremo sulla reale applicazione di questa determina (n. 21024 del 09/10/2024)[1]. Perché l’abbiamo visto – e l’abbiamo subìto sui nostri corpi – cosa ne è stata della promessa elettorale di Bonaccini di portare la RU486 nei consultori: solo 2 consultori su tutta la Città metropolitana di Bologna la erogano. Si parla di inadeguatezza strutturale dei consultori per l’erogazione della RU486, ma non si muove un dito per rifinanziare e adeguare i consultori alle necessità. E il PD ha così paura del controllo popolare che le donne emiliano romagnole potrebbero fare sulle loro promesse, che l’AUSL nei suoi territori ne nega l’accessibilità: abbiamo diritto alla trasparenza su questi dati!

La Regione Emilia Romagna si crede all’avanguardia, ma stiamo parlando della mera applicazione di quanto previsto dalle Linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità e della 194. È facile parlare di avanguardia quando il metro di paragone è un’Italia obiettrice, patriarcale, maschilista e che non applica neanche lontanamente la 194: secondo l’inchiesta “Mai dati”[2], in Italia sono 31 (24 ospedali e 7 consultori) strutture sanitarie con il 100% di obiettori di coscienza per medici ginecologi, anestesisti, infermieri o OSS. Quasi 50 quelli con una percentuale superiore al 90% e oltre 80 quelli con un tasso di obiezione superiore all’80.

Se in questa Regione e in questo Paese ancora ci è ancora garantito il diritto all’aborto, è perché l’abbiamo difeso e ci siamo riuscite anche per tutto quel personale medico-sanitario che sta facendo una storia di resistenza, una battaglia dall’interno di consultori e ospedali, restando fedele al proprio giuramento e che, anche in sinergia con i movimenti femministi, non fa un passo indietro sulla garanzia dei diritti delle donne e delle soggettività queer, che respinge l’ingresso degli antiabortisti negli spazi sicuri. Ci sono lavoratori e lavoratrici che si stanno assumendo il carico di un’Italia retrograda e bigotta e si ritrovano sulle proprie spalle il contraccolpo di province e regioni limitrofe, per cui sostengono l’accesso all’IGV, la prevenzione e la cura del benessere della donna a 360°.

Si sta compiendo uno sdoganamento di un attacco ai diritti delle donne che dura da decenni:

  • abbiamo visto e subìto l’esponenziale aumento degli obiettori di coscienza in ospedali e consultori, i dati li citavo prima ma per fare un paragone con la tanto millantata avanzata Emilia Romagna ricordiamo che, secondo mappature dal basso, al Sant’Orsola l’obiezione ha raggiunto il 71%;
  • abbiamo visto e subìto lo smantellamento, la riduzione del personale e la privatizzazione e definanziamento dei consultori e dei centri antiviolenza, questi ultimi che si reggono in gran parte sul volontariato;
  • abbiamo visto e subìto le limitazioni all’accesso agli anticoncezionali gratuiti e all’IVG farmacologica con la RU486 e chirurgica;
  • e ora il Parlamento ha approvato un decreto del PNRR che sdogana l’ingresso delle associazioni antiscelta, antiabortiste (i cosiddetti “ProVita”) all’interno dei consultori.

Il PD può sventolare quanto vuole la bandiera del femminismo in campagna elettorale, ma le responsabilità di questo attacco ai nostri diritti sono del centro destra quanto del centro sinistra:

lo sappiamo bene in questa Regione dove il PD dichiara ipocritamente guerra al governo “fascista” salvo poi vedere un Bonaccini (il cui vice presidente in regione era la cara Elly Schlein e il cui delfino è De Pascale) essere il primo a non garantire servizi basilari alla salute delle donne! E non parliamo solo di accesso a un aborto libero sicuro e gratuito e alla tanto promessa e mai distribuita nei consultori RU486, ma anche della chiusura di reparti, pronti soccorsi e ospedali di provincia costringendo le donne a partorire in macchina per raggiungere il primo ospedale o in ambulanza[3] (che da tempo non sono più adeguate ai parti) o addirittura che muoiono davanti a pronto soccorso chiusi o vuoti di personale[4].

Il PD che in piena estate (dal 28 agosto) ha cambiato le modalità di accesso ai consultori familiari a seguito dell’approvazione della legge “taglia liste di attesa” del governo nazionale: da agosto l’accesso consulenziale ai consultori è stato cancellato e si potrà accedere al consultorio per visite ginecologiche e specialistiche solo con l’impegnativa del medico di base, garantendo libero accesso ai servizi di IVG, per l’erogazione di farmaci per la contraccezione e per visite per le infezioni sessualmente trasmissibili. Ecco che il PD di fatto cancella la funzione di prevenzione ed educazione affidato dalla legge ai consultori, cerca di trasformare questi luoghi in semplici poliambulatori senza autonomia gestionale. Il PD ancora una volta fa un bel regalo alla sanità privata, a tutto vantaggio degli specialisti privati che sono più che contenti di fare visite a pagamento anche a persone che non manifestano sintomi, ma possono comunque pagare. Per tutte coloro che non se lo possono permettere l’attività di prevenzione viene interdetta, ostacolata e di fatto proibita.

Ogni aborto negato da un centrosinistra schiavo della privatizzazione e del profitto, è violenza di stato: rivendichiamo il nostro diritto a una salute di buona qualità, pubblica e accessibile per tutte e tutti e vogliamo che i consultori acquisiscano più funzioni e autonomia, nel rispetto dei principi di laicità e tutela dell’autodeterminazione della donna e delle soggettività queer.

Si sta compiendo uno sdoganamento di un attacco ai diritti delle donne che dura da decenni e non è altro che il compimento di decenni di campagne affidate ai fascisti di Casapound, Forza Italia e dell’estremismo cattolico, raccolte oggi da partiti come Fdi, Lega e Azione.[5] Partiti come quello della Meloni – rappresentato in Emilia Romagna della candidata Ugolini – più che mai nemico delle donne e portatore di un’idea retrograda di maternità e famiglia che alla necessità di emancipazione economica delle donne per uscire da condizioni di violenza risponde con misure economiche dannose come l’iva sui prodotti femminili e per l’infanzia o ridicole come il bonus mamme, accessibile solo a donne con 3 figli e lavoro a tempo indeterminato. Che di fronte alle richieste di finanziamento di consultori e centri antiviolenza, nel moltiplicarsi di stupri e femminicidio, ripropone l’ennesima militarizzazione e criminalizzazione dei quartieri popolari, ma trova sempre e comunque soldi per finanziare la guerra.

Questo governo ha il preciso progetto politico che vede un unico ruolo delle donne in società: ci vogliono succubi, ci vogliono zitte, ci vogliono angeli del focolare e meglio ancora se madri.

E questo progetto politico lo conferma la candidata di FdI Ugolini che, da brava ciellina di ferro, si dichiara “non femminista” e “fiera di essere donna”[6], donna come la Meloni: la donna di potere nemica di tutte le altre donne, la donna bianca, occidentale e borghese che opprime e schiaccia le altre donne. La candidata Ugolini, sempre da brava ciellina di ferro, vorrebbe riesumare il “protocollo Forlì” il quale prevedeva per coloro che volessero abortire, un “colloquio” con un assistente sociale per parlare di eventuali problemi economici o lavorativi: come donne e soggettività queer, non siamo più disposte – e non lo siamo mai state – a rendere conto delle nostre libere scelte, non accettiamo di doverci interfacciare in ospedali o consultori pubblici con antiabortisti o soggetti terzi che vogliono per noi l’unico destino di madri. Ogni interruzione volontaria di gravidanza è legittima in quanto tale, a prescindere dalle ragioni che inducono una persona a richiederla: ogni aborto negato dalla destra conservatrice, bigotta e antiabortista, è violenza di stato e continueremo a lottare perché non riescano a mettersi tra noi e il nostro diritto di fare del nostro corpo ciò che vogliamo.

Ma noi non siamo mai state zitte e anche in mezzo a questi due fuochi, come quando ci hanno accusato di essere streghe, continueremo con la nostra rabbia a organizzarci e a difendere i consultori che hanno rappresentano e continuano a rappresentare un simbolo tangibile delle nostre lotte femministe!

Continueremo, con la nostra rabbia, a organizzarci perché i consultori vengano rifinanziati, per tornare ad avere quella funzione fondamentale territoriale, di offrire uno spazio di confronto, supporto e scelta consapevole e libera, laici e gratuiti, non solo per l’IGV ma per la salute generale, da quella psicologica al benessere a tutto tondo della persona, per il rifinanziamento dei consultori, contro le associazioni antiabortiste, per i diritti delle donne e delle soggettività non conformi, contro il partito unico delle privatizzazioni, degli affari, del cemento, della guerra, dello sfruttamento: tanto contro il governo fascista, reazionario e guerrafondaio della Meloni e la sua candidata Ugolini, quanto dell’amministrazione PD succube e serva di tutte le logiche di mercato e privatizzazione.

Ecco perché siamo qui oggi, per dire che campagna elettorale o no, noi non siamo mai state zitte e porteremo questa nostra rabbia sempre a difesa dei consultori perché L’ABORTO NEGATO È VIOLENZA DI STATO.

[1] https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/10/30/aborto-farmacologico-emilia-romagna-pillola-a-domicilio-telemedicina/7749429/
https://www.saperidoc.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/951
https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/il-caso-in-emilia-romagna-pillola-abortiva-a-domicilio-esplode-lo-scontro-politico-49c788c1

[2] https://www.infodata.ilsole24ore.com/2022/06/16/come-sta-andando-la-194-i-risultati-dellindagine-mai-dati/

[3] https://www.modenaindiretta.it/bimba-nasce-ambulanza-nel-tragitto-fanano-al-policlinico-modena/#:~:text=FANANO%20(Modena)%20%E2%80%93%20Storia%20a,di%20chiama%20%E2%80%9Cparto%20precipitoso%E2%80%9D.
https://www.bolognatoday.it/cronaca/partorisce-auto-videochiamata.html#:~:text=Avventura%20pi%C3%B9%20che%20singolare%20per,riferisce%20il%20TgR%20Emilia%2DRomagna.
https://www.parmatoday.it/cronaca/donna-partorisce-ambulanza.html
https://www.quotidianosanita.it/emilia_romagna/articolo.php?articolo_id=69312

[4] https://corrieredibologna.corriere.it/notizie/cronaca/24_marzo_12/reggio-emilia-donna-incinta-muore-davanti-all-ospedale-di-montecchio-il-pronto-soccorso-chiuso-di-notte-42a20efe-19a1-4a4b-b4fe-c9ef0ea06xlk.shtml#:~:text=leggilo%20quando%20vuoi.-,Reggio%20Emilia%2C%20donna%20incinta%20muore%20davanti%20all’ospedale%20di%20Montecchio,pronto%20soccorso%20chiuso%20di%20notte%C2%BB&text=Una%20donna%20al%20secondo%20mese,sentita%20male%20nella%20propria%20abitazione.

[5] https://contropiano.org/interventi/2024/05/23/sul-perche-e-come-dobbiamo-difendere-i-consultori-dallattacco-del-governo-meloni-0172795

[6] https://bologna.repubblica.it/cronaca/2024/10/12/news/aborto_ugolini_giusto_pro_vita_nei_consultori_voto_emilia-romagna_regionali-423550713/

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