Sulla sorveglianza delle opposizioni politiche in Italia
Oltre un mese fa, e nuovamente nei giorni scorsi, l’inchiesta giornalistica pubblicata da Fanpage ha portato alla luce fatti di estrema gravità per la tenuta democratica del nostro Paese. Secondo documenti interni e testimonianze, almeno cinque agenti della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – cioè l’antiterrorismo del Ministero dell’Interno – si sarebbero infiltrati, sotto copertura, all’interno del movimento politico Potere al Popolo e delle sue organizzazioni giovanili, il Collettivo Autorganizzato Universitario di Napoli e Cambiare Rotta. L’operazione, protrattasi per diversi mesi tra l’autunno del 2024 e la primavera del 2025, avrebbe coinvolto più città italiane, tra cui Napoli, Milano, Bologna e Roma.
Stando a quanto emerso, gli agenti avrebbero partecipato a riunioni interne, assemblee pubbliche, discussioni e iniziative politiche locali, senza che risultino a oggi mandati giudiziari o indagini specifiche a carico degli attivisti coinvolti. L’assenza di una cornice giudiziaria, e la natura prolungata e sistematica di queste attività, disegna un profilo allarmante: non si tratterebbe di operazioni a scopo investigativo, ma di sorveglianza politica preventiva, cioè di un controllo generalizzato e pretestuoso su organizzazioni che esercitano legittimamente il diritto costituzionale alla partecipazione politica.
Tale condotta – se confermata – rappresenterebbe una violazione evidente dei principi fondamentali dello Stato di diritto. In una democrazia, il dissenso politico non è materia per i servizi di sicurezza. Nessuna forza dell’ordine dovrebbe infiltrarsi in un partito politico senza un preciso fondamento giuridico. Nessun governo dovrebbe permettere o tollerare che lo Stato impieghi i suoi strumenti di sorveglianza per monitorare chi partecipa attivamente alla vita pubblica.
La libertà di associazione, di riunione, di partecipazione politica e il diritto alla riservatezza – sanciti dalla Costituzione agli articoli 17, 18 e 49 e dalla Convenzione europea per i diritti umani agli articoli 8 e 11 – non sono privilegi concessi, ma diritti inalienabili. Il fatto che tutto questo stia avvenendo nel silenzio delle autorità competenti – a più di un mese dalla notizia né il Presidente del Consiglio né il Ministro degli Interni hanno rilasciato dichiarazioni – è inaccettabile e pericoloso.
Non è un caso isolato.Un’altra inchiesta ha documentato l’attività della multinazionale Paragon, incaricata da governi e agenzie europee, che ha schedato centinaia di attivisti, operatori umanitari e giornalisti. Anche in quel caso, nessuna risposta istituzionale. Si sta profilando, sotto gli occhi di tutti, una normalizzazione della sorveglianza del dissenso, della criminalizzazione della solidarietà, dell’uso strumentale dell’apparato repressivo.
Per questo, come cittadine e cittadini impegnati nella vita culturale, politica, accademica e sociale del Paese, sentiamo il dovere di prendere parola pubblicamente e chiediamo con urgenza:
- Che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si esprimano pubblicamente su quanto accaduto, in Parlamento e davanti all’opinione pubblica;
- Che siano chiariti i contorni dell’operazione: chi l’ha autorizzata, con quali obiettivi, attraverso quali catene di comando, e sulla base di quali elementi;
- Che si apra un confronto trasparente sul ruolo delle forze di polizia di prevenzione, e sui limiti costituzionali delle attività di intelligence interna rivolte verso soggetti politici;
- Che siano riaffermate in modo chiaro, nelle istituzioni e nel dibattito pubblico, le garanzie democratiche contro ogni forma di controllo politico e poliziesco del dissenso.
La fiducia nei principi democratici si misura anche nella capacità delle istituzioni di rispondere con trasparenza, rigore e rispetto alle accuse più gravi.
Tutelare il dissenso, in un Paese libero, non è un rischio da contenere: è un dovere da esercitare.
Roma, 2 luglio 2025
Primi firmatari e firmatarie:
Mimmo Cangiano (Professore associato di Critica Letteraria e Letterature Comparate, Università Ca’ Foscari Venezia);
Fabio de Nardis (professore ordinario di sociologia politica, Università del Salento);
Giulia Siviero (giornalista)
Carlo Rovelli (saggista e professore di Fisica, Università di Aix-Marseille)
Emiliano Brancaccio (professore ordinario di Economia politica, Università Federico II Napoli)
Andrea Segre (regista)
Fabrizio Barca (Co-coordinatore Forum Diseguaglianze Diversità)
Walter Massa (Presidente Arci nazionale)
Luciano Stella (produttore cinematografico, fondatore e presidente Stella Film)
Zerocalcare (fumettista)
Vauro (vignettista)
Vera Gheno (sociolinguista e traduttrice)
Guido Carpi (professore ordinario letteratura russa Università “L’Orientale” di Napoli)
Giovanni Savino (ricercatore Università “Federico II” di Napoli)
Francesco dall’Aglio (professore Istituto di Studi Storici dell’Accademia delle Scienze di Sofia)
Lella Palladino (Una, Nessuna, Centomila)
Carlo Fanelli (Professore, Department of Social Science at York University, Toronto, Canada, direttore della rivista ALternate Routes)
Riccardo Bellofiore (docente universitario di Economia Politica Università di Bergamo)
Luigi De Magistris (ex-magistrato, ex sindaco di Napoli)
Porpora Marcasciano (scrittrice, Presidente commissione pari opportunità Comune di Bologna)
Guido Lutrario (Esecutivo Nazionale sindacato USB)
Dario Salvetti (operaio ex-GKN)
Sindacato Sudd Cobas
SLS sindacato lavoro e società
Cobas Scuola Padova
Osservatorio Repressione
Mimmo Lucano
Giovanna Del Giudice (psichiatra, presidente di Conferenza Salute Mentale nel Mondo Franco Basaglia)
Enrica Morlicchio (professore ordinario di sociologia economica, Università di Napoli Federico II)
Claudio Cozza (professore associato di politica economica, Università di Napoli “Parthenope”)
Pasquale De Sena (Professore ordinario di Diritto internazionale, Università di Palermo)
Roberto Evangelista (Ricercatore ISPF-CNR)
Rocco Sciarrone (professore ordinario di Sociologia economica, Università di Torino)
Andrea Morniroli (co-coordinatore Forum Disuguaglianze Diversità)
Vitaliano Menniti (consulente patrimoniale e finanziario)
Susanna Ronconi (ricercatrice e attivista, Forum Droghe)
Armida Parisi (docente di Letteratura Italiana)
Elena Granaglia (già docente universitario di Economia, Università La Sapienza Roma, co-coordinatrice del Forum Diseguaglianze Diversità)
Alessio Surian (docente Universitario presso Università degli Studi di Padova – FISPPA – Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata)
Giuliano Ciano (cooperatore sociale)
Alessio Malinconico (docente)
Delfina Curati (insegnante)
Giulia Agrelli (architetto, docente e attivista ecologista)
Domenico Ciruzzi (avvocato, Napoli)
Andrea Ranfagni (avvocato)
Stefano Vecchio (Presidente Forum Droghe)
Roberto Escobar (professore di Filosofia, Università di Milano)
Nino Daniele (ex Assessore alla cultura di Napoli)
Virginia Amorosi (Ricercatrice Università Federico II di Napoli)
Luca Mandara (Docente a contratto, Università della Basilicata)
Rosa Sica (dipendente Università Federico II Napoli)
Veronica Bruno (pensionata)
Serena Elena Scocchia (ricercatrice quantitativa freelance)
Alfio Stefanic (pensionato)
Volpi Giampietro (pensionato, ex dirigente pubblica amministrazione)
Alfio Mastropaolo (professore emerito Università di Torino)
Maria Grazia Giannichedda (presidente associazione Franca e Franco Basaglia)
Eva Caianiello (docente già titolare di una cattedra di matematica e fisica)
Marina Piazza (sociologa)
Raffaella palladino (Cooperativa Eva)
Paola arrigoni (post phd)
Giuseppe Teri (formatore, Scuola di formazione A. Caponnetto)
Roberta Fausta Ilaria Visone (insegnante e scrittrice)
Peppe De Cristofaro (Senatore)
Debora Serracchiani (deputata)
Andrea Giorgis (senatore)
Walter Verini (senatore)
Gianni Cuperlo (deputato)