Qualche mese fa sono stati resi noti i risultati dell’aeroporto di Genova relativi all’anno 2018.
Aeroporto di Genova spa ha chiuso l’esercizio con un utile record di oltre un milione di euro. I passeggeri sono aumentati del 16,5 % rispetto all’anno precedente con un incremento quasi triplo rispetto alla media nazionale. A ciò si aggiunga che sono in previsione importanti investimenti che riguardano tra le altre cose il collegamento con la linea ferroviaria.
E quindi, come avviene da decenni nel nostro paese, ci si affretta a predisporre le operazioni affinchè lo scalo passi totalmente sotto il controllo del privato, pronto ad accaparrarsi gli utili, dopo il rilancio avvenuto per mano pubblica e totalmente a carico dei lavoratori e dei cittadini.
Lo dimostra la frequenza incalzante con la quale il Presidente dell’Autorità Portuale rilascia dichiarazioni pubbliche sostenendo che un gruppo privato possa essere il migliore azionista per un asset come l’ aeroporto.
Aereoporto di Genova spa è infatti controllata per il 60% dall’ Autorità di Sistema Portuale, dal 25 % dalla Camera di Commercio e per il restante 15 % da ADR, concessionaria dell’aeroporto di Fiumicino, di proprietà di Atlantia.
E così il cerchio si chiude: nel trasversale sistema di potere ligure quale potrebbe essere il miglior azionista per una tale operazione se non Atlantia, ovvero il gruppo della famiglia Benetton che ha, tra le altre cose, in concessione Autostrade per l’Italia?
Noi chiaramente non staremo a guardare, se i potentati locali hanno a cuore il portafoglio dei responsabili del crollo del ponte Morandi, noi abbiamo a cuore gli interessi della collettività e dei lavoratori, i quali, come giustamente sostenuto da U.S.B, si sono accollati gli aumenti dei carichi
di lavoro, dal momento che l’aumento del numero dei passeggeri non è stato corrisposto da un aumento del personale. Siamo quindi pronti a mobilitarci insieme ai lavoratori e alle loro organizzazioni per garantirne i diritti e affinché non si faccia l’ennesimo regalo ad Atlantia, la
quale, peraltro, con il Partito Democratico al governo tira un sospiro di sollievo vedendo sempre meno probabile, se mai lo fosse stata, la possibilià della revoca della concessione, in attesa poi di rientrare nella partita per Alitalia.