Continua l’iter in commissione Affari Costituzionali alla Camera dei Deputati per i Pieni Poteri a Roma Capitale, un processo che era già sul tavolo nella passata legislatura ma che si arenò alla caduta del governo Draghi. Le proposte arrivano bipartisan con un testo a firma di Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia, con correlatore Luca Sbardella di Fratelli d’Italia, e un altro testo proposto da Morassut del Partito Democratico. Due testi hanno però lo stesso obiettivo e impianto: l’autonomia differenziata per Roma Capitale con poteri aumentati per il sindaco che diventerebbe un vero e proprio governatore di regione.
Come Potere al Popolo denunciamo con forza questo modello di governance “Roma-Regione” che rappresenta una deregolamentazione e una facilitazione a privatizzazioni, diminuzione dei servizi pubblici, speculazioni edilizie, grandi opere impattanti con condizioni sempre peggiorative nelle periferie e per gli abitanti della città. Stiamo già assistendo a un assaggio con la nomina di Commissario per il Giubileo al sindaco Gualtieri che sta significando solamente investimenti per favorire speculatori internazionali e settore turistico a scapito dei quartieri popolari al collasso.
Mentre dopo l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione le amministrazioni di tutti i colori hanno tagliato servizi pubblici e diminuiti investimenti ordinari in città, oggi con questa riforma i finanziamenti verranno vincolati sempre più alla loro “redditività”, come già sta avvenendo con i fondi Giubilari e del PNRR, ovvero alle esigenze di profitto e non alle esigenze di chi vive e lavora a Roma.
I Pieni Poteri a Roma Capitale, secondo i testi proposti, riguarderebbero 19 materie, tra cui i rapporti con l’Unione Europea, il commercio internazionale, la sicurezza sul lavoro, l’istruzione, la gestione di porti e aeroporti, la ricerca scientifica e tecnologica a sostegno dei settori produttivi, la protezione civile e il governo del territorio.
L’iter prevede l’approvazione con i due terzi di Camera e Senato per non dover ricorrere al referendum, ma vista le condizioni di convergenza tra centrosinistra e centrodestra ci sono prime voci che si potrebbe, dopo le prime votazioni nell’estate, si potrebbero concludere i passaggi entro un anno e mezzo.
Come abbiamo sempre sostenuto, il centrosinistra e il centrodestra sono stati sempre d’accordo sui processi di governance, di privatizzazioni e liberalizzazioni e di autonomia regionale. Anche su Roma Capitale dimostrano che Partito Democratico, Forza Italia e Fratelli d’Italia dal Comune alla Regione e al Governo rappresentano il partito unico della speculazione, delle privatizzazioni e del cemento e oggi anche della guerra e dell’aumento delle spese militari.
Pertanto come lottiamo per l’abrogazione totale del ddl Calderoli, per la fine di ogni regionalismo, contro i Poteri da Commissario di Gualtieri per il Giubileo, rifiutando l’accentramento dei poteri e un modello di amministrazione che sottrae spazi di democrazia e di partecipazione a favore del profitto privato, così lotteremo contro i Poteri Speciali a Roma Capitale, per una Roma Città Pubblica contro il modello della giunta Gualtieri e del governo Meloni. Lo faremo a partire dai quartieri popolari, dai posti di lavoro alle scuole, per rivendicare i nostri interessi e riprenderci i nostri diritti.