A leggere la stampa internazionale e a seguire i trend topic sui social, a Cuba sarebbe in corso una mobilitazione di massa contro Diaz Canel e la “dittatura castrista”.
In realtà è in corso, molto più semplicemente, l’ennesimo tentativo diretto da Washington di destabilizzare l’isola. In più di sessant’anni dal trionfo della rivoluzione non è la prima volta.
La campagna mediatica, orchestrata dalle agenzie governative statunitensi, ha l’obiettivo di imporre il racconto di un’isola sull’orlo del baratro, che necessita di “intervento umanitario”, che altro non è che il preludio ad un eventuale “regime change” e/o intervento armato.
Potere al Popolo rifiuta questo piano e si schiera al fianco del governo e del popolo cubano.
Nessuno nega le difficoltà che L’Avana sta affrontando: il combinato disposto del “bloqueo” statunitense, in particolare della recrudescenza dell’attacco ai canali di approvvigionamento energetico, e il blocco del turismo, principale settore economico dell’isola caraibica, hanno prodotto una situazione tutt’altro che semplice per milioni di uomini e donne. Ma il tentativo di mostrare il Governo di Diaz Canel come incapace di gestire la fase pandemica è il tentativo sottile di giustificare, per l’appunto, l’utilizzo di uno schema già all’opera in altri Paesi.
Hashtag come “SosCuba” ricordano ad esempio molto da vicino quelli già utilizzati pochi anni fa in Venezuela, quando il governo Obama prima e quello Trump poi hanno cercato di abbattere – senza riuscirci – il governo Maduro.
Anche per Cuba si parla, inoltre, della necessità dell’istituzione di un corridoio umanitario per far arrivare aiuti al popolo cubano. Anche qui in maniera sottile si insinua che il Governo Diaz Canel rifiuti la solidarietà internazionale; affermazione smentita dai dati di fatto che mostrano, ad esempio, la ricezione sull’isola di migliaia e migliaia di siringhe necessarie alla somministrazione dei vaccini e “scarse” a causa delle sanzioni statunitensi.
È questo il punto: se si avessero davvero a cuore i destini dei quasi 12 milioni di abitanti dell’isola caraibica, bisognerebbe mettere fine a quell’ingiustizia e a quella infamia colossale che si chiama “bloqueo”, in vigore ormai da più di sessant’anni e che strozza la piccola Cuba.
Nei 4 anni di presidenza Trump il “bloqueo” è stato ulteriormente indurito, con l’approvazione di ben 243 nuove misure. Di queste ben 55 sono state approvate dopo lo scoppio della pandemia, rendendo palese quanto il “bene” dei cittadini e delle cittadine di Cuba stia a cuore a chi comanda a Washington.
Malgrado quest’attacco costante, vigliacco e criminale, Cuba in campo medico ha raggiunto risultati eccezionali e riconosciuti a livello internazionale. Dallo scoppio della pandemia è riuscita a produrre, grazie al sistema sanitario e alla ricerca pubblica, ben 5 candidati vaccinali contro il Covid-19. Addirittura 2 di essi sono stati già approvati e hanno raggiunto standard di efficacia paragonabili a quelli dei vaccini prodotti dai finanziamenti pubblici e dalle multinazionali di Big Pharma.
La gestione della pandemia, inoltre, è stata finora tanto efficace che Cuba ha uno dei tassi di mortalità più bassi al mondo: 0,65%.
La solidarietà verso Cuba è oggi più indispensabile che mai, ma evitando di prestare il fianco agli inganni statunitensi che hanno come unico interesse la fine dell’esperienza rivoluzionaria a L’Avana.
Per questo Potere al Popolo è al fianco di chi difende la sovranità e l’indipendenza del popolo cubano!
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