La vicenda che ha visto coinvolti i facchini del magazzino Carrefour di Chignolo Po, in provincia di Pavia, per ben 11 giorni è finita sabato sera con una grande festa, con allegria, canti e risa.
La vertenza nacque dopo l’approvazione, con modalità poco trasparenti e autoritarie, del bilancio 2019 e del preventivo 2020 da parte della cooperativa Zero70 (consorzio Cisa) che gestisce in appalto il magazzino.
In sede di approvazione del bilancio, in assenza dei soci lavoratori, la cooperativa aveva deciso di compensare un disavanzo di 400mila euro decurtando la paga oraria dei lavoratori.
Alla richiesta di chiarimenti da parte di alcuni di loro, il presidente del consorzio aveva risposto prima con la violenza – un lavoratore venne aggredito e ferito – e successivamente licenziando il malcapitato e altri tre colleghi che avevano protestato con forza.
Di fronte a questi soprusi alcuni lavoratori tesserati con USB hanno deciso di scioperare salendo in cima agli scaffali del magazzino e minacciando gesti disperati. Altri 50 colleghi sono entrati subito in sciopero bloccando interamente la distribuzione dell’unico magazzino italiano di no-food di Carrefour.
La protesta li ha visti protagonisti per le quasi due torride settimane a cavallo di Ferragosto, durante le quali si sono superate le resistenze e i rifiuti padronali a un dialogo grazie al supporto delle famiglie, che hanno bloccato il transito dei camion sedendosi davanti ai cancelli del magazzino, al nostro contributo di compagni di Potere al Popolo Pavia, a singoli cittadini e ai collettivi studenteschi locali.
Il risultato che abbiamo portato a casa tutti assieme è stato un indennizzo di 24 mensilità, il diritto alla Naspi, il ritiro delle sanzioni e delle denunce ai lavoratori in sciopero, nonché il riconoscimento del sindacato e la fine delle violazioni contrattuali e contributive.
Questa lotta è per noi un altro passo avanti nella direzione dell’abbattimento del sistema cooperativistico a trazione padronale utile solo a peggiorare le condizioni dei lavoratori, rafforzando la loro ricattabilità e condizione precaria.
Torniamo a sottolineare che l’intermediazione di manodopera sarà sempre un ostacolo per la conquista di democrazia nei luoghi di lavoro e che lotteremo al fianco dei lavoratori per sradicarla.
È anche un ribadire che, se non è sufficiente, però è quanto mai necessario che sia rispettato il diritto sancito dall’art. 39 della Costituzione di essere rappresentati dalle organizzazioni sindacali che i lavoratori ritengono più adatte a difendere i loro diritti.