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VERITÀ E GIUSTIZIA PER LA STRAGE IN LOMBARDIA

Quasi 17000 morti In Lombardia con il Covid, ma il numero è ancora più alto se si tiene conto di quelli ancora non registrati.
E’ uno dei bilanci della pandemia peggiori al mondo, unico in una delle regioni più ricche del pianeta. La strage in Lombardia non può essere considerata solo tragica fatalità, ma è conseguenza di un sistema e di scelte profondamente sbagliati, per questo le tante vittime reclamano verità e giustizia. Occorre ribaltare il sistema sanitario privatistico della regione e cambiare completamente scelte politiche ed economiche. Ma vanno anche accertate eventuali responsabilità penali, per giustizia e per prevenire nel futuro il ripetersi della catastrofe.

Potere al Popolo, attraverso i due portavoce Giorgio Cremaschi e Viola Carofalo, ha chiesto alla Magistratura di valutare come la gestione della epidemia in Lombardia abbia inciso irrimediabilmente sul numero dei decessi, ma anche come abbia inciso sulla stabilità economica dell’intera Nazione.

Ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Milano nel quale sono state ricostruite le fasi di adozione dei piani pandemici.

Nell’esposto si è riportato come la Regione Lombardia avesse adottato un Piano pandemico regionale il 2 ottobre 2006 e nel 2010 un audit valutativo, in maniera dettagliata, elencava tutte le criticità del Piano pandemico regionale, ivi inclusa l’assenza di un sistema di rilevazione degli accessi ai pronto soccorso, di ricoveri e mortalità su tutto il territorio.

Nell’audit si evidenziava la necessità di avviare un incremento dell’assistenza domiciliare e di definire un accordo quadro con i gestori delle Rsa per un aumento dell’assistenza medica e infermieristica.

Quanto ai presidi sanitari, si individuava nelle ASL i soggetti che avrebbero dovuto provvedere all’approvvigionamento, allo stoccaggio e alla distribuzione di mascherine, camici, guanti ed altro; tuttavia le ASL nel 2015 sono state soppresse e parte delle loro competenze sono state traferite alle ASST, Aziende socio sanitarie territoriali, ma, con grave omissione, i compiti operativi in capo alle ASL non sono stati riassegnati.

Nell’esposto sono stati sottolineati i rapporti tra la Regione Lombardia e Confindustria e come la decisione di non deliberare l’isolamento delle zone focolaio nonché la decisione di non fermare le attività produttive, siano state concordemente decise da entrambe.

L’esposto ha messo in luce come questa decisione si sia trasformata in condanna a morte per migliaia di persone.

Si è chiesto alla Magistratura di verificare le responsabilità delle strutture facenti capo all’AIOP e all’ARIS, che hanno chiesto, a più riprese, di dirottare i malati Covid-19 nelle RSA per quanto fosse oggettivamente intuibile la inidoneità delle predette strutture, sia in relazione alla organizzazione logistica del contenimento del contagio, sia in riferimento alla peculiare pericolosità rispetto alla incolumità degli ospiti delle RSA, generalmente anziani e immunodepressi.

Il Presidente della Regione ha assunto una deliberazione che consentiva il ricovero dei pazienti Covid-19 presso le RSA associate alle organizzazione predette, con costi a carico della Regione Lombardia e le predette RSA si sono immediatamente declinate in focolai ingestibili.

Nell’esposto è emerso, quale rilevante tema d’indagine, la posizione di Confindustria, come sia stata determinante nel non far dichiarare la chiusura delle attività produttive; già in data 11 marzo 2020 il Presidente Fontana aveva dichiarato di aver predisposto una lettera al Governo sottoscritta dai sindaci chiedendo l’adozione di misure restrittive. Il Presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, ha dichiarato che proprio a causa delle sollecitazioni della Associazione da lui presieduta, Fontana, in accordo con Bonometti, non ha dichiarato “zone rosse” le aree produttive della Lombardia contribuendo in maniera determinante alla diffusione incontrollata del contagio.

In un manifesto apparso su un quotidiano, la Regione Lombardia, Confindustria, AIOP e ARIS, confermando il loro sodalizio, hanno congiuntamente acquistato uno spazio pubblicitario sul quale, omettendo il numero dei decessi, con finalità propagandistica, si sono attribuiti il merito della guarigione dei malati Covid, con il chiaro intento di crearsi un’opinione pubblica favorevole.

Potere al Popolo con l’esposto, con la chiara finalità di esercitare su queste vicende il controllo popolare, ha chiesto che le condotte descritte fossero scrutinate quali temi di indagine.

La Procura di Bergamo, limitatamente ai decessi registrati in quella provincia, ha già avviato le audizioni delle autorità interessate.

Siamo fiduciosi che entro breve anche la Procura di Milano darà corso ad audizioni “eccellenti”.

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