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[TOSCANA] LA PANDEMIA SOCIALE SI CURA CON LA LOTTA

Venerdì 19 giugno Campagna regionale di Potere al Popolo!

Nella Fase 3 vogliamo: Reddito sociale, blocco degli affitti e delle utenze, rilancio della sanità pubblica, riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, blocco dei licenziamenti. Di seguito gli appuntamenti:

  • Bagno a Ripoli ore 10 – Casa del Popolo Grassina
  • Pisa ore 17.30 – Piazza Garibaldi
  • Siena ore 18 – Piazza Salimbeni
  • Grosseto ore 18 . davanti al palazzo del Comune
  • Prato ore 18 – Casa del Popolo Lanciotto ballerini di Mezzana

In questi mesi di quarantena Potere al Popolo! nei limiti dell’agibilità fisica imposta dall’epidemia, si è impegnato autonomamente per contribuire ad alleviare la condizione materiale di centinaia di famiglie, lavoratori, pensionati, richiedenti asilo, artigiani, commercianti e di altri soggetti colpiti duramente dalla crisi che stiamo vivendo. Lo abbiamo fatto in tutte le forme possibili.

Abbiamo attivato un “telefono rosso” per i lavoratori costretti a svolgere le proprie mansioni senza Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), sanzionati o licenziati per aver lottato per la sicurezza di tutti.

Abbiamo partecipato allo sciopero generale nazionale indetto dall’USB il 25 marzo per fermare quelle produzioni davvero non essenziali, che in piena pandemia sono state concausa fondamentale della strage in corso tra la popolazione anziana e malata.

Abbiamo boicottato confindustria Toscana che pretende di aprire tutto, mettendo in primo piano i profitti rispetto alla salute e alla vita.

Continuiamo a portare pacchi alimentari a centinaia di famiglie bisognose.

Ci stiamo battendo contro una gestione privatistica della sanità anche in piena pandemia, a livello regionale e in ogni città.

Siamo al fianco di chi non ce la fa a pagare gli affitti e le bollette a causa della perdita del lavoro o della drastica riduzione di salari e redditi

Con la fase 3 il governo Conte, su pressione di Confindustria e delle filiere della grande distribuzione, e in assenza di aiuti da parte dell’Unione Europea, ha deciso di mandare al lavoro altri 4 milioni di impiegati e operai, nonostante i rischi di contagio non siano diminuiti e il numero di morti continui a salire, in una macabra altalena quotidiana.

Con questa scelta scellerata e criminale Conte, Confindustria e l’Unione Europea stanno trasformando il nostro paese e tutto il continente in una immensa terra di sperimentazione sociale da testare sulla pelle dei più deboli.

Una emergenza sanitaria affrontata malissimo sin dall’inizio si è trasformata in una immane tragedia che si poteva evitare, seguendo strettamente le norme di chiusura e sicurezza adottate dalla Cina, dal Vietnam, da Cuba, che non a caso hanno messo sotto controllo il virus e oggi hanno la forza e gli strumenti per inviare i propri medici e infermieri in tutto il mondo a sostenere le altre popolazioni.

Oggi insieme alla crisi sanitaria si affaccia prepotentemente quella economica, con un esecutivo non in grado di rispondere ai bisogni della maggioranza della popolazione. I decreti governativi si rinviano nel tempo, come se tante persone in condizioni di indigenza potessero saltare i pasti, mentre i prezzi di beni essenziali aumentano e i buoni spesa mostrano di essere una misura largamente insufficiente.

A chi è più in difficoltà non sono state date risposte concrete e di lungo periodo, anche a causa delle ristrettezze economiche imposte dall’Unione Europea, dall’impossibilità di finanziare il proprio debito dovendosi affidare agli speculatori del libero mercato e dalla famelicità del padronato nostrano, che pretende aiuti a fondo perduto per riprendere a fare profitti sulla pelle dei lavoratori.

Mai come in questo momento ci troviamo di fronte a un bivio tra gli interessi di una piccola minoranza di padroni, proprietari di case farmaceutiche, della grande distribuzione alimentare e di pochi altri settori, che si stanno arricchendo grazie alla pandemia, e la grande maggioranza della popolazione, costretta in una condizione di miseria a causa della irrazionalità di un sistema economico e di governo incapace di affrontare catastrofi di questa grandezza.

Contro la pandemia economica intendiamo trasformare le nostre iniziative in una campagna di mobilitazione regionale per pretendere dallo Stato, dal Governo, dalla Regione Toscana e dalle amministrazioni comunali politiche strutturali e fondi adeguati a rispondere in forma stabile e permanente ai bisogni di chi ha perso il lavoro, di chi ha un salario o una pensione da fame, di chi per questo non può pagare affitto e tariffe della luce, del gas, dell’acqua, del telefono.

In questi anni abbiamo sviluppato un mutualismo conflittuale che non intende “lenire le ferite” prodotte da una società piagata dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sulla natura. Il nostro obiettivo è estirpare alla radice il male, quel cancro chiamato capitalismo, organizzando chi al lavoro è super sfruttato, chi non ha lavoro o ha una pensione da fame, chi non ha risorse per fare la spesa, chi non riesce a pagare l’affitto e le bollette, chi è giovane e non alcun futuro davanti a sé, se non la miseria o l’emigrazione, chi infine lavora come clandestino in condizioni di semischiavitù.

Per affrontare la fase 3 e la prossima crisi economica che si preannuncia devastante ci batteremo per difendere i nostri diritti e per costruire un modello sociale alternativo al capitalismo, che noi chiamiamo Socialismo del Secolo XXI.

BASTA CON LE ELEMOSINE! A FARE LA SPESA CI VOGLIAMO ANDARE DA SOLI!

DIRITTO AL LAVORO O A UN REDDITO SOCIALE PER TUTTI GLI INOCCUPATI

RIDUZIONE GENERALIZZATA DELL’ORARIO DI LAVORO A PARITÀ DI SALARIO

BLOCCO DEL PAGAMENTO DEGLI AFFITTI E DELLE UTENZE

RILANCIO DELLA SANITÀ PUBBLICA E BLOCCO DI OGNI FINANZIAMENTO PUBBLICO A QUELLA PRIVATA

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