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[TORINO] PARLA DI PACE MA PREPARA LA GUERRA: CON LA PALESTINA FINO ALLA VITTORIA

VENERDÌ 24/11 H.17 PRESIDIO SOTTO AL COMUNE

Ieri, 17 novembre, siamo scese in piazza per partecipare al corteo delle studentesse e degli studenti che si oppongono alla riforma della scuola portata avanti dall’attuale governo di destra ma anche dai precedenti governi di centro sinistra. Il corteo si è unito anche ai docenti dei sindacati di base, Cub e Usb, in sciopero.

Nonostante il tentativo di impedire al corteo di raggiungere il centro città abbiamo attraversato le strade del centro portando la nostra contrarietà ad un sistema che toglie i soldi alle scuole e agli ospedali mentre finanzia la costruzione di armi e la guerra.

Abbiamo poi voluto raggiungere la sede della Rai di Torino per ribadire che come Potere al Popolo siamo al fianco della lotta e della resistenza del popolo palestinese.

Gli studenti e le studentesse che hanno occupato le università di Torino, di Padova, Napoli, Bologna Roma, i lavoratori in sciopero, i portuali di Genova che bloccano che partono dai nostri porti e armano l’esercito israeliano ci hanno dimostrato che esiste un’opposizione reale alla guerra.

Ci siamo trovati di fronte alla Rai per dire che se i governi dei paesi occidentali sostengono uno stato coloniale che impone un regime di apartheid e la sua violenza, restando in silenzio contro le bombe sugli ospedali e sulle scuole, se anche l’Italia continua a sostenere una propaganda che tace sui fatti che stanno accadendo, nonostante l’occupazione di territori portate avanti tramite abusi e violenze, chiudendo le porte in faccia all’onu e ai giornalisti stranieri, noi non resteremo in silenzio.

Israele prende di mira i giornalisti palestinesi che rischiano la vita per raccontare quanto accade, prende di mira anche le loro famiglie, per rappresaglia e per intimorirli.

Sosteniamo l’appello lanciato dai giornalisti palestinesi per una informazione corretta e veritiera. ( https://protezionegiornalisti.org/)

Ci opponiamo alla narrazione distorta che incoraggia un linguaggio coloniale e una lettura sionista di ciò che realmente sta accadendo. Incoraggiamo tutti i giornalisti a bucare il mutismo mediatico e a dire la completa verità senza paura e senza favori. Ad usare termini precisi che sono ben definiti dalle organizzazioni per i diritti umani, come “apartheid”, “ pulizia etnica” e “genocidio”, senza la paura di essere accusati di antisemitismo.

Noi non staremo muti e complici del governo italiano, di Torino, che parla di pace ma prepara la guerra e il genocidio in Palestina.

Nonostante nel 1999 la città di Torino abbia firmato il gemellaggio con Gaza City, al fine di “sostenere e appoggiare il processo di pace in medio oriente”, la città in cui viviamo è sempre di più parte attiva nell’alimentare la guerra e nel sostenere i crimini di Israele.

Lo dimostrano gli accordi di cooperazione economica fra Iren,  multiutility partecipata del Comune, e l’azienda israeliana Mekorot, la quale sottrae l’acqua illegalmente ai territori palestinesi fornendola agli insediamenti illegali dei coloni.

Ma lo dimostrano anche gli impegni e i patrocini del Comune e della Regione per rilanciare Torino come capitale dell’industria della difesa e della guerra in grandi eventi e progetti come l’Aerospace Defence Metting (kermesse internazionale per le aziende produttrici di armi che avrà luogo a Lingotto dal 28/30 novembre) e la costruzione della Cittadella dell’Aerospazio nella quale multinazionali del settore, come Leonardo, Thales Alenia, Altec, potranno mettere a valore le conoscenze prodotte dai ricercatori di Unito e Polito.

Per questa ragione come oggi siamo stati sotto la Rai, venerdì prossimo 24 novembre alle 17 saremo sotto il Comune, per chiedere che la nostra città recida ogni accordo con chi esporta la guerra e porta avanti un genocidio.

Palestina Libera!

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