Ieri anche noi siamo stati al presidio in piazza Castello per dire a regione, comune e governo che la crisi questa volta non la vogliamo e possiamo pagare. Insieme a noi c’erano tante delle famiglie a cui abbiamo portato il pacco alimentare durante questa quarantena, perché adesso è arrivato il momento di trasformare la solidarietà in lotte collettive che permettano davvero a tutti e tutte di avere una vita dignitosa. Tanti interventi di lavoratori, precari, disoccupati, tantissime persone che abitano i quartieri più popolari della nostra città.
In tutti gli interventi era chiara la consapevolezza che la crisi per noi esisteva da prima del Coronavirus, che il problema è proprio che siamo arrivati alla crisi sanitaria con un welfare azzoppato e con una ricchezza troppo polarizzata tra chi ha tantissimo e chi non riesce nemmeno a mangiare se gli mancano 15 giorni di paga.
Per questo dobbiamo pretendere subito un reddito di emergenza dignitoso e disponibile per tutti coloro che ne hanno bisogno. Ma dobbiamo anche pretendere cambiamenti strutturali per le nostre condizioni di vita: salario minimo, riduzione dell’orario di lavoro, contratti stabili, sanità, istruzione e trasporti pubblici, misure per redistribuire la ricchezza, un piano di rilancio economico che rispetti salute e ambiente e che metta al centro i bisogni del popolo e non i profitti delle aziende!
Quello di ieri è stato solo un primo momento di una mobilitazione e di una lotta che ci dovrà vedere tutti protagonisti nei prossimi mesi.
LE NOSTRE VITE CONTANO!