Anche noi saremo in piazza domani con le idee molto chiare:
l’ambientalismo non è una bandierina dietro la quale nascondersi
mentre si fanno scelte totalmente diverse da tali principi, come fa l’attuale amministrazione 5stelle che, in piena continuità con l’amministrazione Fassino , svende suolo pubblico e la garanzia della sorveglianza della nostra salute ai privati.
Non siamo sulla stessa barca
perché crediamo che a pagare debba essere chi ha inquinato, chi ha sfruttato, chi su questo ha lucrato , chi ha permesso che tutto ciò accadesse e non chi fino ad ora ne ha solo subito le conseguenze.
Non sarà una verniciata di green a cambiare le cose
perché non esiste riconversione accettabile senza la tutela dei lavoratori e delle fasce più deboli della popolazione
DI SEGUITO COMUNICATO POTERE AL POPOLO TORINO:
Il 27 settembre anche noi saremo in piazza insieme a tutte quelle realtà sociali, sindacali e categoriali che considerano il problema della crisi climatica, un aspetto non più rimandabile.
Come già riportato nel nostro comunicato nazionale, l’adesione dei soggetti sindacali fa certamente emergere lo stretto legame tra giustizia ambientale e giustizia sociale, tra lo sfruttamento dissennato delle risorse naturali e dei territori e quello del lavoro; tra la salvaguardia del territorio, la pianificazione urbana orientata ai fabbisogni delle popolazioni e il rispetto dei diritti umani e sociali di tutte e tutti.
E proprio nella tutela dei territori, nei principi di salvaguardia della salute pubblica e ambientale noi rileviamo i gravi attacchi che vengono fatti da chi amministra e governa i nostri territori.
A Torino la giunta pentastellata, abbandonato totalmente il suo profilo ambientalista, non solo continua a concedere porzioni importanti di aree verdi libere pubbliche alla speculazione del cemento, spacciando per opere di pubblica utilità profitti esclusivamente privati, come nel caso dei prati di zona Parella, ma svende le (ultime) quote delle società partecipate del Comune in nome della salvaguardia di quei conti pubblici stritolati dal Patto di stabilità. L’ultima vittima eccellente è TRM, la società che si occupa di gestire l’impianto di incenerimento dei rifiuti, soggetto che avrebbe dovuto mantenere un profilo pubblico come garanzia per la sorveglianza della salute dei cittadini. Già liquidata per la maggior parte delle sue azioni dalla giunta PD di Fassino, è passata definitivamente in mani private con l’ultima mossa di Appendino, allineandosi totalmente ai programmi dei suoi predecessori.
Questa Amministrazione sta dimostrando la perfetta continuità con quella politica che è sempre pronta a tingersi di “green”, quando ragazzi e ragazze di tutte le età decidono di scendere in piazza per chiedere misure di intervento per una situazione ambientale sempre più critica, salvo poi agire in totale contrapposizione a tali istanze.
Le scelte sconsiderate e deleterie che vengono portate avanti da quei governi che hanno intenzione di tutelare esclusivamente gli interessi di chi persegue il profitto, a discapito delle nostre vite, hanno effetti devastanti, e spesso irreversibili, sulla condizione del nostro ambiente e quindi su noi stessi.I dati degli effetti dell’inquinamento sulla salute delle persone parlano chiaro: circa 91.000 sono le morti premature all’anno per causa dell’inquinamento atmosferico.
Ma non si tratta solo di intervenire sugli elementi inquinanti che appestano l’aria, è un intero sistema economico e sociale che deve essere rivisto a partire dalle battaglie contro l’uso dissennato di risorse naturali; contro la speculazione e saccheggio del patrimonio fisico, culturale e sociale di città, periferie e campagne da parte delle forze economiche di mercato e delle rendite immobiliari; contro la perdita di fertilità e biodiversità; contro l’illegalità e la corruzione che nella male gestione dell’ambiente hanno trovato un terreno fertile per espandersi, commettendo un numero crescente di reati ambientali; contro l’immissione di scarti tossici non metabolizzabili che minano la salute di tutti gli esseri viventi in nome di una presunta “modernità” o “crescita”. E quindi contro tutte le grandi opere inutili, emblemi di questo modello di sviluppo, che anche il PD continua a sostenere.
È una battaglia globale che ci vede coinvolti tutti per produrre un cambiamento radicale che sappia costruire un’alternativa in grado di costruire una prospettiva ecocompatibile per il futuro del nostro pianeta diversa dagli elementi speculativi che ci danneggiano e ci opprimono.
Per questo scenderemo in piazza per dire:
“Distruggi il sistema, non il pianeta!