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[TORINO] I CPR UCCIDONO! I CPR DEVONO SPARIRE!

“Se un giorno dovessi morire, vorrei che il mio corpo fosse portato in Africa, mia madre ne sarebbe lieta (…) I militari italiani non capiscono nulla a parte il denaro. L’Africa mi manca molto e anche mia madre, non deve piangere per me. Pace alla mia anima, che io possa riposare in pace (..)”

Queste le ultime parole di Ousmane Sylla , ragazzo di 22 anni della Guinea che domenica scorso ha deciso di togliersi la vita nel Cpr di Ponte Galeria, alle porte di Roma

Il Cpr uccide per questo ci battiamo affinchè vengano tutti distrutti.

In questi non-luoghi i migranti sono reclusi solo perché sprovvisti del titolo di soggiorno.

Dalla loro istituzione nel 1998 con la legge Turco-Napolitano, seppur con variazioni e modifiche, non hanno mai smesso di essere luoghi dove vengono quotidianamente calpestati i diritti fondamentali di quelli che vengono definiti trattenuti o ospiti.

Questi luoghi di detenzione amministrativa per i migranti dei quali da anni associazioni, movimenti e attivisti denunciano abusi e violenze sono una vergogna.

Le recinzioni impediscono qualsiasi contatto con l’esterno e all’interno di queste mura la repressione tocca le sue punte più alte.

La morte di Ousmane pesa come un macigno e ci ricorda ancora una volta che nelle nostre città esistono spazi in cui non viene dato nessun peso alla dignità e alla vita delle persone.

Ma i Cpr non sono un buco nero Isolato.

I Cpr sono anche un luogo che rappresenta la punta dell’iceberg di un sistema di vera e propria persecuzione che i migranti subiscono nel nostro paese fatta di sfruttamento sul lavoro, del ricatto del permesso di soggiorno, della difficoltà ad accedere alle cure mediche, al diritto all’istruzione e non solo.

Questo sistema che perseguita i migranti è quello che genera morte in tutti i suoi punti, dalla frontiera al mare, fino a dentro le mura del cpr.

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