La nostra coordinatrice Gamberini supera la soglia del 3%, mentre con la nomina della deputata D’elia, Draghi ottiene un altro grande elettore. L’unica vittoria l’ha però ottenuta l’astensione vicina al 90%, la quale approfondisce l’abissale distanza tra la maggioranza della popolazione e la politica.
Draghi è passato come un rullo compressore sulla democrazia e le forme di rappresentanza: partecipano alla competizione democratica solo le forze politiche favorevoli a Draghi (che sia a Chigi o al Quirinale), il Movimento Cinque Stelle sparisce del tutto dai giochi, e si riscontra una percentuale di affluenza che affossa ulteriormente quella dalle passate suppletive nello stesso collegio, portando la lista del PD a spuntarla raccogliendo circa 12 Mila voti su un collegio di 185 Mila elettori, nonostante tutte le forze del centrosinistra abbiano supportato questa candidatura.
Escluso il voto per Potere al Popolo, si è recato alle urne solamente chi sostiene la normalizzazione imposta dal Governo e dagli interessi nazionali e internazionali che rappresenta, e non si può ascrivere la responsabilità di questo esito alla bella domenica di sole: regalare l’ennesimo grande elettore all’ex presidente della BCE a capo di un Esecutivo che doveva risollevare il paese, quando la realtà ci riconsegna una situazione identica se non peggiore a quella dei primi mesi della pandemia, non è evidentemente un’operazione capace di convincere.
In questo contesto e nell’elezione nel collegio feudo del centrosinistra, Potere al Popolo ottiene un risultato del 3.2%, continuando a crescere rispetto alle precedenti tornate nello stesso territorio. Per noi, oscurati quasi completamente dai media e unica forza in campo senza sponsor se non i propri attivisti e simpatizzanti che hanno per settimane attraversato le vie del centro confrontandosi con i cittadini nelle zone più popolari di questo scorcio di città, si tratta di un tassello per proseguire la sperimentazione e l’allargamento di una ipotesi alternativa e indipendente che porti le istanze di tutte quelle persone che stanno subendo e subiranno le conseguenze della crisi attuale.
Il governo in carica ha avuto la forza di mettere una pietra tombale su qualsiasi opposizione di comodo, sui tatticismi spuntati che non hanno più ruolo di fronte alle manovre di poteri politici, imprenditoriali e finanziari che hanno gettato la maschera: quindi per noi mettere in luce la debolezza di chi ha avuto bisogno di sospendere la macchina democratica – perché di questo stiamo parlando – è il compito del prossimo futuro, trasformando la loro arroganza nel loro tallone d’Achille. Con l’impegno assunto di dare coraggio a chi è deluso, scoraggiato, indicando nella lotta l’unica via possibile, dando credibilità a un futuro di riscatto, ci impegniamo a non disperdere il lavoro ulteriore di queste poche settimane, mentre tutte le forze politiche si stringono per realizzare insieme riforme antidemocratiche e antipopolari.
Continuiamo da domani a organizzarci nei territori per dare risposta ai bisogni popolari, e a far vivere la proposta politica contro il governo Draghi, i suoi successori e la svolta presidenzialista in corso nel Paese, dando battaglia nel passaggio istituzionale dell’elezione del Presidente della Repubblica.