Stamattina siamo andati ad affiggere uno striscione di fronte alla sede della 6ª circoscrizione del Comune di Torino: lo striscione recitava “MAL COMUNE, MEZZO WELFARE”
Perché?
Perché da quanto è arrivato questo “mal comune”, il Covid-19, ci siamo trovati ad affrontarlo con un welfare cittadino e nazionale letteralmente “dimezzato” a causa dei tagli e delle privatizzazioni degli ultimi anni. Dai servizi comunali, alla sanità pubblica, passando per le misure di sostegno ai redditi bassi dei lavoratori precari, e via discorrendo… non c’è un solo settore dello stato sociale che negli ultimi anni non abbia subito una drastica “sforbiciata”.
Perché quando l’emergenza sociale si è affiancata a quella sanitaria, il Comune di Torino si è reso responsabile di una evidentissima mala gestione. Il “mal Comune di Torino” ha infatti amministrato in maniera opaca, non condivisa e assolutamente inadeguata quei fondi, già scarsissimi, destinati all’erogazione dei buoni-spesa e alla distribuzione dei pacchi alimentari.
Perché è notizia di questi giorni la vergognosa mala gestione della vicenda dei senza fissa dimora del rifugio umanitario di Piazza D’Armi. Prima buttati in mezzo a una strada e poi accampatisi per oltre una settimana di fronte al Comune e assistiti esclusivamente dalla solidarietà di militanti, attivisti e volontari, senza nessuna interlocuzione possibile con Palazzo di Città. Attualmente – dopo il trasferimento coatto nel padiglione V di Torino Esposizioni, alcuni di loro sono stati trasferiti in varie sistemazioni provvisorie (solo grazie alle pressioni dal basso di questi giorni), molti altri non è dato sapere che fine abbiano fatto, altri sono stati abbandonati a loro stessi e altri ancora sono passati direttamente dalla strada ai crudeli centri per il rimpatrio.
Perché se non fosse stato per l’ostinazione dei senza fissa dimora – nel rimanere accampati di fronte a un luogo istituzionale e così non finire in quella invisibilità a cui li voleva destinare lo sgombero del rifugio di Piazza D’Armi da parte del Comune – non sarebbe stata trovata nessuna soluzione per le decine di persone senza casa. Anche la sola possibilità di affrontare il problema è dovuta al tentativo da parte dei senza fissa dimora di non “scomparire” nel nulla, accampandosi invece di fronte a Palazzo di Città. Ignorando volutamente questo dato, l’assessore alle politiche sociali Sonia Schellino ha preferito insultare i senza tetto lì sotto (alludendo al fatto che non sarebbero stati altro che i “non meritevoli” dei servizi comunali per i senza dimora) per poi aggiungere che i tanti cittadini che si sono prodigati per aiutare i senza tetto a resistere alla fame, al freddo e alla pioggia, stavano così strumentalizzando la situazione!
Da quando alla crisi sanitaria si è affiancata per molti la crisi economica, abbiamo attivato una rete di volontari per la consegna di pacchi alimentari. Una forma di resistenza, dal popolo per il popolo, che ha permesso ai tantissimi esclusi delle misure di sostegno economico, di resistere e riuscire a mettere un piatto a tavola. Alcuni dei quartieri nei quali siamo intervenuti più spesso sono proprio quelli afferenti alla 6ª circoscrizione (Barriera di Milano, Regio Parco, Barca, Bertolla, Falchera, Rebaudengo, Villaretto).
Oggi, in contemporanea con tantissimi altre reti di attivisti e volontari che hanno messo in piedi altre azioni per la città, abbiamo voluto portare avanti questa protesta simbolica e affermare ancora una volta la necessità – ancor più nella situazione emergenziale che stiamo vivendo – di un generale rafforzamento, di un maggior finanziamento e di una radicale ripubblicizzazione delle forme di welfare a tutti i livelli. Dal Comune di Torino all’intero paese, nessuno deve restare indietro.
DALLA SPESA SOLIDALE ARRIVA LA PROTESTA CONTRO IL COMUNE DI TORINO
DALLA SPESA SOLIDALE ARRIVA LA PROTESTA CONTRO IL COMUNE DI TORINOStamattina siamo andati ad affiggere uno striscione di fronte alla sede della 6ª circoscrizione del Comune di Torino: lo striscione recitava “MAL COMUNE, MEZZO WELFARE”Perché?Perché da quanto è arrivato questo “mal comune”, il Covid-19, ci siamo trovati ad affrontarlo con un welfare cittadino e nazionale letteralmente “dimezzato” a causa dei tagli e delle privatizazzioni degli ultimi anni. Dai servizi comunali, alla sanità pubblica, passando per le misure di sostegno ai redditi bassi dei lavoratori precari, e via discorrendo… non c’è un solo settore dello stato sociale che negli ultimi anni non abbia subito una drastica “sforbiciata”.Perché quando l’emergenza sociale si è afficancata a quella sanitaria, il Comune di Torino si è reso responsabile di una evidentissima mala gestione. Il “mal Comune di Torino” ha infatti amministrato in maniera opaca, non condivisa e assolutamente inadeguata quei fondi, già scarsissimi, destinati all’erogazione dei buoni-spesa e alla distribuzione dei pacchi alimentari.Perché è notizia di questi giorni la vergognosa mala gestione della vicenda dei senza fissa dimora del rifugio umanitario di Piazza D’Armi. Prima buttati in mezzo a una strada e poi accampatisi per oltre una settimana di fronte al Comune e assistiti esclusivamente dalla solidarietà di militanti, attivisti e volontari, senza nessuna interlocuzione possibile con Palazzo di Città. Attualmente – dopo il trasferimento coatto nel padiglione V di Torino Esposizioni, alcuni di loro sono stati trasferiti in varie sistemazioni provvisiorie (solo grazie alle pressioni dal basso di questi giorni), molti altri non è dato sapere che fine abbiano fatto, altri sono stati abbandonati a loro stessi e altri ancora sono passati direttamente dalla strada ai crudeli centri per il rimpatrio.Perché se non fosse stato per l’ostinazione dei senza fissa dimora – nel rimanere accampati di fronte a un luogo istituzionale e così non finire in quella invisibilità a cui li voleva destinare lo sgombero del rifugio di Piazza D’Armi da parte del Comune – non sarebbe stata trovata nessuna soluzione per le decine di persone senza casa. Anche la sola possibilità di affrontare il problema è dovuta al tentativo da parte dei senza fissa dimora di non “scomparire” nel nulla, accampandosi invece di fronte a Palazzo di Città. Ignorando volutamente questo dato, l’assessore alle politiche sociali Sonia Schellino ha preferito insultare i senza tetto lì sotto (alludendo al fatto che non sarebbero stati altro che i “non meritevoli” dei servizi comunali per i senza dimora) per poi aggiungere che i tanti cittadini che si sono prodigati per aiutare i senza tetto a resistere alla fame, al freddo e alla pioggia, stavano così strumentalizzando la situazione!Da quando alla crisi sanitaria si è affiancata per molti la crisi economica, abbiamo attivato una rete di volontari per la consegna di pacchi alimentari. Una forma di resistenza, dal popolo per il popolo, che ha permesso ai tantissimi esclusi delle misure di sostegno economico, di resistere e riuscire a mettere un piatto a tavola. Alcuni dei quartieri nei quali siamo intervenuti più spesso sono proprio quelli afferenti alla 6ª circoscrizione (Barriera di Milano, Regio Parco, Barca, Bertolla, Falchera, Rebaudengo, Villaretto).Oggi, in contemporanea con tantissimi altre reti di attivisti e volontari che hanno messo in piedi altre azioni per la città, abbiamo voluto portare avanti questa protesta simbolica e affermare ancora una volta la necessità – ancor più nella situazione emergenziale che stiamo vivendo – di un generale rafforzamento, di un maggior finanziamento e di una radicale ripubblicizzazione delle forme di welfare a tutti i livelli. Dal Comune di Torino all’intero paese, nessuno deve restare indietro.
Gepostet von Potere al Popolo – Torino am Freitag, 15. Mai 2020