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SIGNOR DE LUCA, MI CHIAMO JENNIFER E SONO UNA ROM NATA IN CAMPANIA

*Jennifer è una ragazzina di 13 anni, la seguiamo grazie all’attività sociale che facciamo nel campo di Casoria. Ci ha affidato la sua lettera, ha voluto scriverla per far capire come si vive, cosa si prova a essere oggetto dei pregiudizi. Dalle sue parole c’è solo da imparare.


Signor De Luca, mi chiamo Jennifer, sono una ragazzina di etnia Rom nata in Campania.
Il prossimo anno frequenterò la terza media, la preside e le insegnanti sono contente di me, potrei dire una alunna come tante, ma cosa mi rende diversa dalla mia compagna di banco?
Lei ha i documenti ed io no, lei ha una casa ed io no, e prima di arrivare ai cancelli della scuola devo la mattina presto lavarmi con l’acqua fredda ed asciugarmi i capelli al vento, al freddo d’inverno. I compiti li devo fare in fretta, prima che cali il sole, non abbiamo elettricità. Di notte mi fanno compagnia i rumori, quelli dei topi e le corse dei gatti per acchiapparli, a volte si sentono macchine estranee arrivare, scaricano rifiuti. Ma è ora di andare, la scuola è lontana, ed il Comune non mette a disposizione per noi scolari del Campo nessuna navetta.
Mia madre mi accompagna, e non so se essere contenta, perché per farmi frequentare la scuola ed esserci anche all’uscita deve rinunciare a fare il mercatino o le elemosine in zone lontane, ha provato anche a chiedere un lavoro a nero, già a nero, perché anche lei è nata qui ma senza documenti, ma l’essere di etnia rom è troppo pregiudizievole, quindi dicevo, non so se essere contenta: o studio o mangio.
Mio padre da anni bussa a porte portoni e chiese per trovare soluzioni e risposte alla mancanza di regolarizzazione.

Signor De Luca, mi chiamo Jennifer e sono una rom nata in Campania.

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