Il progetto di ampliamento della Nardò Technical Center, di proprietà della multinazionale tedesca Porsche, prevede la costruzione di altre nove piste di collaudo, oltre a quelle già esistenti, e di numerosi altri edifici connessi.
Per realizzare l’ampliamento si sacrificano, però, ben 200 ettari di bosco, ultimo lembo dell’antico bosco d’Arneo nonchè sito di interesse comunitario con habitat da proteggere, che non potrebbero essere in alcun modo toccati.
Ciò, invece, sembra poter avvenire perché la Regione Puglia, e i Comuni interessati (Nardò e Porto Cesareo), hanno firmato un accordo di programma decretando l’interesse pubblico dell’opera a fronte di compensazioni che, in realtà, non rispecchiano le reali esigenze del territorio e sembrano essere inserite nel progetto solo per aggirare le norme nazionali e comunitarie a difesa dell’ambiente.
L’ennesima storia di sfruttamento del territorio che avviene piegando l’interesse pubblico a quelli che sono esclusivamente interessi privati di una multinazionale. Il tutto grazie al benestare della politica locale e regionale che copre e sostiene tali interessi in spregio dei beni comuni, del rispetto delle normative di tutela ambientale, delle più elementari regole per fermare l’avanzamento del collasso climatico.
Per contrastare questo progetto e difendere un habitat naturalistico di pregio, specie in questo periodo di desertificazione del territorio, alcuni mesi fa è sorto grazie all’impegno di cittadini e associazioni, tra cui anche la nostra Casa del Popolo Silvia Picci Lecce, il Comitato Custodi del Bosco d’Arneo. Sosteniamo il Comitato e le lotte ecologiste a difesa del territorio e dei beni comuni.